martedì 30 dicembre 2008

Mercato rossoblucerchiato: la Samp su Rocchi, il Genoa non molla Milito

GENOVA - Tra il viola e il clivense, spunta un laziale. Che la Sampdoria sia alla ricerca di una punta è cosa ormai risaputa, che la cerchi pure a Roma, sponda biancoceleste, è notizia fresca. Pare che l’amministratore delegato Beppe Marotta, in attesa di scoprire quanto gli azionisti possano mettere sul piatto per raggiungere l’obiettivo numero uno - il fiorentino Giampaolo Pazzini, valutato tra gli otto e i nove milioni di euro -, abbia chiesto informazioni su Tommaso Rocchi. Trentun’anni da compiere il prossimo 19 settembre, il centravanti veneziano non sta attraversando uno dei momenti migliori della propria carriera: procuratosi lo scorso agosto una microfrattura del perone con la maglia della Nazionale Olimpica, ha impiegato qualche mese prima di rientrare a pieno regime e - come se non bastasse - ha dovuto fare i conti con l’esplosione di Mauro Zarate.

I rapporti tra i due, così come quelli col tecnico biancoceleste Delio Rossi, non paiono idilliaci e non è da escludere che il presidente Lotito, qualora arrivasse una proposta allettante, possa mettere in conto una sua cessione. Se la pista Sergio Pellissier resta intanto in stand-by e il palermitano Andrea Raggi si fa ogni giorno più vicino, sempre sull’asse Lazio-Doria c’è da registrare una frenata sul fronte Cribari. Del ventottenne centrale brasiliano s’era parlato in sostituzione del partente Bottinelli (Boca Juniors e San Lorenzo sono in prima fila per assicurarsene le sue prestazioni), ma il suo procuratore Davide Torchia ha smentito appuntamenti in agenda.

Smentite, secche e decise, arrivano anche dalla Genova rossoblù. Il presidente Enrico Preziosi, intervenendo nella mattinata di ieri ad una trasmissione radiofonica, ha ancora una volta ribadito l’incedibilità di Diego Milito, appetito - si sa - da mezza Europa, da Real Madrid, Inter e Juventus in particolare. “Milito ci è costato dodici milioni e non lo vendo nemmeno per trenta - ha dichiarato il patron genoano ai microfoni di Radio Radio -. Il giocatore al Genoa e a Genova sta bene, si sente stimato. Non lo darei neppure se in cambio arrivassero Cambiasso, Balotelli e Obinna. Non c’è nessuna trattativa per una sua cessione; anzi, adesso stiamo lavorando per prendere un giocatore che possa sostituirlo e possa permettergli di fargli tirare un po’ il fiato, non un comprimario”.

In tal senso, il nome del trentunenne torinista Roberto Stellone si fa sempre più insistente, magari nell’ottica di uno scambio di prestiti con Alessandro Potenza, non certo - come paventato ieri da un quotidiano sportivo nazionale - con Giuseppe Sculli, incedibile pupillo di Gian Piero Gasperini e della Gradinata Nord. D’altronde, in coppia col Principe di Bernal, il Barone capitolino funzionò a meraviglia: i due formarono una straordinaria coppia-gol nell’anno della promozione negata 2004-05, in cui insieme, dando spettacolo, misero a segno la bellezza di 38 reti.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 30 dicembre 2008)

La Panini mette Cassano e Milito in copertina

Celo, celo, manca. Con l’approssimarsi delle festività natalizie, come ogni anno da quarantotto a questa parte, il mitico album Calciatori Panini è tornato in edicola. Edizione rinnovata, quella appena uscita, ricca di sorprese e novità per la gioia - o il rammarico, dipende dai punti di vista - di grandi e piccini. La più importante? Per la prima volta in assoluto, le figurine sono arricchite da preziose informazioni (numero di maglia e palmares in Italia del calciatore di Serie A raffigurato) che vanno così ad aggiungersi ai dati contenuti nei tabellini dei singoli giocatori (quest’anno più scarni del solito).

Per quel che riguarda le genovesi, ecco qualche piccola curiosità: in copertina - dove campeggia la figura di un calciatore stilizzato che somiglia assai al blucerchiato Accardi -, tra i vari Kakà, Amauri e Ibrahimovic, troviamo Diego Milito e Antonio Cassano, manco a dirlo uomini-immagine delle rispettive formazioni anche nelle quattro pagine a testa dedicate a Genoa e Sampdoria.

A far da sfondo alla sezione riservata ai rossoblù c’è una Gradinata Nord un po’ datata, con striscioni della vecchia Fossa dei Grifoni in bella vista (!). Passando invece al Doria, il povero Bruno Fornaroli - oltre all’utilizzo col contagocce da parte di Mazzarri - deve fare i conti con statistiche erroneamente impietose: il tabellino gli assegna 28 presenze e una rete in carriera col Nacional Montevideo, omettendo addirittura altre 14 marcature segnate in patria nello scorso campionato.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 30 dicembre 2008)

Cuore e lavoro, quarant'anni di Genoa raccontati in prima persona

“Ricordi di trent’anni di giornalismo. Appunti sparsi nella memoria, seguendo il filo delle emozioni e non necessariamente quello cronologico”. Le mie figurine rossoblù. Quarant’anni di Genoa vissuti in prima persona è un tuffo nel passato - ma non solo -, vero, sincero, spontaneo. Gessi Adamoli, giornalista del Lavoro prima, di Repubblica ora, notoriamente Grifone nel cuore, lo ha scritto con la passione di bambino, “onnivoro collezionista di figurine dei calciatori”, e con la bonaria malizia di quasi decano della stampa locale in attività. Due ore di piacevole e scorrevole lettura, una galleria di fatti e foto, aneddoti e personaggi che nel bene e nel male, dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, hanno fatto la storia moderna e contemporanea della più antica società d’Italia.

Dieci accurati profili costituiscono il fulcro del volume (edito da De Ferrari col patrocinio della Fondazione Genoa 1893 e disponibile nelle librerie al prezzo di 16 euro), profili che, alternando la voce dell’autore a quella del protagonista di turno, racchiudono l’intero spirito del libro: il malinconico ricordo di un calcio che non c’è più, di quando le ripartenze si chiamavano contropiedi, di quando Ramon Turone piangeva e doveva trasferirsi al Milan controvoglia, di quando Scoglio s’impuntava per avere Signorini; un calcio in cui chiacchierate libere e a cuore aperto tra allenatori, calciatori e giornalisti, senza filtri di uffici e addetti stampa, erano occasione di instaurare rapporti, talvolta anche amicizie, con un taccuino, una penna in mano e magari un buon bicchiere di vino davanti.

