MOENA (TN) - C'è aria di smobilitazione al "Benatti". E un po' di malinconia. Si disfano le attrezzature della palestra, si caricano i camion, si ammainano le bandiere blucerchiate. Con le ultime due sedute odierne, la Sampdoria saluta luglio e con luglio Moena, casa sua dall'11 del mese. Eccezion fatta per il viaggio a Rotterdam e le seguenti 48 ore di riposo, venti giorni di lavoro intenso qui in Val di Fassa per la banda Del Neri, venti giorni in cui conoscersi e gettare le basi per la stagione che verrà.
Torna Foti. Nella serata di ieri, al gruppo doriano, si è aggregato intanto anche Salvatore Lillo Foti. Il giovane attaccante siciliano è reduce dal fallimento del Treviso, proprio come l'ultimo arrivato Matteo Guardalben, che da tre giorni si allena a pieno regime con Bistazzoni e i giovani colleghi Fiorillo e Costantino (Castellazzi è ancora a riposo per via della distorsione alla cavigla destra).
Verso Padova. Arrivederci Moena, dicevamo. Domani, con le prime luci del mattino, Palombo e compagni consumeranno l'ultima colazione all'Hotel Dolomiti, poi alle 9 in punto, borse in spalla, si metteranno in viaggio alla volta di Padova. Nella città di Sant'Antonio, il Doria affronterà in amichevole i biancoscudati padroni di casa, neopromossi in Serie B. Il fischio d'inizio allo stadio "Euganeo" è previsto alle ore 20.30.
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
venerdì 31 luglio 2009
Bistazzoni: «Doria, sei in buone mani»
MOENA (TN) - Dai piccoli ai grandi, in punta di piedi e senza proclami. Com’è nel suo stile schivo e riservato, da gigante dai modi un po’ burberi, ma buono nell’animo. Quarantanove anni, grossetano di Porto Ercole, Guido Bistazzoni, nuovo - si fa per dire - preparatore dei portieri della Sampdoria, è soddisfatto e fiducioso al termine della prima parte del suo primo ritiro. Dall’alto dei suoi 192 centimetri e delle sue 112 presenze blucerchiate (dall’80 all’83 e dall’86 all’89), di lui, del suo operato, ci si può fidare ad occhi chiusi. «Si è trattato di un bel salto - principia Bistazzoni -, un passaggio importante, che comporta maggiori responsabilità. C’è una Serie A da affrontare e io, dal mio punto di vista, cercherò di mettere la buona dose di esperienza maturata in 16 anni da allenatore».
Cambia qualcosa nei metodi di allenamento rispetto a quelli del vivaio?
«Sì, certo. Il lavoro cambia, a livello di settore giovanile devi cercare di fare crescere i ragazzi, di insegnar loro i primi rudimenti. Qui in prima squadra si sviluppa invece un metodo diverso, si lavora in primis sulla forma e si cerca di togliere vecchi automatismi poco adatti al calcio moderno. Quando si difende alto, a quattro, come si farà con Del Neri, serve coraggio e personalità. Occorre che il portiere diventi una sorta di libero vecchio stampo, che intervenga in uscita non appena vengono buttate in area palle alte, cross, traversoni. L’importante è cercare di prevenire l’azione e così parti avvantaggiato».
È un calcio diverso da quello dei suoi tempi?
«Beh, sicuramente. Il calcio è cambiato completamente negli ultimi anni. Ora bisogna essere svegli e reattivi e, ripeto, serve coraggio, altrimenti non fai il portiere».
Coraggio che forse manca ai portieri italiani, visto il pullulare di estremi difensori stranieri…
«Penso che, nonostante i tanti stranieri nel nostro campionato, la scuola italiana sia sempre la numero uno. Marchetti, ad esempio, l’anno scorso al Cagliari ha intuito dove doveva stare, ha capito i movimenti giusti e ha fatto un campionato stupendo. Si dice che manchi un erede di Buffon ma credo che alle sue spalle ci siano tanti buoni portieri giovani. Consigli e Fiorillo sono due di questi, hanno tutto per crescere e per mettersi in mostra».
Per quanto riguarda Fiorillo, toccherà di nuovo a lei aiutarlo in questa crescita.
«Sono felice di averlo ritrovato in prima squadra dopo 7 anni nelle giovanili e di poterlo allenare ancora. Vincenzo ha grandi potenzialità, bisogna farlo crescere con tranquillità, fargli acquisire sicurezza. Con Castellazzi, che è un buonissimo portiere, lavorerà per migliorarsi. Senza dimenticare Guardalben, arrivato con entusiasmo, grande voglia di fare e già prodigo di consigli. Diciamo che, in questo ruolo, la Sampdoria è ben coperta e in buone mani».
