domenica 30 novembre 2008

Tabù sardo: Jeda rompe l'equilibrio, il Doria si sveglia tardi

Basta un tap-in di Jeda in apertura di ripresa e il Cagliari si sbarazza senza troppa fatica di una Sampdoria disarmante per quasi 80 minuti, ridestatasi dal torpore soltanto nel finale. Tranne qualche rara eccezione, il “Sant’Elia” si conferma campo off-limits per i blucerchiati che, soccombendo per la quinta volta in trasferta in questo campionato, confermano l’atavico mal di trasferta. Continua, invece, il momento magico dei rossoblù di Allegri, alla quarta vittoria casalinga consecutiva e oggi a più uno sui doriani.

In campo - Davanti a Marchetti, l’ex centrocampista del Pescara ritrova dopo quasi un mese il terzino destro Pisano; dalla parte opposta, in sostituzione di Agostini (squalificato), dentro Astori anziché l’argentino Matheu. Conti dirige al solito in cabina di regia mentre tocca a Cossu assistere il duo d’attacco Jeda-Acquafresca. Standard e Genoa incombono, Mazzarri allora mischia le carte. Campagnaro torna titolare al posto di Lucchini (fermato dal giudice sportivo). La linea mediana è inedita: riecco capitan Palombo e Padalino, reduci dai rispettivi infortuni; Dessena e Sammarco vengono preferiti ai diffidati Delvecchio e Franceschini; Pieri rifiata lasciando spazio a Ziegler. Davanti Cassano e Bellucci.

Si gioca - Sul green di via Vespucci si fa fatica a stare in piedi. Il precario equilibrio dei ventidue pedatori non agevola trame di gioco e spettacolo, che - a onor del vero - forse latiterebbero da par loro. Cagliari e Doria si annullano a vicenda sicché il primo tempo è tutto in un colpo di testa di Padalino su cross dalla sinistra di Sammarco (14’), due cartellini gialli per gioco falloso (Sammarco e Cossu), un incidente occorso a Marchetti in uscita bassa su Bellucci (40’, dopo una bella azione, l’unica, Cassano-Padalino) e una conclusione dalla distanza di Jeda (45’ in punto).

Ed è proprio il brasiliano, dopo tre minuti dall’avvio della ripresa, a trafiggere Castellazzi per l’1-0. Il pimpante Cossu va via a Ziegler che lo atterra nei pressi del vertice sinistro dell’area doriana, Saccani fischia la punizione. Calcia Fini, Jeda semina Campagnaro e di testa firma il vantaggio sardo. La Samp reagisce? Nient’affatto: Palombo e soci arrancano in mediana; i rossoblù mantengono il possesso-palla e trovano il raddoppio con Conti (55’) ma il gioco era fermo per un blocco di Lopez su Dessena. Al 62’, ancora il regista di Nettuno ruba palla proprio a Dessena e sfiora il secondo palo con un tiro a girare sul secondo palo. Sei minuti più tardi, Mazzarri toglie Palombo e gioca la carta Bonazzoli. Quest’ultimo, imbeccato dentro l’area piccola da Cassano, fallisce il pareggio all’80’. Da quel momento premono, i biancocerchiati. In rapida sequenza, ci provano Bellucci, Campagnaro, Delvecchio (subentrato a Dessena) e ancora Bonazzoli: il risveglio ospite è tardivo, ormai non basta più.

La chiave - La gara stenta a decollare e allora quale occasione migliore di un calcio piazzato per sbloccarla? Fini pennella per la zucca dell’astuto Jeda e per un vantaggio assai prezioso, vantaggio che durerà oltre il 94’.

La chicca - Definendo la contesa bruttina si è già clementi. Per questo - gol a parte - salviamo solo i tocchi di palla di Cossu e Cassano: fatte le debite proporzioni, due in grado di illuminare partite grigie come questa con una giocata delle loro.

Top&Flop - Come appena accenato, i fantasisti inventano; i bomber Acquafresca e Bellucci sonnecchiano e restano a secco. Positivi i rientri di Pisano e Padalino, meno quello di capitan Palombo, disorientato e visibilmente a corto di condizione.

Federico Berlingheri

Tabellino

Cagliari-Sampdoria 1-0

Marcatori: 48’ Jeda


Cagliari (4-3-1-2): Marchetti 6; Pisano 6,5, Lopez 6,5, Bianco 6, Astori 6; Fini 6, Conti 6,5, Parola 5,5; Cossu 7 (83’ Lazzari s.v.); Acquafresca 5 (82’ Matri s.v.), Jeda 6,5. All. Allegri 6

Sampdoria (3-5-2): Castellazzi 5,5; Campagnaro 5,5, Gastaldello 6, Accardi 5,5; Padalino 6,5, Dessena 5 (77’ Delvecchio 5,5), Palombo 5 (68’ Bonazzoli 6), Sammarco 5, Ziegler 5,5 (84’ Pieri 6,5); Bellucci 5, Cassano 6,5. All. Mazzarri 5

Arbitro: Saccani di Mantova 5,5

Ammoniti: Sammarco, Cossu, Bonazzoli, Marchetti


(Goal.com, 30 novembre 2008)

giovedì 27 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Stoccarda (Coppa Uefa)

Il “prato” di Marassi: Prato tra virgolette, sì. E non si tratta di un refuso. La Sampdoria, squadra di Genova che porta il nome della città in giro per l’Europa e per il mondo, si trova costretta a giocare una partita decisiva ai fini della qualificazione Uefa su un terreno di gioco a dir poco obbrobrioso. Perché Comune? Perché Assessore Pastorino? Perché Aster (azienda che si occupa della manutenzione del “Ferraris”)? Perché l’erba si trova in queste condizioni? Urgono risposte, le quali - come sempre - si faranno attendere… Voto 1