Il personalissimo pantheon genoano di Adamoli va dal fiero piemontese e juventino Gian Piero Gasperini all’umile campano, ristoratore mancato, Vincenzo Torrente, dal compagno Claudio Onofri che da piccolo giocava con le tute blu della Rivoira fino al camerata Custer Garbarini, genoano “costretto” a vestire la maglia del Doria (ma poi tornato sulla retta via rossoblù), passando per Fabrizio Gorin e i suoi incontri-scontri con Chiorri nei derby a cavallo tra Settanta e Ottanta, Franco Rotella, bravo ma troppo piccolo, e Roberto Pruzzo, O’Rey di Crocefieschi, per finire col trio Speggiorin-Cini-Capogna, semi-dimenticati bomber del “campionatissimo” di Serie C ’70-71 che sancì la rapida risalita del Grifone in cadetteria.

Scrisse Gianni Brera: “Seguendo le vicende genoane mi accorgo che questa è una storia a montagne russe, come è giusto che appaia una sintesi dedicata a compagine di mare. Ogni impennata è la cresta di un’onda, ogni caduta un’annaspare penoso fra due ventri che dall’alto minacciano”. Il gioco in appendice dell’alfabeto rossoblù personalizzato, che emblematicamente parte da Aguilera e finisce con Zeytulaev, conferma che - come spesso accadeva - il grande Giôannfucarlo ci aveva preso, in pieno.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 30 dicembre 2008)

martedì 23 dicembre 2008

Il gol rossoblù parla sempre castigliano, Olivera fa volare il Grifone

GENOVA - Vamos Genoa. Anche senza el Principe Milito, il gol in casa rossoblù continua a parlare castigliano. Nella domenica prenatalizia del “Bentegodi”, ci ha pensato una maravilla in extremis dell’uruguayano Rubén Olivera a far pendere la bilancia della gara contro il Chievo dalla parte dei ragazzi di Gian Piero Gasperini. Era da quasi diciassette anni che un calciatore celeste non segnava in campionato con la maglia del Genoa (16 febbraio ’92, ultimo gol genoano di Pato Aguilera in Serie A): in un sol colpo, l’ex juventino Olivera è riuscito nell’intento di aggiornare la statistica, non far rimpiangere il titolarissimo Diego e regalare ai suoi tre punti d’oro in chiave-permanenza nella colonna sinistra della classifica, vero obiettivo stagionale rossoblù, come ribadito ieri dal presidente Preziosi.

Malgrado la stracolma lista di definizioni - Milito, Ferrari, Milanetto e Sculli su tutti - e l’esordio forzato in massima serie del sedicenne italo-egiziano El Shaarawy - il più giovane di sempre nella storia del Grifone ma che personalità! -, Rubinho e compagni hanno chiuso l’anno solare 2008 in bellezza, con una vittoria in trasferta (la seconda consecutiva, la prima lontano da Marassi) e al sesto posto solitario in graduatoria.

Ora, per la banda di Gasperini, il calendario di lavoro festivo - modificato e alleggerito dopo il successo di Verona - parla di meritato riposo fino a Capodanno, poi ripresa della preparazione al “Signorini” il 2 gennaio 2009. Prima dell’anticipo casalingo di sabato 10 contro il Torino del “nemico” di una vita Walter Novellino, è stata inoltre fissata un’amichevole: il giorno dell’Epifania, il Genoa andrà a Livorno per vedersela con gli amaranto di un altro storico “avversario” della Nord, o scio Aldo Spinelli.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 23 dicembre 2008)

domenica 21 dicembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Fiorentina

Felipe Melo: Sbuffa, corre, argina e riparte. Il mediano brasileiro giganteggia nell’inaridito centrocampo di Marassi: al suo straripante cospetto, la conterranea Estátua do Cristo Redentor farebbe la figura di una statuina da presepe. Voto 7,5

Montolivo: Fronte alta e occhi languidi, Riccardo da Caravaggio pennella lo 0-1. Poi amministra con la solita sagacia e diligenza tattica. Voto 7

Cassano: A cinque giorni dal Natale, sembra in vena di regali, l’Antonio blucerchiato. Ci prova ma coglie il palo; ci prova e sbatte puntualmente contro quei marcantoni di Kroldrup (granitico. Voto 7) e Gamberini (concentratissimo. Voto 7). Ci prova ma non è proprio giornata. Voto 6 +

Frey su Delvecchio: Mezz’ora del primo tempo. Gennaro stacca di testa da due passi, il Wolverine gigliato - sensi ipersviluppati e artigli di adamantio - gli nega un gol già fatto. Parata strepitosa, da vero supereroe. Voto 9

La danzerina difesa del Doria: Una retroguardia inedita, quella siculo-argentina proposta oggi da Mazzarri. E si vede perché dietro, senza intesa e con affanno, si balla che è un piacere: Tarantella per Accardi, Tango per Campagnaro, Milonga per Bottinelli. Tutti fuori tempo. Voto 5

Vargas: Casinista ma efficace. Voto 6 -

Ziegler: Subentrato a Pieri, giovedì sera aveva limitato le scorribande andaluse, non disdegnando qualche buon contrattacco. Nell’odierno pomeriggio marassino, il biondino elvetico non fa nulla di tutto questo. Voto 5

Lo stile Fiorentina: Si fa - giustamente - un gran parlare di fair-play e terzo tempo, fiori all’occhiello della società viola. Poi, però, Comotto si finge morente e resuscita pimpante non appena scorge la barella. Per non parlare di Mutu, che simula nel primo tempo e, nel secondo, impiega più di un minuto per uscire dal campo una volta sostituito. Se stile dev’essere, che lo sia fino in fondo. Voto 5,5

Federico Berlingheri
(Goal.com, 21 dicembre 2008)

sabato 20 dicembre 2008

Fedelissimi, sciarpe blucerchiate per la "Ghirotti" e per Simona

GENOVA - Migliaia di bandiere, sciarpe e berretti blucerchiati; migliaia di euro devoluti in beneficenza. Dal dicembre del 2003, il Club Fedelissimi Sampdoriani 1961 ha devoluto all’Associazione Gigi Ghirotti, Onlus genovese che si occupa di malati terminali, più di 60.000 euro. Il tutto in nome della solidarietà e in memoria di Simona Colombino, anima del club scomparsa nel 2002 a soli trentasei anni dopo una lunga malattia.

Per la sesta stagione consecutiva, con l’avvicinarsi del quinto anniversario della morte di Simona, i Fedelissimi metteranno in vendita, al costo minimo di 3.50 euro, migliaia di sciarpe blucerchiate. Si potranno acquistare prima di Sampdoria-Fiorentina di domani, presso i banchetti allestiti dai ragazzi del club e posti agli ingressi di tutti i settori del “Ferraris”.