A ritiro moenese quasi finito, bilancio positivo dunque?
«Sì, certo il bilancio è positivo. Sono arrivato in uno staff di prim’ordine. Con Del Neri avevamo giocato insieme proprio alla Samp e si capiva, per personalità, che avrebbe potuto fare l’allenatore. Sto avendo la fortuna di lavorare con lui e i suoi collaboratori, c’è buon feeling e sono contento. I ragazzi poi mi seguono e mi stanno dando soddisfazioni. Speriamo che possano fare bene, ovviamente insieme a tutta la squadra».
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
Cambia qualcosa nei metodi di allenamento rispetto a quelli del vivaio?
«Sì, certo. Il lavoro cambia, a livello di settore giovanile devi cercare di fare crescere i ragazzi, di insegnar loro i primi rudimenti. Qui in prima squadra si sviluppa invece un metodo diverso, si lavora in primis sulla forma e si cerca di togliere vecchi automatismi poco adatti al calcio moderno. Quando si difende alto, a quattro, come si farà con Del Neri, serve coraggio e personalità. Occorre che il portiere diventi una sorta di libero vecchio stampo, che intervenga in uscita non appena vengono buttate in area palle alte, cross, traversoni. L’importante è cercare di prevenire l’azione e così parti avvantaggiato».
È un calcio diverso da quello dei suoi tempi?
«Beh, sicuramente. Il calcio è cambiato completamente negli ultimi anni. Ora bisogna essere svegli e reattivi e, ripeto, serve coraggio, altrimenti non fai il portiere».
Coraggio che forse manca ai portieri italiani, visto il pullulare di estremi difensori stranieri…
«Penso che, nonostante i tanti stranieri nel nostro campionato, la scuola italiana sia sempre la numero uno. Marchetti, ad esempio, l’anno scorso al Cagliari ha intuito dove doveva stare, ha capito i movimenti giusti e ha fatto un campionato stupendo. Si dice che manchi un erede di Buffon ma credo che alle sue spalle ci siano tanti buoni portieri giovani. Consigli e Fiorillo sono due di questi, hanno tutto per crescere e per mettersi in mostra».
Per quanto riguarda Fiorillo, toccherà di nuovo a lei aiutarlo in questa crescita.
«Sono felice di averlo ritrovato in prima squadra dopo 7 anni nelle giovanili e di poterlo allenare ancora. Vincenzo ha grandi potenzialità, bisogna farlo crescere con tranquillità, fargli acquisire sicurezza. Con Castellazzi, che è un buonissimo portiere, lavorerà per migliorarsi. Senza dimenticare Guardalben, arrivato con entusiasmo, grande voglia di fare e già prodigo di consigli. Diciamo che, in questo ruolo, la Sampdoria è ben coperta e in buone mani».
A ritiro moenese quasi finito, bilancio positivo dunque?
«Sì, certo il bilancio è positivo. Sono arrivato in uno staff di prim’ordine. Con Del Neri avevamo giocato insieme proprio alla Samp e si capiva, per personalità, che avrebbe potuto fare l’allenatore. Sto avendo la fortuna di lavorare con lui e i suoi collaboratori, c’è buon feeling e sono contento. I ragazzi poi mi seguono e mi stanno dando soddisfazioni. Speriamo che possano fare bene, ovviamente insieme a tutta la squadra».
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
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Stanke, Ziegler e Padalino convocati in nazionale
MOENA (TN) - Tre biondi in nazionale. Una dalla Lituania, due dalla Svizzera: a Corte Lambruschini piovono convocazioni. Marius Stankevicius è stato infatti reclutato dalla selezione baltica per affrontare in amichevole il Lussemburgo. Appuntamento il 12 agosto prossimo, allo stadio lussemburghese "Barthel", calcio d'inizio alle ore 20.00. Reto Ziegler e Marco Padalino, invece, sono stati chiamati dal c.t. rossocrociato Ottmar Hitzfeld per affrontare, sempre in amichevole, l'Italia di Marcello Lippi. La grande sfida - che potrebbe vedere impegnati altri blucerchiati - si giocherà anch'essa il 12 agosto, alle 20.45, presso il più capiente stadio elvetico: il "St. Jacob-Park" di Basilea.