Sammarco: Ha il grande merito di trovare il pareggio in chiusura di primo tempo. Il Doria, però, non gira come dovrebbe e qualche responsabilità cade anche sul buon Paolo. Voto 6 -

Gómez: Un po’ Iaquinta un po’ De Luigi, l’aitante centravanti ispano-tedesco - uno dei più grandi flop degli ultimi Europei ma capocannoniere della Coppa Uefa - è il punto di riferimento dei Die Roten stoccardesi. Svaria, salta, corre, sgomita, fa salire i suoi: a volte difetta di precisione, ma là davanti fa un lavoro mostruoso. Voto 6/7

Accardi: Precursore delle luminarie natalizie, Pietro il Grande vive la sua gelida nottata europea ad intermittenza. Recuperi sontuosi si alternano ad opinabilissime distrazioni. Voto 5/6

Lo Stoccarda: Non il massimo dietro, ma signora squadra dalla mediana in poi. Esperti e resistenti, smaliziati, fisici e buoni palleggiatori: ecco i teutonici che forse nessuno si aspettava. Altro che crisi! Il bel e tronfio Babbel, neosostituto del suo ex superiore Veh, può guardare con fiducia al futuro, in patria e fuori. Voto 7

La Sampdoria: Mazzarri festeggia l’ingresso nella storia doriana come il tecnico più lungamente imbattuto nelle competizioni internazionali (10 partite senza sconfitte, superato Vujadin Boskov fermo a quota 9), ma non se la può godere appieno. Cassano e compagni faticano non poco, gli esterni non affondano, il gioco non decolla e la qualificazione bisognerà sudarsela nei prossimi due turni, a Liegi e in casa col Siviglia. Non sarà una passeggiata. Voto 5,5

Marica: Ti aspetti il brasileiro Cacau, scopri il balcanico Ciprian. Un tipo tignoso, il nazionale rumeno, provocatore nato, uno di quelli che forse sarebbero riusciti nell’impresa di minare la nonviolenza del Mahatma Gandhi. Colpisce a freddo - è proprio il caso di dirlo… - la difesa blucerchiata e la tiene costantemente sul chi va là. Voto 6,5

Pieri: Serataccia. Voto 5

Le sceneggiate di Lehmann: Quasi quarant’anni e quasi due metri di pacchiana sbruffoneria. Perde tempo, si sbraccia, recrimina e addirittura si finge quasi morto. Una prova struggente, se non proprio da Oscar almeno da Golden Globe, degna di Tonio, pagliaccio del Leoncavallo. Voto 3

Bonazzoli: Stavolta il re di Coppe si prende un due di picche. Voto 5,5

Sig. Skomina: E poi ci lamentiamo degli arbitri nostrani… Voto 4

Federico Berlingheri
(Goal.com, 27 novembre 2008)

mercoledì 26 novembre 2008

Bye bye Maisano, la Sestrese al "Principe" Balboni

GENOVA - Dopo il successo di sabato scorso sulla Novese, in casa Sestrese pareva potesse rientrare tutto: il riflettente Beppe Maisano di ritorno sulla propria panchina e l’emergente Roberto Balboni nuovamente al timone della Juniores Nazionale. E invece non sarà così. La società verdestellata ha infatti deciso di affidare proprio al “Principe” Balboni, 325 presenze e 87 reti in carriera con la maglia della Sestrese, la guida tecnica della prima squadra, che domenica sarà chiamata all’esame-Spezia.

“Quella di Balboni - ha spiegato il presidente Carlo Viglietti - è la scelta migliore che potessimo fare. Cercavamo un allenatore giovane che potesse dare continuità al nostro progetto e Roberto è la persona ideale. Conosce già la squadra, è un uomo di società e un sestrese doc, una figura che ha già dato moltissimo a questa maglia come giocatore e sono sicuro che farà altrettanto come allenatore. La situazione di classifica è difficile, ma abbiamo ancora il tempo per recuperare e siamo convinti di poterci risollevare con Roberto in panchina”.

Dello stesso avviso il diretto interessato: “Sono molto felice di questa nuova avventura. Ho già avuto modo di sentire Beppe Maisano, è lui che mi ha consigliato di accettare la proposta, cosa che mi ha fatto davvero piacere ed è stata decisiva nella mia scelta. Maisano è un grandissimo allenatore, da lui ho imparato moltissimo, lo osservavo quando ero un suo giocatore e ho potuto lavorare a fianco a lui negli ultimi mesi nella mia nuova veste di mister, per questo cercherò di mettere a frutto i suoi tanti insegnamenti. Conosco bene la squadra, sono sicuro che con questo gruppo, con il rientro degli infortunati, e con qualche ritocco nel prossimo mercato, potremo risalire la classifica”.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 26 novembre 2008)

domenica 23 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Catania

Cassano: Pagina 158 del libro più discusso delle ultime settimane: “Io mi accontento di stare bene con me stesso, di vivere da re. Gioco a calcio, guadagno e mi diverto”. E come fai divertire, Antonio… Ormai non esistono più aggettivi o perifrasi per descrivere le gesta domenicali del Peter Pan blucerchiato. Divino, sontuoso, fantastico, sublime, ultraterreno, e si potrebbe andare avanti all’infinito. Per riassumere, prendiamo allora in prestito un coro della Sud, da intonare sulle note della ballata folk Oh My Darling, Clementine: Oh Cassano, oh Cassano, oh Cassano alé alé, noi ti amiamo e ti adoriamo, tu sei meglio di Pelé. Voto 9