L’intero incasso, al netto dei costi, andrà ancora una volta a favore dell’Onlus del professor Franco Henriquet: l’invito è ovviamente rivolto a tutti i sampdoriani “perché così facendo - si legge nel comunicato dei Fedelissimi - si aiuta una delle associazioni più importanti di Genova e, allo stesso tempo, si ricorda una grande tifosa blucerchiata”.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 20 dicembre 2008)

Genoa, niente Chievo per Milito

GENOVA - Gioca, non gioca, gioca, non gioca. In vista del ChievoVerona, Gian Piero Gasperini sfoglia la margherita. Le condizioni di Diego Milito sono stazionarie e, al momento, un suo impiego domani pomeriggio al “Bentegodi” (arbitrerà Celi di Campobasso) pare piuttosto improbabile. “La presenza di Milito è molto, molto dubbia - ammette senza nascondere un velo di rammarico il tecnico di Grugliasco -. Dipenderà dalla sua volontà e da quella dei medici, ma in questi giorni non c’è stato il miglioramento sperato. Già domenica scorsa ha giocato in condizioni precarie e non avrebbe dovuto: insomma, la vedo difficile”.

Se per il Principe di Bernal - sempre alle prese con la noiosa infiammazione ai retti femorali - le possibilità di scendere in campo calano quindi inesorabilmente, aumentano invece quelle di poter contare su Biava (leggera infiammazione al ginocchio) e Juric (affaticamento all’adduttore della coscia destra). Gasperini non fa nomi, ma, da questo punto di vista, sembra piuttosto tranquillo: “Qualcuno spero di recuperarlo, occorre valutare alcune situazioni, anche se resto fiducioso. Malgrado qualche acciacco di troppo, le squalifiche di Sculli e Milanetto e l’intervento di Ferrari, possiamo fare il massimo. Andremo a Verona a fare la nostra gara, contro un avversario che ha qualche problema e la classifica lo dimostra. Si tratta di una partita alla nostra portata e ci teniamo a chiudere nel migliore dei modi un anno molto positivo”.

Per farlo, il mister rossoblù non sposterà capitan Rossi sulla linea degli attaccanti (“Ho altre soluzioni in mente”) e si aspetta segnali importanti da parte di chi - fino a questo momento - è stato impiegato meno, Olivera e Jankovic su tutti. “Rubén è recuperato; negli ultimi mesi non ha avuto opportunità di giocare con continuità perché in quel ruolo è arrivato Milito, ma non scordiamoci che nel precampionato ha fatto bene. È antipatico sentir sempre parlare dell’ingaggio di un vice-Milito; questa situazione, per me abbastanza chiara, non l’ho mai capita. Abbiamo fatto un tentativo, prendendolo a parametro zero e cercando di recuperarlo: l’alternativa a Diego ce l’abbiamo in casa ed è Olivera”.

Per quel che riguarda invece l’esterno serbo, Gasperini non usa mezzi termini: “Chi ha giocato se l’è sempre meritato. Sino ad oggi, tredici giocatori hanno reso con continuità; sette-otto, per varie ragioni, hanno faticato. Tra questi Jankovic, che qualche problema l’aveva già avuto a Palermo e ancora prima in Spagna. Lui ha comunque dimostrato di avere la volontà di migliorare e contro il Chievo avrà la sua opportunità”.

Intanto, una bella notizia sul fronte tifo e solidarietà: con la lotteria benefica a favore dell’Associazione per la ricerca sulla Sindrome di Rett sono stati raccolti 24 mila euro. I possessori degli 11 biglietti vincenti (visibili sul sito ufficiale rossoblù) potranno ritirare la maglia indossata in Genoa-Atalanta dal calciatore abbinato al proprio numero a partire da lunedì 22 dicembre prossimo fino al 18 gennaio 2009, presso il Genoa Store di Largo XII Ottobre.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 20 dicembre 2008)

giovedì 18 dicembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Siviglia (Coppa Uefa)

I quattordici (più uno) che fecero l’impresa: Siviglia superiore, in tutto e per tutto, e con due risultati su tre a disposizione; Doria alla disperata ricerca di una vittoria: per farlo non occorreva dare il massimo, occorreva di più. Guidati da mister Mazzarri (epico condottiero. Voto 7), oltre a temperamento e lucidità, i blucerchiati ci hanno messo il cuore e alla fine ce l’hanno fatta, meritando. E ora il cammino a dodici stellette gialle può continuare - per la prima volta nella storia - coi sedicesimi di Coppa Uefa. Complimenti Sampdoria! Cento di queste sfide da sogno, da vera regina sotto i riflettori. Voto 10

Bottinelli: Invalicabile dietro, spietato davanti. Se la Samp è regina, il biondo Jonathan - goleador improvvisato - è il suo re, per una notte. Voto 7,5

Padalino&Jesús Navas: Per arrestarli ci vogliono le maniere forti. Razzenti, imprendibili, due fulmini di guerra sulle fasce di competenza. Voto 7 + per il primo, 7 - per il secondo

Konko: A volte ritornano. E giocano come ci avevano abituato. L’ex McLaren gasperiniana torna a sfrecciare sulla corsia di destra del “Ferraris” e lo fa con divina disinvoltura. Peccato per lui che s’infortuni ad inizio ripresa e che eccellere contro il Doria - proprio come lo scorso 17 febbraio - non gli basti mai... Voto 7

Gastaldello: Testa alta e sguardo da duro, il gringo dell’Alta padovana annienta un certo Luís Fabiano (reso innocuo. Voto 5). Il solito Clint Eastwood, grintoso ed efficace. Voto 7

Fazio: Di testa son tutte sue, coi piedi - essendo l’argentino un difensore adattato in mediana - lascia alquanto a desiderare. Che tempo che fa in Andalusia? Da stasera, nubi in arrivo. Voto 5,5

I voli di Castellazzi: Non sta bene, ma l’infortunio di Reggio non pare condizionarlo. Il Grillo verdecerchiato regge il confronto col collega Palop (pimpante. Voto 7), saltando da palo a palo e tenendo in corsa i suoi con due interventi da applausi su Luís Fabiano prima e Jesús Navas poi. Voto 7/8

Chi c’era e chi è rimasto a casa
: La voglia di crederci si palpa, l’apporto canoro della Sud è notevole, la passione supera ogni limite. Ma qualcosa, in una nottata storica e magica al tempo stesso, non è andato giù: quei buchi sugli spalti. D’accordo, la diretta tv in chiaro e il clima avverso non hanno certo favorito l’affluenza in un giovedì pre-natalizio, ma - obbiettivamente - sedicimila spettatori per una sfida europea, da dentro o fuori, contro una delle squadre più prestigiose degli ultimi tempi, paiono davvero pochi. Ci si sarebbe aspettato qualcosa di più. Voto 9,5 e voto 2

