Due discreti difensori, rognosi al punto giusto, puliti e senza fronzoli. Due discrete carriere, altalenanti tra A e B, quasi sempre da protagonisti. Compagni di squadra e di reparto per qualche mese a Modena (2003-04) e dalla scorsa stagione a Livorno, Alessandro Grandoni e Simone Pavan hanno rischiato di trovarsi insieme anche in blucerchiato. Questione di qualche mese, nel 2004.
Ingaggiato dal presidente Enrico Mantovani agli albori dell'estate del '98, poco più che ventenne ma già veterano delle rappresentative giovanili azzurre, Grandoni sbarcò dalla sponda laziale del Tevere, dopo tre anni di apprendistato alle soglie della prima squadra biancoceleste. Già a partire da quel nefasto torneo che si rivelò l'Intertoto, Luciano Spalletti ne fece presto un pilastro della sua sfortunata formazione. A fine campionato, il bilancio personale del precoce centrale ternano - 31 presenze alla prima stagione in massima serie da titolare - risultò senza dubbio positivo, agli antipodi, però, con quello del Doria, retrocesso in cadetteria dopo diciassette anni. L'annata seguente, fin dal ritiro di Cavalese, la convivenza con il neo-tecnico Giampiero Ventura non fu delle più serene: Ale, pur essendo il capitano dell'Under 21 che si sarebbe di lì a poco laureata campione d'Europa, non aveva le prerogative per rivestire i panni del regista difensivo tanto caro al mister di Cornigliano. Il centrale fu così relegato ai margini della rosa a vantaggio del redivivo Ficini e, a gennaio, dopo settimane a far ragnatele in panca, partì in prestito alla volta della Serie A e della Torino granata, dove - giocando - dimostrò di meritare un ruolo di primo piano. Saltato e salutato Ventura, Grandoni tornò alla Samp e, con Gigi Cagni, Gianfranco Bellotto e Walter Novellino ebbe ciò che gli spettava: un posto fisso nell'undici titolare. In tre campionati cadetti al fianco del rosso Mirko Conte, un quinto posto precedette una salvezza a dir poco sofferta ed un'esaltante promozione in carrozza. Poi però, col ritorno in A, qualcosa si ruppe di nuovo e dopo ben 173 presenze totali, Grandoni salutò la Sampdoria, finendo prima in prestito al Modena ed infine a Livorno, a titolo definitivo, ai primi di luglio del 2004.
Proprio in quel periodo faceva la sua conoscenza con l'ambiente blucerchiato Simone Pavan, appena svincolatosi dalla società canarina. Anch'egli difensore centrale, cresciuto nell'Atalanta, un passato da bandiera del Venezia zampariniano, il bel trentenne di Latisana, partito alle spalle della coppia di titolarissimi Castellini-Falcone, scalzò la concorrenza dell'emergente Carrozzieri e finì per eguagliare il proprio record di gettoni in massima serie (27), stupendo - per rendimento, agonismo e caparbietà - chi l'aveva accolto con diffidenza. Pavan si guadagnò così il rinnovo per un'altra stagione ma, vuoi per il nefasto andamento di tutta la truppa di Novellino, vuoi per la nuova staffetta con l'altro comprimario Gigi Sala, il 2005-06 non si confermò altrettanto brillante. Da ricordare soltanto un gol - il primo e unico in maglia doriana - in Coppa Italia al Cagliari, un gol utile alla qualificazione ai quarti, che non valse però un contratto per l'anno successivo.
Federico Berlingheri
(Il Giornale, 21 novembre 2007)
mercoledì 21 novembre 2007
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