Stankevicius&Delvecchio: Due giganti in linea mediana, coppia di marmorei colossi di corsa e temperamento che mettono lo zampone - altro che zampino! - nelle prime due marcature genovesi e che, a loro volta, avrebbero meritato più fortuna in zona-gol. Voto 6/7

Tedesco: Sa unire virtù tecniche a quelle agonistiche, il Rambo del centrocampo catanese. Peccato che dalla sua parte debba fare i conti coi giganti di cui sopra. Voto 6 +

Alvarez vs Pieri: Uno difende sulla destra, l’altro attacca sulla mancina. I due si scontrano quindi con estrema puntualità in un duello stravinto dalla calva Cavalletta grossetana. Voto 5 per il primo, 7 per il secondo

Morimoto
: Ha la fiducia del mister e la ghiotta opportunità di mettersi in mostra ma non riesce mai a vedere la porta. Il giovane nipponico manca un appuntamento cruciale, proprio come se un suo connazionale andasse al Louvre senza fotografare la Monna Lisa. Voto 5

I gol divorati da Gastaldello: Domenica contro il Lecce, oggi contro il Catania: il Clint Eastwood dell’Alta Padovana non riesce proprio a buttarla dentro, anche se a due passi dalle linea bianca. Aspetterà forse il 21 dicembre e la vittima prediletta Fiorentina? Voto 4

Dessena: E poi finalmente tu… Voto 7

La sportività di Mascara: Minuto 76, Topolinik scappa via a metà-campo, ma colpisce involontariamente Dessena che resta a terra dolorante. Se ne accorge e butta la palla in fallo laterale: applausi, meritatissimi. Voto 9

Il volo di Castellazzi: Se il fortino doriano rimane inviolato per la quinta volta in questo campionato, il merito è di una parata strepitosa del verdecerchiato ex di turno al terzo di recupero. Il sampdorianissimo Ministro della Difesa del Governo ombra del PD, Roberta Pinotti, in vista di un eventuale incarico, prende appunti in Tribuna d’onore. Voto 7,5

Zenga: Sempre pronto a elogiare il Doria e la sua gente, Marassi lo accoglie bene, come merita. Il suo Catania gioca a viso aperto ma non sa pungere. E così l’Uomo Ragno non fa altro che recriminare con l’arbitro (in occasione del contatto Pieri-Morimoto forse a ragione) alzando - sempre e comunque - il braccio destro stile-Baresi dei tempi d’oro. Da cuore nerazzurro, un controsenso; da tecnico bravo ed emergente, un atteggiamento che non paga. Voto 6

Rivogliamo i nostri striscioni: Il coro si trasforma in corteo, la sostanza - condivisibile appieno - rimane la stessa. Voto 10

Federico Berlingheri
(Goal.com, 23 novembre 2008)

Il mister se ne va, la Sestrese torna al successo

GENOVA - “È andata bene dai. Dedico questa vittoria a mister Maisano, una vittoria merito di tutto quello che mi ha insegnato”. È ancora teso Roberto Balboni, per tutti il Principe, all’esordio assoluto sulla panchina della “sua” Sestrese. Quelli che fino allo scorso maggio erano i suoi compagni di squadra hanno appena battuto per 3-2 la più quotata Novese ma per lui non è ancora tempo per gioire, per godersela appieno. Da queste parti, la settimana è stata parecchio burrascosa e travagliata. Allora il pensiero va subito al suo maestro, quel Beppe Maisano che qualche giorno fa aveva preso una pausa di riflessione, scegliendo a malincuore di lasciare la guida verdestellata. “In settimana ci incontreremo con la società - continua Balboni a fine gara -, io mi auguro che il nostro tecnico possa ritornare al proprio posto”. Staremo a vedere, intanto, in vista della stimolante sfida contro lo Spezia, la Sestrese può tornare a sorridere e a respirare: l’ultimo posto, in attesa del confronto diretto di questo pomeriggio tra Valle d’Aosta e Cirié, è ora alle spalle.

E pensare che il soleggiato pomeriggio borzolese non era cominciato per niente bene. Orfani dello squalificato Cammarosano e dell’acciaccato Ramenghi, i padroni di casa faticano non poco ad avvicinarsi dalle parti dell’estremo novese. E, al 22’, l’ex genoano Igor Zaniolo, li punisce: l’indecisione del biondo portiere Chinchio su tiro dalla distanza di Balacchi, si rivela un toccasana per il trentacinquenne bomber di Priaruggia, capitano e trascinatore dei suoi, che di punta, indisturbato, firma lo 0-1. Passata in svantaggio, la Sestrese non pare risvegliarsi, anzi. A ridestare il pubblico del “Piccardo” ci pensa invece qualche furbetto armato di petardi; e poi - per fortuna verdestellata - il signor Dal Borgo Marco di Verona. Siamo al 35’ quando il veneto direttore di gara vede un rigore da x-files ai danni di Cadenazzi, dal dischetto va capitan Puppo e trasforma l’1-1.

La ripresa si apre con un cambio nella Novese: da un blu oltremare - che forse si confondeva col verde sestrese - le divise piemontesi passano al classico azzurro tendente al celeste. Mutate le maglie, muta pure l’inerzia della partita. Siamo solo al 49’ quando Cadenazzi affonda sulla sinistra, crossa sulla testa del baby Piacentini (classe ’90), bell’impatto e il pari-età Cherubini è battuto per la seconda volta. Subito dall’altra parte, Chinchio si riscatta dall’errore sul vantaggio ospite negando ad un altro ex genoano, Massimo Minetti, la gioia del pareggio. Poi ancora Sestrese: al 56’, Piacentini approfitta di un pasticciaccio tra Cherubini e Tavella ma la sua conclusione è salvata sulla linea. Dalla rimessa laterale, Francesco Maisano calcia verso la porta, irrompe in tuffo Cadenazzi, forse il migliore dei suoi: il guizzante numero 11 ingauno fa tris e suggella una prova impeccabile. Meno impeccabile è Chinchio, che in due occasioni (59’ e 62’) prova a complicarsi la vita da solo, invano.