Federico Berlingheri
(Goal.com, 18 dicembre 2008)

mercoledì 17 dicembre 2008

Webb, ancora tu: Sampdoria-Siviglia al fischietto inglese

GENOVA - Toccherà al trentasettenne poliziotto inglese Howard Webb arbitrare domani sera al “Ferraris” l’ultimo match del Gruppo C di Coppa Uefa tra Sampdoria e Siviglia. Per l’esperto fischietto di Rotherham (che sarà coadiuvato dai connazionali Peter Kirkup e Philip Sharp) non si tratterà di una prima assoluta a Marassi: Webb diresse infatti Sampdoria-Vitória Setúbal del 29 settembre 2005, primo turno di Uefa. Il precedente è benaugurante visto che i blucerchiati, allora allenati da Walter Alfredo Novellino, sconfissero gli iberici per 1-0 grazie a un gol di Andrea Gasbarroni.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 17 dicembre 2008)

domenica 14 dicembre 2008

Promossi & Bocciati di Reggina-Sampdoria

Cassano: Come al disneyano Merlino bastava un tocco di bacchetta magica per dirimere le questioni più spinose, ad Antonio basta il pallone tra i piedi per far tornare il Doria al successo esterno. Magico inventa, imprevedibile crea, dispensa perle a destra e a manca. Prima si trasforma in lepre costringendo al rigore Maga Magò Cirillo versione rinoceronte (l’aspetto fisico e l’irruenza sono più o meno simili. Voto 5); poi prende le sembianze di una saggia e altruista tartaruga, temporeggiando in area e servendo all’accorrente Semola Padalino (primo gol in A e ottimi spunti. Voto 7) il pallone dello 0-2 che chiude i giochi e duelli. Voto 8

Corradi: Prode e coraggioso fantino, Bernardo si batte e si sbatte su tutto il fronte offensivo. Pare in gran forma e galoppa come Elisir Logudoro all’ultimo Palio dell’Assunta. A differenza del trionfante cavallo del Bruco, per il bel centravanti senese non è giornata: la traversa colpita ad inizio ripresa sembra dirglielo chiaramente. Voto 7

Pieri: Le occasioni migliori càpitano sul suo mancino non proprio vellutato. La Cavalletta grossetana le fallisce puntualmente ma corre, corre e ancora corre: una generosità senza rivali. Voto 6,5

Brienza
: Primo tempo squillante, ripresa sottotono. È il suo calo a dare il la al fiasco della banda di Orlandi. Voto 6

Bellucci: Il rigore pesa quanto un macigno, Bello lo realizza con freddezza. Per la brillantezza che ancora manca c’è bisogno di tempo (o un po’ di Finish Quantum). Voto 6

L’intervento di Cozza su Dessena: Minuto 38. Il piede a martello di capitan Ciccio - oltretutto già ammonito e graziato da Gava - colpisce il giovane centrocampista parmigiano, costretto ad alzare bandiera bianca in lacrime e in barella. Voto 3 e in bocca al lupo per Daniele!

Castellazzi e il “Granillo”: Evidentemente, lo stadio di via Galilei non gli porta bene... Era panchinaro il 17 dicembre di due anni fa quando il titolare Berti uscì malconcio nel finale. Novellino però aveva esauriti i cambi e toccò a Delvecchio mettersi i guanti nel forcing reggino. Il 13 aprile scorso, il portiere di Gorgonzola si infortunò invece alla spalla, trauma che gli costò operazione, stop e ritorno dopo sei mesi. E siamo ad oggi: forfait nel riscaldamento per una botta ad un dito della mano destra e spazio a Mirante. Visto l’andazzo, l’anno prossimo, Luca, evitati il viaggio e resta pure a casa. Voto 2

Tognozzi: Un uomo un perché nella mediana reggina. Voto 5

L’omaggio di Nonna Maria a Mazzarri: Sono le piccole storie, quelle che non fanno rumore, che poi cambiano gli uomini, che gli attraversano il cuore. La storia in questione è quella tra il mister di San Vincenzo e una città intera, Reggio Calabria, che ancora una volta lo ha accolto da trionfatore: la rosa donatagli dalla decana del tifo amaranto - ottant’anni e tanta voglia di fare il tifo! - prima del fischio d’inizio vale più di mille battute di tastiera. Voto 10

Federico Berlingheri
(Goal.com, 14 dicembre 2008)

giovedì 11 dicembre 2008

La Sestrese rafforza la difesa: preso Gallotti

GENOVA - Ancora un volto nuovo in casa Sestrese. Per rimediare all’emergenza difensiva, la società verdestellata ha concluso l’ingaggio di Matteo Gallotti, centrale di scuola sampdoriana che arriva dal Ponsacco (girone E della Serie D). Genovese classe ’86, dopo le esperienze con Carrarese (C2) e Valenzana (C2), Gallotti torna così a giocare in Liguria dopo la stagione 2005-06, nella quale sfiorò la promozione in C2 con la maglia del Sestri Levante. Una curiosità: Matteo è il fratello minore di Simone, ex giornalista di Telecittà e oggi volto della Tv della Libertà.

Federico Berlingheri

mercoledì 10 dicembre 2008

La Regione non premia Dessena e Marotta s'infuria: «Una vergogna»

GENOVA - Criscito e Bocchetti sì, Dessena no. E la Sampdoria s’infuria. Ma andiamo con ordine. Nella mattinata di oggi, la Regione Liguria ha organizzato la premiazione dello sportivo ligure del 2008. Nell’anno delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi sono stati inoltre assegnati riconoscimenti a tutti gli atleti italiani che in Cina hanno rappresentato la Liguria nelle varie discipline. Tra questi, i rossoblù Domenico Criscito e Salvatore Bocchetti quali portabandiera del Genoa nella Nazionale Olimpica di calcio di Pierluigi Casiraghi. Piccolo particolare: tutti meno uno, visto che tra gli azzurrini a Pechino c’era pure il sampdoriano Daniele Dessena, non invitato alla manifestazione e quindi non premiato.

L’assessore allo Sport Fabio Morchio - genoano dichiarato così come il presidente della Regione Claudio Burlando - s’è ben presto prodigato nel giustificarsi della gaffe-omissione, ma Beppe Marotta non ci sta. Intervenuto in diretta ad una trasmissione dell’emittente ligure Primocanale, l’amministratore delegato blucerchiato ha dichiarato stizzito: “La dimenticanza di Dessena è un episodio altamente spiacevole, una vergogna. Le scuse sono inevitabili anche se questa vicenda lascerà comunque un segno. Prima di organizzare una manifestazione pubblica, occorre informarsi: se i signori assessori non sono capaci di fare il proprio lavoro, si facciano da parte. Se io fossi un elettore, non mi sentirei degnamente rappresentato da queste persone”.

“Non è la prima volta che le istituzioni locali si scordano della Sampdoria - ha continuato Marotta -. Penso alle recenti vittorie della nostra Primavera, rese possibili grazie all’operato del nostro presidente, uno che si è sempre impegnato per Genova e tanto ha fatto per la città, vedi l’intervento per salvare il Carlo Felice. In occasione della conquista dello Scudetto, della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana, successi sul piano sociale oltreché su quello sportivo, nessuno ci ha mai chiamato in Comune o in Regione per un qualche riconoscimento, cosa che mi era successa ad esempio a Bergamo quando mi trovavo all’Atalanta”.