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
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Sampdoria
Tim Cup Primavera: l'Albinoleffe sulla strada della Samp
MILANO - Sorteggiato ieri a Milano il tabellone della Tim Cup Primavera 2009/10. Nel primo turno eliminatorio la Sampdoria è stata abbinata ai pari età dell'Albinoleffe. La gara d'andata si giocherà a Genova il 5 settembre prossimo (ore 15.00); il ritorno nel Bergamasco il 16 settembre (ore 15.00). In caso di passaggio del turno, i blucerchiati di Alfredo Aglietti se la vedranno nel secondo turno (previsto il 26 settembre e il 3 ottobre) con la vincente di Torino-Parma. Il Genoa, intanto, attende interessato agli ottavi (andata 21 ottobre, ritorno 4 novembre): ulteriore stimolo doriano per avanzare il più possibile.
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
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Settore giovanile
Tim Cup Primavera: l'Albinoleffe sulla strada della Samp
MILANO - Sorteggiato ieri a Milano il tabellone della Tim Cup Primavera 2009/10. Nel primo turno eliminatorio la Sampdoria è stata abbinata ai pari età dell'Albinoleffe. La gara d'andata si giocherà a Genova il 5 settembre prossimo (ore 15.00); il ritorno nel Bergamasco il 16 settembre (ore 15.00). In caso di passaggio del turno, i blucerchiati di Alfredo Aglietti se la vedranno nel secondo turno (previsto il 26 settembre e il 3 ottobre) con la vincente di Torino-Parma. Il Genoa, intanto, attende interessato agli ottavi (andata 21 ottobre, ritorno 4 novembre): ulteriore stimolo doriano per avanzare il più possibile.
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
(Sampdoria.it, 31 luglio 2009)
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giovedì 30 luglio 2009
Domani ultimo doppio, sabato partenza per Padova
MOENA (TN) - Ancora un doppio allenamento al "Benatti", domani, per la Sampdoria. Poi arrivederci Moena. Nella mattinata di sabato 1° agosto, la truppa Del Neri partirà infatti alla volta di Padova, dove alle 20.30 affronterà in amichevole i biancoscudati di mister Sabatini.
(Sampdoria.it, 30 luglio 2009)
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Bellucci torna e ne fa sei: «Sto alla grande»
MOENA (TN) - «Sto alla grande, oggi in campo, senza alcun dolore al ginocchio, mi sembrava di essere tornato quello di prima». Claudio Bellucci è raggiante. All’uscita dal “Benatti”, dopo aver firmato sei reti di ottima fattura in mezzora contro i dilettanti dei Monti Pallidi, il Bello si ferma a parlare coi giornalisti. Da raccontare c’è un ritorno in campo dopo cinque mesi di astinenza e una caterva di gol.
Goleador. «Meglio farli comunque, i gol - comincia Claudio -, anche in partite così, che possono servire per ritrovare il feeling coi compagni e con le misure del prato. I movimenti mi vengono già naturali, senza neanche pensarci, e in confronto a prima, quando pensavo più al dolore che alla palla che mi stava per arrivare, non posso essere che contentissimo».
Stupire. Qualcosa, rispetto ad una stagione fa, è cambiato. «Devo ammettere - continua Bellucci - che l’anno scorso l’età si faceva sentire, ma non stavo bene ed era normale che fosse così. Quest’anno invece mi sento un ragazzino, sono partito col piede giusto e per questo mi sento di ringraziare il centro Riattiva di Lavagna, in particolare Mario e Domitilla: se sto così è merito loro. Ora spero che il recupero che ho avuto io valga pure per Pierino Accardi, secondo me tornerà più forte di prima». E Claudio Bellucci come vuole tornare? «Voglio stupire, voglio stupire anche me stesso e riprendermi quello che la sfortuna e questi maledetti infortuni mi hanno tolto negli ultimi due anni».
(Sampdoria.it, 30 luglio 2009)
Goleador. «Meglio farli comunque, i gol - comincia Claudio -, anche in partite così, che possono servire per ritrovare il feeling coi compagni e con le misure del prato. I movimenti mi vengono già naturali, senza neanche pensarci, e in confronto a prima, quando pensavo più al dolore che alla palla che mi stava per arrivare, non posso essere che contentissimo».
Stupire. Qualcosa, rispetto ad una stagione fa, è cambiato. «Devo ammettere - continua Bellucci - che l’anno scorso l’età si faceva sentire, ma non stavo bene ed era normale che fosse così. Quest’anno invece mi sento un ragazzino, sono partito col piede giusto e per questo mi sento di ringraziare il centro Riattiva di Lavagna, in particolare Mario e Domitilla: se sto così è merito loro. Ora spero che il recupero che ho avuto io valga pure per Pierino Accardi, secondo me tornerà più forte di prima». E Claudio Bellucci come vuole tornare? «Voglio stupire, voglio stupire anche me stesso e riprendermi quello che la sfortuna e questi maledetti infortuni mi hanno tolto negli ultimi due anni».
(Sampdoria.it, 30 luglio 2009)
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