Al 63’ la colonia di rossoblù del passato s’infoltisce con l’ingresso del mediano Luca Cavallo (del ’73 come Zaniolo), senza produrre però alcun beneficio alla manovra novese. Nell’ultima mezzora succede poco o nulla: si gioca e si sgomita più che altro a centrocampo, i verdestellati si difendono con ordine e gli azzurri non pungono. Ci vuole un altro penalty - non proprio solare - al minuto 83 per ravvivare l’epilogo. Dagli undici metri, Zaniolo non sbaglia e realizza la propria, inutile doppietta. Già, perché ormai la storia è scritta: nel momento più difficile degli ultimi tempi, la Sestrese ottiene la sua seconda vittoria in campionato e si augura di aver scacciato i momenti peggiori. In attesa - forse - di un Maisano-bis.

Intanto, nell’altro anticipo del sabato pomeriggio, anche l’altra Sestri (Levante) ha di che far festa. I corsari di Adriano Buffoni hanno infatti travolto il Lottogiaveno per 3-0 (doppietta di Siligato inframmezzata da Conti) e si piazzano così al quinto posto di questo girone A comandato dalla Biellese.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 23 novembre 2008)

venerdì 21 novembre 2008

Zenga, il Doria e quel maledetto 20 aprile '95

Sfrontato, sfacciato, spavaldo, protagonista sempre e comunque. Ciuffo sbarazzino a parte, Walter Zenga, allenatore del sorprendente Catania di questo avvio di stagione, non è mai cambiato. Walter, il milanes di viale Ungheria che ha allenato in mezzo mondo, che escogita schemi a dir poco anticonformisti e che litiga in diretta tv con Varriale, è rimasto lo stesso di quando era Uomo Ragno; di quando, numero uno tra i numeri uno - lontano da biciclette di Maria De Filippi e commenti tecnici a Mamma Rai -, volava reattivo da un palo all’altro difendendo la porta dell’Inter, della Nazionale, della Sampdoria. Già, della Sampdoria.

Due campionati brevi ma intensi, dal ’94 al ’96, allorché fu chiamato da Enrico Mantovani a sostituire il rivale di sempre, quel Gianluca Pagliuca che gli aveva preso il posto prima in azzurro e poi nella Beneamata. In blucerchiato arrivò, a braccetto dell’ex compagno e amico Riccardo Ferri, a trentaquattro primavere suonate, col solito contagioso entusiasmo da guascone ma senza lo smalto dei giorni andati. Grande sodale dei Gemelli, Zenga non aveva mai nascosto simpatie doriane e non ci mise molto ad ambientarsi dalle parti di Bogliasco. Vialli non c’era, Mancini, Vierchowod, Mannini, Lombardo sì, in panchina sedeva Eriksson: era il Doria fresco trionfatore nella quarta Coppa Italia e orfano di Gullit, ripartito controvoglia alla volta della Milano rossonera. Ironia della sorte, il 28 agosto ’94, ci pensò proprio il Tulipano dalla testata di dread a dare all’Uomo Ragno il primo dispiacere blucerchiato: un suo colpo di testa pareggiò allo scadere il vantaggio di Mihajlovic e trascinò ai rigori la sfida di Supercoppa Italiana, persa nella “sua” San Siro proprio dagli undici metri.

Il campionato del titolarissimo Walter e della Samp tutta principiò comunque in modo eccellente, salvo poi - malgrado il ritorno del figliol prodigo Gullit - concludersi a giugno ’95, tra alti e bassi, all’ottavo posto in classifica, ovvero fuori dall’Europa. Quell’atmosfera a dodici stelle - d'altronde - era già volata via il 20 di aprile. Sciaguratamente. Marassi, Sampdoria-Arsenal, semifinale di Coppa delle Coppe, Walter Zenga sulla graticola. La storia di quell’“uscita a vuoto” purtroppo la si conosce: andata ad “Highbury” 3-2, Mancini fa 1-0, Wright pareggia, entra il pivellino Bellucci e in un batter di ciglio segna una doppietta incredibile. 3-1 e biglietto per Paris-“Parc des Princes” in tasca direte voi. Nient’affatto: sotto la Sud, a due giri d’orologio dal fischio finale dell’austriaco Grabher, una beffarda punizione del biondissimo Schwarz aggira una barriera approssimativa e sorprende il tutt’altro che incolpevole Uomo Ragno. 3-2, supplementari, penalty, Seaman fa il fenomeno su Mihajlovic, Jugovic e Lombardo, Zenga solo su Merson e i Gunners di Houston volano in finale.