Evidentemente, a Genova è sempre derby, anche quando la fede calcistica dovrebbe c’entrare poco...

Federico Berlingheri
(Goal.com, 10 dicembre 2008)

domenica 7 dicembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Genoa

Milito: C’era una volta un Principe… Inizia così una favola tutta a tinte rosse e blu che in questa serata di dicembre ha scritto il suo ennesimo capitolo. Un capitolo dolce come il miele, dolce come un bacio capace di risvegliare una stracittadina tanto brutta da parer vittima di un sortilegio. Il nobile centravanti di Bernal scende dal cavallo bianco, ci mette la testa, puf!, 0-1. E tutti - i genoani - vissero felici e contenti. Voto 7,5

Cassano: La sente la partita, forse troppo. Chissà quante volte, con l’immaginazione, se l’è giocata e rigiocata. E, all’appuntamento più importante, ci arriva carico, forse troppo. Peter Pan prova - al solito - a far volare i suoi, a prenderli per mano, ma è perennemente braccato da almeno due avversari. Stavolta - ahilui - ha la meglio la ciurma di Uncino. Voto 6

Rossi: Un cuore grande così. Voto 6,5

Criscito vs Padalino: Sulla mancina genoana, al partenopeo Mimmo tocca un compito non da poco: chiudere sullo scattante elvetico Marco. Concentrato e guardingo, il 4 rossoblù spegne sul nascere la maggior parte delle iniziative del 20 blucerchiato, aggiudicandosi il duello fra zazzere bionde. Voto 6,5 al primo, 6 al secondo

Fornaroli: El Tuna entra e, in spaccata, ci mette una pezza; il teramano Di Liberatore tarpa le ali alla gioia del suo primo gol in A. Voto 6 +

Gli ammoniti e il gioco spigoloso: Biava, Franceschini, Sculli, Milanetto, Motta e Delvecchio nel primo tempo; Padalino, Rubinho, Campagnaro, Cassano e Stankevicius nel secondo. In totale fa poco spettacolo, tanti calcioni e undici sanzioni: Farina conferma la tendenza al cartellino facile ma stavolta non sbaglia. Voto 4

Bocchetti: Dentro a sorpresa, dopo l’uomo-partita, risulta il migliore in campo. Morde deciso e pulito, il Mastino napoletano. Se il fortino rossoblù regge fino all’ultimo è soprattutto per merito suo. Voto 7

I battibecchi Sculli-Cassano: L’uno calabrese verace, l’altro barese doc: per capirli sarebbe servito l’interprete. Voto 3

Le Gradinate prima del fischio di inizio: Il solito spettacolo, quello di sempre, quello del Derby della Lanterna. Voto 10

Federico Berlingheri
(Goal.com, 7 dicembre 2008)

Primavera, l'antipasto di Derby finisce senza gol

GENOVA - Finisce a reti inviolate il preludio mattutino al Derby della Lanterna. Le formazioni Primavera di Sampdoria e Genoa si annullano a vicenda e tornano quindi a pareggiare una stracittadina dopo più di quattro anni (1-1 il 6 novembre 2004), visto che gli ultimi cinque confronti erano stati tutti appannaggio dei blucerchiati (1-0, 1-0, 0-2, 0-1, 1-0).

In campo - Al centro della difesa, Pea preferisce Lamorte a Campanella, in mediana Leto a Fedeli. Davanti Mustacchio e Marilungo appoggiano l’unica punta Ferrari. Chiappino, invece, dà le chiavi del centrocampo a capitan Costantini e si affida alla verve del nazionale azzurro under 17 El Shaarawi (classe ’92). Scotto fa da punto di riferimento offensivo.

Si gioca - Il Genoa parte col piglio giusto, carico e aggressivo, e già dopo un minuto e mezzo riesce a rendersi pericoloso dalle parti di Fiorillo. Scotto fa da sponda al biondissimo sloveno Lazarevic, la cui conclusione è ribattuta in angolo. Non trova sbocchi, il Doria con lo Scudetto al petto. Marilungo prova a cambiare marcia, fa ammonire Costantini e Signorini, ma viene puntualmente raddoppiato e quando sta per approfittare di un’indecisione di Lamanna (16’) è fermato sul più bello. Bello lo spunto di El Shaarawi al 26’: l’ala di origine egiziana ruba palla a un distratto Patacchiola, s’invola verso l’area doriana, elude l’intervento di Lamorte, spara verso la porta, Fiorillo, però, chiude in corner. Da un altro tiro dalla bandierina (35’) nasce un altro sussulto, ancora grazie a El Sharaawi, che, al volo, dal limite, alza troppo la mira. Al rientro in campo è ancora Grifone, più intenso e combattivo: Costantini ci prova dalla distanza (54’) e poi su punizione (56’), ma Fiorillo è attento in entrambi gli interventi. Attento anche Lamanna al 59’, costretto in corner da un beffardo cross dalla destra di Grieco. Dall’angolo che ne deriva, i blucerchiati chiedono un fallo di mano, il lucchese Liotta fa proseguire. A parte qualche altro giallo e un colpo di testa di Lamorte su punizione di Donati (62’), tutto procede senza sussulti fino al triplice fischio: pari giusto.

La chiave - La tramontana che spira sull’impianto genovese della “Sciorba” e le tutt’altro che perfette condizioni del prato non facilitano il possesso-palla né trame di gioco particolarmente efficaci. A risentirne è l’estetica del match e la sostanziale latitanza di occasioni nitide.

La chicca - Se in campo si sprecano azioni convulse e cartellini gialli, l’atmosfera che si respira tra il pubblico sugli spalti fa da acceso e gustoso antipasto al piatto forte della serata. Goliardia, sfottò e cori di scherno: l’appuntamento è a Marassi, ore 20,30. Con lo stesso spirito e la stessa sportività.

Top&Flop - Costantini è il faro del centrocampo rossoblù, Donati e Leto faticano non poco a contrastarlo. El Shaarawi è il migliore nel primo tempo, ma si spegne nel corso del secondo al pari di Lazarevic. Male Patacchiola, sostituito nell’intervallo da un discreto e concentrato Perazzo.

