sabato 5 gennaio 2008

Cassani, la Samp e il mercato di gennaio

Il calciomercato ha sempre il suo fascino. Quello di gennaio poi forse ancora di più: un mese soltanto, molte aspettative, infinite speranze per raddrizzare campionati storti, nati male o per continuare a sognare in posizioni di classifica insperate alla vigilia. Storicamente, alla Sampdoria, grandi affari di “riparazione” non se ne sono mai visti. Anzi. Da quando Riccardo Garrone si è insediato alla guida della società, la sessione invernale di trasferimenti ha portato alle varie corti di mister Novellino dodici calciatori. Dal primo mese dell'anno 2003 a quello del 2007, Beppe Marotta e i suoi collaboratori hanno ingaggiato nell'ordine: Cassani, Miceli, Cipriani, Floro Flores, Pagano, Simone Inzaghi, Gasbarroni, Iuliano, Marchesetti, Colombo, Zotti e Ziegler. Tra questi, la palma del meno impiegato spetta senza dubbio al primo, al palermitano Mattia Cassani, che domenica tornerà a Marassi con la maglia rosanero.

Cresciuto nel vivaio della Juventus e prestato dai bianconeri al Doria a fine gennaio 2003, l'allora ventenne terzino destro di Borgomanero finì per disputare soltanto due presenze da titolare in Serie B: la prima a Terni, il 12 maggio 2003, la seconda - e ultima - a Verona, dodici giorni più tardi, a promozione già conquistata. Chiuso dal titolare Sacchetti e dalla sua riserva di lusso Sakic e abbonato alla panchina, nel bis di occasioni in cui fu chiamato in causa, Cassani riuscì - comprensibilmente - a dimostrare poco e nulla. A fine campionato, la Sampdoria lo lasciò partire senza rimpianti e la Juve - che lo aveva fatto esordire in Champions - lo dirottò, prima in prestito poi in comproprietà, all'Hellas Verona. Nei tre anni in gialloblù, dimostrando un'innata duttilità in ogni ruolo della difesa, e maturando parecchio, Cassani si mise in luce, ma non abbastanza per l'auspicato ritorno alla casa madre: ad accaparrarselo fu infatti il Palermo di Zamparini con cui, dall'estate del 2006, con alterne fortune, gioca a livelli medio-alti.

Federico Berlingheri
(Il Giornale, 5 gennaio 2007)

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