Il finale dell’avventura doriana del portierone meneghino sembrava invece scritto dopo l’estivo crack al ginocchio sul green della “Sciorba”. Agosto ’95, diagnosi impietosa, intervento negli USA e forfait lungo sette mesi. Per buona parte della stagione seguente, nella porta del Doria si alternarono Pagotto e Sereni; l’Uomo Ragno però - in barba ai trentasei anni e agli 883 - non l’avevano ancora ucciso. Nell’aprile del ’96, Zenga si riprese guantoni e maglia da titolare: nelle sue ultime sette partite in Serie A prima di chiudere a Padova (B) e nel Massachusetts (Major League statunitense), quattro vittorie a porta inviolata contro Bari, Inter, Juve e Milan e paratone a go-gò, inutili ai fini della qualificazione-Uefa ma buone per la memoria dei tifosi blucerchiati, che domenica se lo ritroveranno da avversario al “Ferraris” per la seconda volta. La prima? Il 2 settembre 2005, l’amichevole pre-campionato Sampdoria-Stella Rossa finì 2-0. Altri tempi, altra storia, una delle tante di quel simpatico sbruffone giramondo chiamato Walter Zenga.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 21 novembre 2008)

martedì 18 novembre 2008

Stankevicius! E il gol torna a parlare straniero

GENOVA - Un anno, sei mesi e venticinque giorni: tanto è durata l'astinenza da gol stranieri della Sampdoria in campionato. Firmando al 60’ il tris blucerchiato sul Lecce, ci ha pensato la bionda zazzera del lituano Marius Stankevicius (al primo centro assoluto col Doria) ad interrompere un digiuno di reti estere che resisteva dal 21 aprile 2007.

L’ultima marcatura doriana non italiana in Serie A la siglò infatti un altro biondissimo, lo svizzero Reto Ziegler, in Samp-Messina 3-1 di due campionati fa. Per trovare invece un centro straniero lontano dalle mura amiche del “Ferraris” occorre riandare addirittura all’8 febbraio 2006, quando, al “Bentegodi” di Verona, il bielorusso Vitali Kutuzov segnò alla mezzora il momentaneo vantaggio contro il Chievo, poi pareggiato dall’ex Scurto.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 18 novembre)

domenica 16 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Lecce

Il gol di Cassano: Eccola, puntuale al quarto d’ora, la luce del giorno che un’altra vita ci darà. La luce che accende il “Ferraris” parte dal sinistro del Peter Pan di Barivecchia: tocco fatato e palla che va là, alle spalle di Benussi, proprio dove Antonio aveva pensato di metterla. Emozioni, magia. Marassi s’alza in piedi, scandisce il suo nome e sembra dirgli all’unisono resta Amico accanto a me. Voto 9,5

Delvecchio: Dopo l’1-0, non balla perché ex. Ma nella linea mediana odierna, il numero 40 barlettano pare danzare comunque sulle punte. Incisivo, concreto, persino elegante (!), risponde coi fatti a chi vorrebbe vederlo più spesso in panca. Voto 7

Tiribocchi: Gli arrivano due palle (due) e lui le butta dentro. Cosa chiedere di più al Tir di Fiumicino? Ok, le spalle le ha belle larghe, ma non può far reparto da solo e non è colpa sua se Cacia (assist a parte, un turista: gli mancavano solo cartina e macchina fotografica. Voto 5,5) fa tutto tranne che supportarlo. Voto 7

Padalino: A Napoli aveva passato un pomeriggio da spettatore a ufo; oggi, prima dell’uscita anticipata, la bionda e scattante ala destra rossocrociata mette alle corde il dirimpettaio Antunes (la palla era quella gialla e viola... Voto 4,5). Il fantasma di Maggio è un po’ più lontano: un cross al volo come quello sul vantaggio di Delvecchio l’azzurro se lo sogna. Voto 6,5

L’Ardito scalzo: Ardito di nome e di fatto. Manco fosse il soldato di David Jones, avvia stoico senza una scarpa l’azione del 2-1 salentino. Troppo poco però per sperare nella sufficienza. Voto 5,5

Diamoutene: In netto anticipo rispetto al calendario, il maliano Souleymane si traveste da magio Baldassare: quanti doni e reverenze ai centravanti doriani! Mali, molto Mali… Voto 5

La sbadataggine di Benussi: Da rivelazione a farfallone. Prende due gol perché placidamente fuori da pali. Uno (Cassano) va bene, due (Stankevicius) cominciano a pesare. Voto 2

Liberté pour Santos: Santos Mirasierra è il lancia-cori del Commando Ultrà 84 Marseille. Il 1° ottobre 2008, in occasione di Atletico Madrid-O.M., in seguito ad una carica della polizia spagnola subita dai tifosi francesi, è stato arrestato ed è a tutt’oggi detenuto nella capitale spagnola. Le accuse a suo carico sono: violenza contro la polizia, resistenza e istigazione alla violenza; accuse che non trovano alcun riscontro nei filmati. Anzi, gli stessi filmati evidenziano i ripetuti tentativi del ragazzo di dialogare con le forze dell’ordine (pubblicamente stigmatizzate dalla Uefa) e allentare le tensioni createsi sugli spalti del “Vicente Calderon”. Otto anni è stata la richiesta del P.M.: assurdo! L’Olympique Marsiglia, i suoi tifosi, il sindaco di Marsiglia, l’opinione pubblica francese tutta così come i sostenitori blucerchiati (Ultras Tito, Rude Boys & Girls, San Fruttuoso) si sono schierati al fianco di Santos per chiederne la liberazione. Noi, nel nostro piccolo, ci uniamo al coro. Voto 10

Federico Berlingheri
(Goal.com, 16 novembre 2008)

mercoledì 12 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Empoli (Tim Cup)

Fornaroli: Come il più classico dei personaggi di Lino Banfi, amante ingrifeto, carico e smanioso di concludere con la stangona di turno, el Tuna si presenta all’appuntamento con la voglia di spaccare il mondo salvo poi combinare poco e nulla. Il guizzo in chiusura di prima frazione, con conseguente penalty guadagnato e trasformato, lo salva da un’infausta cilecca. Voto 6 sulla fiducia

Lodi: La merita, questo ragazzo partenopeo, l’opportunità di calcare palcoscenici più importanti di quelli cadetti. Lo ha dimostrato nel biennio al Frosinone, lo sta dimostrando nell’Empoli e lo ha ribadito in questa fradicia serata genovese. Capitano, trascina i suoi, segna un bel gol e se ne divora un altro ma sa farsi trovare pronto sottoporta malgrado il pedigree da fantasista. Voto 6,5