Federico Berlingheri

Tabellino

Sampdoria-Genoa 0-0

Sampdoria (3-4-2-1): Fiorillo 6,5; Patacchiola 5 (46’ Perazzo 6), Lamorte 5,5, Marconi 6; Grieco 5,5, Donati 5, Leto 5,5 (88’ Muratore s.v.), Pondaco 6; Mustacchio 5, Marilungo 6; Ferrari 5,5 (75’ Di Leva 5,5). All. Pea 5,5

Genoa (4-2-3-1): Lamanna 6; D’Alessandro 6,5, Signorini 6, Bendjemia 6,5, Rondinara 6; Cofie 6, Costantini 6,5; Ferraro 5,5 (63’ Di Nunzio 5,5), Lazarevic 6 (92’ Romero s.v.), El Shaarawi 6,5; Scotto 6 (81’ Parodi s.v.). All. Chiappino 6

Arbitro: Liotta di Lucca 6

Ammoniti: Costantini, Signorini, D’Alessandro, Grieco, Cofie, Lamorte


(Goal.com, 7 dicembre 2008)

sabato 6 dicembre 2008

Virgili illumina il cammino della Sestrese, Savona ko e contestazione

GENOVA - Nel fine settimana delle stracittadine rossoblucerchiate (Serie A, Primavera e Allievi regionali), il calendario del Campionato Nazionale Dilettanti mette di fronte Sestrese e Savona. Un derby atipico, quello del “Piccardo” di Borzoli, se si pensa alle differenti province di appartenenza e alla quarantina di chilometri che divide le due realtà; un derby regionale dunque ma pur sempre acceso e sentito. Un derby - alla fine - brutto e spigoloso, deciso a cinque minuti dal fischio conclusivo dall’appena entrato Virgili, verdestellato classe ’90, lesto a battere Fiory nell’area piccola su assist di Piacentini.

C’è un buon pubblico sugli spalti borzolesi, il sole splende e la temperatura è gradevole. Decisamente meno piacevole risulta lo spettacolo - si fa per dire - offerto dalle due contendenti: la Sestrese di Balboni è alle prese con un’emergenza che la attanaglia da inizio stagione; il Savona di Bortolas con la rivoluzione (via Giglio e Salafrica, presi Troiano e Falchini) che in settimana ha stravolto la rosa. Al quarto d’ora, la prima vera conclusione è degli striscioni e porta proprio la firma di Troiano, mediano partenopeo di scuola-Genoa: l’altro ex rossoblù Ivaldi alza in corner. Il gioco non decolla ma gli animi si surriscaldano. Siamo al 25’ quando il savonese Feliciello esce malconcio da un duro contrasto con Piacentini e, tra le proteste dello sparuto gruppo di tifosi ospiti, è costretto a terra per quattro minuti abbondanti prima del lento intervento della barella e dell’uscita dal campo. Entra l’ex Riggio, che a Borzoli è nato e cresciuto. Se non fosse per i continui rulli di tamburo del capo-ultrà verdestellato Bomba Bomba Deniss e per un altro infortunio - occorso al numero uno Ivaldi ad inizio ripresa, al suo posto Chinchio -, ci sarebbe da appisolarsi. Lo 0-0 pare ormai scritto, ma - come detto - ci pensa un gol di Virgili all’85’ a trascinare i sestresi fuori dalla “selva oscura” dell’ultima piazza e a mandare all’Inferno i biancoblù, all’uscita aspramente contestati dai propri attempati supporter.

I risultati degli altri anticipi della sedicesima giornata: Biellese-Sarzanese 3-1, Lavagnese-Novese 2-0, Virtus Entella-Cirié 3-0. La nuova classifica: Biellese 32, Spezia 26, Casale e Sarzanese 24, Rivarolese 23, Lavagnese 22, Sestri Levante e Savona 20, Pro Settimo e Virtus Entella 19, Derthona 18, Novese 17, Rivoli, Cuneo e Albese 16, Lottogiaveno e Sestrese 12, Valle d’Aosta 11, Cirié 9.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 7 dicembre 2008)

giovedì 4 dicembre 2008

Cassano contro Milito. E il Derby della Lanterna comincia a scaldarsi...

GENOVA - Sono i due giocatori più attesi del Derby, poco da dire. Antonio Cassano e Diego Alberto Milito vogliono dire Sampdoria e Genoa. E soprattutto, vogliono dire spettacolo. La prossima giornata di Serie A li metterà finalmente a confronto, dimostrando che Genova è tornata grande e che sotto la Lanterna si può davvero sognare un calcio di altissimo livello. Per questo motivo, noi di Goal.com, abbiamo voluto metterli a confronto. Raccontando Peter Pan e Principe coi loro grandi pregi, ma anche con le loro pecche tecniche. Non dimenticando quella che è la parte più interessante del pre-gara della stracittadina, quella delle coreografie che potrebbero meritare.

Qualità assoluta
Da una parte la poesia, l’inventiva, un tocco di palla innato, divino e sublime che pare di cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare. Se Dante, da lassù, seguisse il calcio, apprezzerebbe di sicuro. Dall’altra uno tra i centravanti più prolifici d’Europa, con undici reti realizzate in tredici gare, una vera e propria spina nel fianco per qualsiasi difesa, che fa reparto da solo pur non avendo un fisico da corazziere: punta tutto sulla tecnica sopraffina che lo contraddistingue, in particolare nello stretto e nel dialogo con gli esterni; segna ma fa anche segnare - chiedere a Sculli che ha già realizzato cinque gol, una dolce anomalia nella carriera del tornante calabrese…

Difetto maggiore
Il blucerchiato è suo malgrado noto anche per i casini combinati in campo e fuori, i vaffanculo e le corna agli arbitri, gli “allora giocaci tu” al mister di turno, gli eccessi, le irriverenze, le magliette tirate. Insomma, le cosiddette cassanate, frutto di un’impulsività fuori dal comune che ne ha condizionata la carriera fino al 2 marzo scorso, giorno in cui la famosa vena si tappò - si spera - per l’ultima volta. Il Principe, già dal soprannome, non condivide col barese il difetto, ma il suo unico punto debole palese è la scarsa capacità nel colpo di testa; non riesce a staccare di molto, perciò è alquanto improbabile che possa sopraffare le difese avversarie con qualche bella incornata… alla Skuhravy.

Rapporto con la piazza
Reciproco e intensissimo, per entrambi. Poco dopo il suo ritorno sulla sponda rossoblu del Bisagno, Diego poteva già vedere una sua foto appiccicata su un muro di Piazza delle Erbe, nel cuore della città vecchia: segno che il popolo rossoblu non aveva dimenticato il condottiero della promozione 2005, costretto all’esilio dall’intervento della giustizia sportiva che aveva cacciato i grifoni in Serie C. Altro segno: gli abbonamenti, già a quota alta, dopo il suo ritorno sono letteralmente andati a ruba, così come le magliette da gioco col suo nome. La Militomania continua oggi, a mesi di distanza, e non accenna a diminuire: per i tifosi del Grifone, Diego è una sorta di uomo del destino, simbolo della rinascita dell’antico sodalizio ligure. Fantantonio, invece, chiese affetto, in quella calda mattinata del 18 agosto 2007 in cui si presentò allo Starhotel di Brignole. E già lì, i più di duemila tifosi presenti gliene diedero un piccolo antipasto. Da quell’afoso meriggio, slalom dopo slalom, gol dopo gol, Antonio è divenuto l’idolo, uomo-simbolo di un’intera tifoseria; e quell’affetto iniziale s’è ben presto tramutato in amore.

Frase doc
Antonio Cassano: “Io mi accontento di stare bene con me stesso, di vivere da re. Gioco a calcio, guadagno e mi diverto. Il mio talento me l’ha consentito. Se un giorno mi accorgerò che sono stato un cretino ve lo farò sapere. Per ora vado avanti così, con il mio talento inespresso”.

Diego Alberto Milito: “Alla gente dico una cosa: darò tutto me stesso per la maglia, cosa che ho fatto in tutte le squadre in cui ho giocato, ma qui lo farò in modo particolare perché è qui che mi sento a casa mia”.

Se la tifoseria dovesse dedicargli una coreografia, sarebbe…?
I doriani opterebbero per un Peter Pan, eterno fanciullo col numero 99 sulla schiena, in volo fiero e leggiadro su quel mare di colori che è la Sud. Cielo blu, cerchiato di blu, sullo sfondo. E un mesto Capitan Uncino rossoblù, costretto, da sempre ad inseguire e masticare amaro. La Nord replicherebbe con una gigantesca copia della foto che lo vede baciare la maglia sotto la gradinata dopo il rigore segnato al Milan nel settembre scorso: il ritorno del Principe a Marassi, condito dal gol-partita ad uno dei rivali principali della tifoseria genoana... nella speranza di un bis contro i cugini.

Qualità che uno ha e all’altro manca?
Milito ha molto autocontrollo, qualità che lo porta a non incorrere quasi mai in interventi disciplinari: questa attitudine è molto apprezzata anche dai compagni, che non vivono mai momenti di tensione con lui o da lui causati. L’Antonio di piazza del Ferrarese, di nobile non ha nulla. Ma, altro che principi: col cuoio tra i piedi la sua classe non ha i rivali! E poi il piglio da leader, la capacità di assumersi le responsabilità e di caricarsi sulle spalle la propria squadra, spronando i compagni, incitandoli in caso di difficoltà e mettendoci la faccia, sempre e comunque.

L’uno è più forte dell'altro perché...
Milito ha una continuità impressionante: non sbaglia l’approccio ad una partita da tempo immemore. Sul piano tecnico invece è pressoché impossibile fare un confronto, visto che i due giocatori hanno ruoli diversi. Perché? - risponderebbe la Sud. Semplicemente perché gioca nella Sampdoria. Occorre aggiungere altro?

Federico Berlingheri e Marco Martini
(Goal.com, 4 dicembre 2008)

Liegi ancora più amara: peggior sconfitta europea dell'era moderna

LIEGI - Tre scoppole senza colpo ferire non si erano mai viste. In Europa, il disarmante 3-0 giunto contro lo Standard Liegi è il peggiore risultato della Sampdoria negli ultimi quarantasei anni. L’unica sconfitta più pesante nelle 78 sfide blucerchiate nelle principali manifestazioni internazionali risale infatti al 12 dicembre 1962, ottavi di finale della Coppa delle Fiere: a Budapest contro il Ferencváros, Cucchiaroni e compagni vennero strapazzati per 6 reti a 0.

Da allora fino al tracollo del “Maurice Dufrasne”, per il Doria soltanto debacle con soli due gol di scarto: 2-0 dal Benfica (ottavi Coppa Coppe ’85-86), 2-0 dal Barcellona (finale di Coppa Coppe ’88-89), 2-0 dal Milan (Supercoppa Europea ’90), 2-0 dall’Atletico Bilbao (trentaduesimi Coppa Uefa ’97-98), 3-1 dal Bologna (quarto turno Intertoto ’98), tutte sconfitte dolorosissime ma certamente più onorevoli di quella di ieri sera.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 4 dicembre 2008)

mercoledì 3 dicembre 2008

Promossi & Bocciati di Standard Liegi-Sampdoria

Lo spicchio di tifosi blucerchiati: Alcuni sono rimasti a Pisa, bloccati dalla nebbia, ma sono comunque tantissimi, quasi duemila, colorati e finalmente coi loro striscioni. La coreografia all’ingresso in campo delle squadre e l’incitamento continuo malgrado il passivo costituiscono le uniche note liete dell’amara trasferta doriana in terra belga. Almeno loro… Voto 10

Jovanovic: Un’iraddidio sulla mancina. Il serbo asfalta tutto ciò che si trova davanti, propizia l’1-0, segna il tris e merita l’ovazione dello Sclessin a tempo quasi scaduto. Che giocatore! Voto 8

La difesa del Doria: Come il Titanic, mancava solo “My Heart Will Go On”… A differenza del Titanic, qui il naufragio pareva annunciato. Voto 4

Fornaroli: Ok, la partita non era delle più semplici; el Tuna però un po’ del suo ce lo mette. I centrali Onyewu e Sarr paiono due bronzi di Riace berlusconianamente abbronzati, non dei fulmini di guerra: il delantero di Salto non ne approfitta mai, deludendo - come tutti del resto - anche in questa gelida serata in Vallonia. Voto 4

Witsel: Futuro uomo mercato del Vecchio Continente, emblema classe ’89 di uno Standard in cui il più “anziano” ha ventinove anni e siede in panchina. Voto 7,5

Stankevicius: Delle rimesse laterali è una sorta di mago. E non se la cava male neanche nel sbagliare gli appoggi più elementari. Voto 4

Onyewu: Colosso stars and stripes. Il suo raddoppio sa tanto di “Doriani, go home!”. Voto 7

Cassano
: Entra a frittata già bell’e pronta. Fa quel che può, ai miracoli non ci ha ancora abituati. Voto 6

La “fame” dello Standard: Ai belgi padroni di casa basterebbe un punto soltanto per qualificarsi ai sedicesimi, ma in campo, a differenza di un Doria da bandiera bianca preventiva (Voto 3) mettono l’anima. Caricati da un tifo infernale, i Rouches di Bölöni sorprendono per brillantezza, tenacia e intensità: in 42 minuti è tutto già deciso. Voto 8,5

La compilation pre-partita: Musica tamarra che più tamarra non si può sparata a palla dalle casse del “Dufrasne” e cadenzata orgogliosamente da entrambe le gradinate. E poi, in giro per il mondo, la fama di cafoni la avremmo noi italiani… Voto 2

Federico Berlingheri
(Goal.com, 3 dicembre 2008)

martedì 2 dicembre 2008

Mazzarri perde Palombo e pensa allo Standard: "Ce la giocheremo"

LIEGI - Tre, quattro gradi al massimo. La temperatura che attenderà la Sampdoria nella grigia patria di Georges Simenon non sarà certo delle più tiepide. Ma per i blucerchiati giunti a Liegi nella tarda mattina di oggi la doccia fredda arriva da dove si era partiti, quasi mille chilometri di distanza: Angelo Palombo, con tutta probabilità, sarà costretto a dare forfait in vista del Genoa. Il capitano doriano, rimasto a Genova al pari dell’influenzato Mirante (Fiorillo andrà in panchina, Negretti in tribuna), ha pagato lo sforzo di Cagliari al rientro dopo due mesi di assenza e difficilmente potrà recuperare per l’atteso derby, posticipo domenicale della quindicesima giornata.