Lo striscione nella Sud: 11/11/07 - 11/11/08: Giustizia per Gabriele, Ultras Tito. E non occorre aggiungere altro. Voto 10

La linea verde di Baldini: Guardi la formazione e, più che il mister massese, pare che sulla panchina azzurra sieda Federico Fazzuoli. La retroguardia (Bassi, Vinci, Angella, Kokoszka, Bianco) è formata esclusivamente da under 23, l’ala sinistra Arcidiacono è dell’88, il capitano (Lodi) dell’84 come la punta di riferimento (Corvia). Nell’undici iniziale solo Marianini è nato negli anni Settanta. E la prestazione collettiva - seppur con qualche sbavatura - fa ben sperare. Bel coraggio, complimenti! Voto 8,5

Dessena: Perché lo fai, disperato ragazzo mio? Voto 3

Bonanni Returns: Rick O'Connell Mazzarri lo risveglia dal lungo sonno. Imhotep Massimo si toglie le bende, risponde presente e dimostra di meritare maggior considerazione. Il sinistro c’è, la visione di gioco pure, l’età è ancora dalla sua: in una rosa ridotta all’osso potrebbe sempre tornare utile. Voto 6,5

Bianco: L’emozione non ha voce e neppure le gambe reattive. Voto 6 -- di stima e comprensione

Amarcord Flachi: Il futuro è passato e non ce ne siamo accorti. Volevamo cambiare il mondo; e il mondo ha cambiato noi. Che brutto, Francesco, vederti ancora lì in Tribuna. C’eravamo tanto amati. Voto 9 per la rimpatriata, 4 per come avvenuta

Stankevicius: Alla stregua di un sondaggio del TG4: non convince. Voto 5,5

L’errore di Buscé: Mazzarri ha pubblicamente rimpianto il suo mancato acquisto, definendolo un “grandissimo calciatore”; Antonio - quasi sempre a segno contro il Doria - lo grazia a un quarto d’ora dal termine sparando su Mirante la palla del 2-2 a porta quasi sguarnita. Quando si dice la riconoscenza… Voto 4

Federico Berlingheri
(Goal.com, 12 novembre 2008)

Bonazzoli e Fornaroli stendono un buon Empoli

GENOVA - Alla fine la spunta la Sampdoria. Ma quanto penare per i blucerchiati! Grazie al duo di coppa Bonazzoli-Fornaroli, i doriani sconfiggono a fatica un Empoli imbottito di giovani e accedono ai quarti della Tim Cup. Dessena si fa espellere nel primo tempo, Lodi accorcia nel secondo, Bassi para un rigore a Ziegler: al “Ferraris”, sotto gli occhi vispi dell’acclamato ex Francesco Flachi, le emozioni non sono mancate come del resto alcuni errori grossolani.

In campo - Dove può, Mazzari fa turn-over: dentro Mirante, Stankevicius e Ziegler sulle fasce, il redivivo Bonanni in cabina di regia, Dessena sul centro-sinistra, Bonazzoli e Fornaroli di punta. Baldini, invece, si affida alla linea verde: solo in difesa, davanti ad un ’85 (Bassi), ecco un ’86 (Kokoszka), un ’87 (Vinci) e due ’89 (Angella e l’ex blucerchiato Bianco). Una scelta ammirevole.

Si gioca - Piove, all’ombra della Lanterna, senza un giorno intero di tregua chissà ormai da quanto. L’orario del fischio d’inizio poi (19,30) non viene in contro ai botteghini: Sud a parte, Marassi è semideserto. Sotto l’acqua, dopo una prima mezz’ora ravvivata soltanto da qualche tentativo dalla distanza di Bonanni, il Doria va in vantaggio. È il bomber di coppa Bonazzoli ad aprire le marcature a porta sguarnita, approfittando di un gollonzesco batti e ribatti nell’area piccola empolese. La reazione rossa (il colore della divisa dei toscani) non tarda ad arrivare: ci pensa Vinci, al 35’, a mettere i brividi ad un Mirante già battuto, ma il suo destro termina la propria corsa sul palo più lontano. E qualche istante dopo termina la corsa di Daniele Dessena, che, ingenuo, si fa espellere (doppia ammonizione) per un gratuito fallo a metà-campo su Negrini. Con l’uomo in più, l’Empoli spinge e imperversa dalle parti di Mirante fino al minuto 44; poi Fornaroli si conquista un rigore di classe e lo trasforma di potenza: 2-0 all’intervallo.

Baldini si ripresenta con un Vannucchi e un Buscé in più nel motore segno che a perdere non ci sta. E infatti, al 61’, Lodi accorcia le distanze con un chirurgico sinistro dai venti metri. La gara si ravviva, anche per via dell’ingresso in campo di Antonio Cassano (in vece di un acerbo Fornaroli). Sono i blucerchiati allora ad avvicinarsi al tris: 75’, in area empolese Vinci trattiene Stankevicius, Tommasi fischia un altro rigore, dal dischetto batte Ziegler ma Bassi si tuffa alla propria sinistra e sventa in angolo. Sul capovolgimento di fronte (stile Lavezzi-Mannini a Napoli) Vannucchi crossa rasoterra: Buscé - libero di concludere a due passi dalla riga - spara, Mirante chiude porta e discorso-qualificazione non senza qualche affanno nel recupero.

La chiave - La dissennata espulsione di Dessena costringe i suoi ad un’ora in inferiorità numerica, a sprecare maggiori energie in vista del campionato e a soffrire fino alla fine. Non riesce ad approfittarne - ma solo per demeriti propri - un Empoli che con la B ha poco a che fare.