A confermarlo è proprio Walter Mazzarri, nella sala stampa del “Maurice Dusfrasne”, gioiellino architettonico al centro del quartiere di Sclessin e tana dello Standard. “Credo che Palombo non sia disponibile per domenica sera - ammette a malincuore il mister blucerchiato -. Purtroppo, nel corso dell’ultima di campionato, abbiamo visto che non ha ancora una condizione fisica accettabile. Vedremo se riusciremo a recuperarlo, magari per la panchina, anche se non sarà facile”.

Intanto, però, non c’è tempo per piangersi addosso; c’è da pensare alla sfida di Coppa Uefa contro i campioni in carica belgi e l’uomo di San Vincenzo si proietta già alle 20,45 di domani: “Sarà una gara difficilissima, lo stadio sarà una bolgia e l’ambiente molto caldo. Devo fare poi i complimenti all’allenatore avversario (il rumeno Bölöni, ndr) perché sono una formazione ben messa in campo, hanno una grande organizzazione e un’altrettanto grande condizione atletica. A mio avviso sono loro i favoriti per il passaggio del turno. Si tratta di una squadra importante, con molti calciatori bravi, squadra che va affrontata bene: non bisogna fare calcoli, dobbiamo dare il meglio come in ogni altra partita, con l’intento di fare risultato e imporre il nostro gioco, in trasferta proprio come facciamo in casa”.

Risultato e imposizione del proprio gioco: quello che negli ultimi tempi è mancato e manca a questa Sampdoria. Prorompenti fra le mura amiche del “Ferraris” e fragili fuori, secondo i giornalisti locali i blucerchiati potrebbero tornare dal Belgio appagati di un pareggio. Su questo punto Mazzarri è categorico e non transige: “Noi non ci accontentiamo mai, accontentarsi è una parola che non mi piace e non rientra nella nostra mentalità. Domani sarà una partita importantissima anche se non decisiva, visto che avremo l’opportunità di qualificarci anche nell’ultimo turno in casa contro il Siviglia. Comunque sia, ce la giocheremo”.

Come giocarsela? Pare che l’orientamento del tecnico blucerchiato sia quello di schierare - dove possibile - le seconde linee, ovvero una formazione rimaneggiata che dovrebbe prevedere Castellazzi fra i pali, una difesa con Campagnaro, Lucchini e Bottinelli, una linea mediana formata da Stankevicius, Delvecchio, Dessena, Franceschini e Ziegler, Bonazzoli e Fornaroli di punta. Cassano e Bellucci, dunque, potrebbero accomodarsi in panchina. “Farò le mie scelte - continua Mazzarri -. Mi chiedete se giocherà Cassano? È un componente della rosa, pronto per essere impiegato domani come tutti coloro che ho a disposizione. Devo vedere le condizioni dei giocatori e poi prenderò le mie decisioni, compresi i tre cambi che cercheremo di utilizzare al meglio. In ogni caso, sono fiducioso anche perché chi è stato impiegato meno, in altre occasioni, ha sempre risposto bene”. I tifosi blucerchiati, che qui in Vallonia supereranno le 1500 unità, se lo augurano anche per domani sera.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 2 dicembre 2008)

La Sampdoria e il Belgio, una storia lunga quasi cinquant'anni

Un club internazionale fondato a Bruxelles (Sampdoria Club Europa) poco meno di due mesi fa e una storia che dura da più quarantacinque anni. Il Doria in Belgio è anche questo: luoghi e partite, racconti, fatti e personaggi più o meno recenti che scrissero pagine importanti e che fanno da contorno ad un legame particolare iniziato nel lontano 1963.

Esattamente mercoledì 5 giugno, giorno della prima trasferta in terra belga dei blucerchiati. L’occasione? La partecipazione alla Coppa Rappan, una sorta di torneo amichevole internazionale progenitore del moderno Intertoto. Al “Bosuilstadion” di Anversa, davanti a 6 mila spettatori inferociti con l’arbitro - il loro connazionale Blavier -, i blucerchiati di Ernst Ocwirk superarono il Royal Antwerp grazie a Sergio Brighenti, autore del gol partita in chiusura di primo tempo.

Andò peggio, invece, il 21 giugno di sei anni dopo, Coppa delle Alpi ’69: a Waregem, piccolo comune fiammingo delle Fiandre occidentali, la Sampdoria allenata dal Professor Fuffo Bernardini dovette arrendersi per 5-1 (rete della bandiera di Corni) ai rossi padroni di casa del KSV e dire addio alla manifestazione.

Un’altra sconfitta - decisamente più digeribile - arrivò poi il 5 aprile 1989. Era l’andata della semifinale di Coppa della Coppe e il Doria di Vujadin Boskov affrontava sotto l’acqua dell’“Achter de Kazerne” di Mechelen i giallorossi detentori del trofeo. In Belgio finì 2-1 (Ohana, Deferm, Vialli), risultato ribaltato nell’epico ritorno di un “Ferraris” smembrato (19 aprile ’89, 3-0, Cerezo, Dossena, Salsano); risultato che permise a Pagliuca e compagni di raggiungere la finale di Berna, poi persa col Barcellona.

L’ennesimo incontro-scontro europeo con una squadra belga avvenne un anno dopo. Il 9 maggio del 1990, al “Nya Ullevi Stadion” di Göteborg, c’era ancora in palio la Coppa delle Coppe. Una magica doppietta di Luca Vialli nei due tempi supplementari permise ai blucerchiati di sconfiggere il temibile Anderlecht di Aad de Mos e conquistare il primo, storico trofeo internazionale della propria storia.

Ironia della sorte, i bianco-malva di Bruxelles si ritrovarono nuovamente sulla strada della Samp nella cavalcata doriana in Coppa dei Campioni. Girone semifinale A, terza giornata. Il 4 marzo ’92, al “Constant Vanden Stock” di Astrid Park, i belgi si presero un’effimera rivincita battendo i genovesi per 3-2 (Vialli, Degryse, Vialli, bis di Nilis), salvo poi venire sconfitti, due settimane dopo a Marassi, con un secco 2-0 firmato Lombardo-Vialli.

Ci pensò invece un rigore di Vincenzo Montella a tempo quasi scaduto a risolvere Harelbeke-Sampdoria di domenica 18 luglio 1998. Era il terzo turno di un infausto Intertoto pre-retrocessione, ultimo capitolo blucerchiato in terra belga prima dell’arrivo in Vallonia e dell’imminente sfida dello Sclessin contro lo Standard di Liegi.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 2 dicembre 2008)