La chicca - El Tuna Fornaroli aspetta una chance, ce l’ha - finalmente - e non se la gioca granché bene tranne in chiusura di primo tempo quando, con stile, si beve Moro e viene atterrato da Angella. Poca roba in una serata grigia in tutto e per tutto.

Top&Flop - A Dessena consigliamo una Bonomelli, a Mazzarri di tenere in maggior considerazione un tipo tosto come Bonanni. I baby empolesi hanno ancora bisogno di tempo mentre Lodi è prontissimo per il grande salto.

Federico Berlingheri

Tabellino

Sampdoria-Empoli 2-1

Marcatori: 30’ Bonazzoli, 45’ Fornaroli (rig.), 61’ Lodi

Sampdoria (3-5-2): Mirante 6,5; Lucchini 5,5, Gastaldello 6, Accardi 6; Stankevicius 5,5, Delvecchio 6, Bonanni 6,5 (65’ Franceschini 6), Dessena 3, Ziegler 5,5; Bonazzoli 6 (79’ Pieri s.v.), Fornaroli 6 (62’ Cassano 6,5). All. Mazzarri 6

Empoli (4-2-3-1): Bassi 7; Vinci 6, Angella 5,5, Kokoszka 6, Bianco 6 (46’ Buscé 5,5); Marianini 6, Moro 6; Negrini 5,5, Lodi 6,5, Arcidiacono 5,5 (46’ Vannucchi 5,5); Corvia 5 (66’ Pasquato 5,5). All. Baldini 6,5

Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa 6,5

Ammoniti: Dessena, Angella, Bianco, Lucchini, Negrini, Mirante

Espulso: Dessena al 35’


(Goal.com, 12 novembre 2008)

Il ritorno di Bianco, cuore blucerchiato

Lui, Francesco Flachi, l’atteso ex, è ancora squalificato e vivrà la suo partita del cuore dalle poltrincine della Tribuna d’onore. Anche senza il fantasista fiorentino, però, Sampdoria-Empoli di questa sera sarà comunque una sorta di romantico ritorno al passato. Lo sarà per Stefano Lucchini, che a Empoli ha vissuto cinque stagioni e ha collezionato più di 130 presenze; lo sarà soprattutto per Gianluigi Bianco, genovese di Priaruggia e dorianissimo, nato e cresciuto nel settore giovanile blucerchiato.

Diciannove anni compiuti lo scorso 11 maggio, Gianlu - come lo chiamano amici e compagni -, esterno sinistro dal mancino vellutato e grande protagonista nel double Scudetto-Coppa Italia Primavera 2007-08, dallo scorso agosto gioca, corre e suda nella provincia Toscana: il suo cartellino è diviso a metà tra azzurri e blucerchiati, in questa Serie B ha già collezionato cinque presenze e questa sera a Marassi dovrebbe partire titolare. Emozione permettendo, sarà la sua partita.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 12 novembre 2008)

domenica 9 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Napoli-Sampdoria

Cassano vs Lavezzi: Il primo fa un tiro e segna: annullato; l’altro ne ceffa due: altrettanti gol. Il barese gioca meglio, recrimina e mastica amaro; l’argentino vive un pomeriggio di calma piatta, mette lo zampino in entrambe le reti partenopee e si prende i tre punti. Nel calcio conta questo. Voto 6,5 per entrambi

Mannini: Una furia. Non si sa se beva solo caffè o abbia fatto il pieno di fieno, ma sulla destra, proprio come il nero cavallo del West cantato da Mal, va più veloce di un jet. Non fa rimpiangere Maggio e, particolare non da niente, prima segna l’1-0 e poi sventa l’1-1. Scusate se è poco. Voto 7 +

Padalino: Lui Maggio lo fa rimpiangere eccome… Voto 5

Il fair-play di Cannavaro: Il “San Paolo” lo acclama con cori e striscioni in suo onore, il capitano risponde con una prova attenta e soprattutto ammettendo di aver deviato un pallone finito in corner. Gesto da leader e uomo vero. Voto 9

Il gioco duro: Blasi dopo 25 minuti, Santacroce dopo 48, Franceschini al 60’. Questa la lista di coloro che avrebbero meritato una doccia anticipata. Nove ammoniti, un sacco di entratacce e nervosismo a go-gò: Rosetti (e lui sarebbe il migliore di tutti? Voto 4) fatica assai a tenere a bada gli animi. Voto 3

Zalayeta: La sua zampata ammazza le ultime speranze doriane. Letale, come un vero Panteron. Voto 6,5

Campagnaro: Dopo più di due mesi ai box, Hugo torna subito ai suoi - altissimi - livelli abituali. Sicuro, elegante, autoritario. Il suo ritorno rappresenta una delle poche note liete del pomeriggio del Doria. Voto 6,5

La iella nerocerchiata: Un fuorigioco passivo fischiato a Pieri lanciato sulla sinistra, un gol valido annullato a Cassano, due salvataggi sulla linea, Accardi e Bonazzoli che si tamponano in occasione del 2-0. Nella patria della superstizione un cornetto rosso in panchina avrebbe fatto davvero comodo. Il credito con la buona sorte post-Torino è già esaurito. Voto 8

Il suicidio nerocerchiato: Come si fa a prendere un contropiede al 23’ del primo tempo, sugli sviluppi di un’azione di calcio d’angolo a proprio favore, giocando peraltro fuori casa? Per dirla col procidano Lubrano: “La domanda sorge spontanea”. La risposta? Un mistero: per delucidazioni provare a chiedere al Giacobbo di Voyager. Voto 2

Sammarco: L’infrazione costale lo condiziona un sacco. Il periodo di appannamento fa il resto. Voto 4,5

La partita contro il cancro: Qui il colore della maglia non conta: sosteniamo la ricerca inviando un sms al 48544 o chiamando lo stesso numero da rete fissa. Il gol è di tutti e per tutti. Voto 10 e lode

Federico Berlingheri
(Goal.com, 9 novembre 2008)

Sampdoria Primavera, a Torino il primo ko

Primo round e prima fuga. Va ai bianconeri di Massimiliano Maddaloni l’eterno scontro al vertice del girone A del campionato Primavera: ci ha pensato Immobile, in chiusura di primo tempo, a decidere il posticipo mattutino di Vinovo contro i Campioni d’Italia della Sampdoria, l’altra capolista sino ad oggi a punteggio pieno.

In campo - A dirigere il traffico per i padroni di casa c’è capitan Castiglia; dietro all’unica punta Immobile spazio invece al brillante trio di mezze-punte Esposito-Iago-Daud. Il mister blucerchiato Fulvio Pea rinuncia alla rapidità di Mustacchio e inserisce un mediano in più come Fedeli a sostegno del regista serbo Krsticic. Marilungo appoggia Ferrari in avanti.

Si gioca - E al primo affondo la Juve va vicina al vantaggio: al 2’, Iago va a sinistra, crossa nel cuore dell’aria piccola dove Campanella anticipa tutti e cerca di emulare il Cicinho bolognese. A Fiorillo battuto, la deviazione del centrale campano impatta però sulla traversa. Passa lo spavento e il Doria non reagisce: appare troppo remissivo, poco lucido e senza mordente. In una parola, irriconoscibile. I bianconeri, dal canto loro, non perdono mai la bussola e mantengono il controllo della manovra, anche se rischiano in due occasioni, al 16’, quando Krsticic prova dalla distanza (tiro deviato) e dal corner Daud mette a repentaglio la porta di Pinsoglio deviando sul palo. Juventus a folate, Sampdoria a contenere con qualche affanno di troppo. Sembra spegnersi così la prima frazione ma, al minuto 38’, il gioiellino ispanico Iago - marcato blando da Grieco - inventa per Immobile, che sguscia tra le maglie blucerchiate, smentisce l’anagrafe e tocca di testa alle spalle di Fiorillo, battuto per la prima volta in questa stagione. Il gol è meritato e nella ripresa, malgrado l’ingresso dell’offensivo Mustacchio, vacilla soltanto in due occasioni, peraltro da calcio piazzato: al 78’, una punizione mancina di Krsticic viene deviata sulla traversa da Pinsoglio, la palla torna in campo, Patacchiola svetta e il numero uno torinese alza reattivo in corner. Dalla bandierina scaturisce una mischia incredibile, ma la palla rotola lenta a fil di palo. L’1-0 juventino è in cassaforte: bianconeri primi a 15, doriani fermi a 12.

La chiave - Grieco ricorda Stankevicius, in tutto per tutto: alto, biondo, cresciuto da centrale, adattato sulla fascia destra, non ingrana. Prima Daud e poi, in seguito all’infortunio occorso al somalo, Iago imperversano dalle sue parti, saltandolo e centrando con puntualità: il gol decisivo di Immobile nasce proprio così.

La chicca - Tutto mancino, l’ex blaugrana Iago Falqué fa il bello e cattivo tempo e, con i suoi spunti, illumina il “Chisola”. Rapido, bel calcio, tecnica sopraffina: un campioncino classe ’90 da monitorare con attenzione.

Top&Flop - Iago su tutti, bene Daud fino al cambio, il solito Castiglia e la coppia centrale Ariaudo-De Paola. Nel Doria molti sottotono: Grieco in evidente difficoltà così come tutto il pacchetto arretrato. Capitan Pondaco lotta e non s’arrende, Krsticic da rivedere, Marilungo ci prova ma è troppo solo.

Federico Berlingheri

Tabellino

Juventus-Sampdoria 1-0

Marcatori: 38’ Immobile

Juventus (4-2-3-1): Pinsoglio 6,5; Bamba 6, Ariaudo 6,5, De Paola 6,5, D’Elia 6; Castiglia 6,5, Marrone 6; Esposito 5,5, Iago 7,5 (85’ Pirrotta s.v.), Daud 7 (46’ p.t. Curcio 5,5, 79’ Toukam s.v.); Immobile 6,5. All. Maddaloni 6,5

Sampdoria (3-5-2): Fiorillo 6; Patacchiola 5,5, Campanella 5, Marconi 5,5; Grieco 4,5, Fedeli 5,5 (46’ Mustacchio 6), Krsticic 5,5, Donati 5, Pondaco 6; Marilungo 6, Ferrari 5,5 (85’ Di Leva s.v.). All. Pea 5,5

Arbitro: Santonocito di Abbiategrasso 6

Ammoniti: Castiglia, Grieco, Iago


(Goal.com, 9 novembre 2008)

domenica 2 novembre 2008

Promossi & Bocciati di Sampdoria-Torino

La perla di Bellucci: Claudio giocatore di biliardo, Dio che precisione! Comanda la sua bilia come un vigile ad un incrocio. Gara sofferta, minuto 85, tacco all’angolino su tiro-cross di Padalino, 1-0 e Toro in buca. Gol d’autore, quello del Bello, che riscatta una prestazione in ombra, allontana la zona calda e ribadisce che Claudio è tornato, definitivamente: perché la vita è una partita e lui lo sa. Voto 9

Castellazzi e il suo contrappasso: 11’, Amoruso gli si presenta a tu per tu: un calvario ritorna alla mente. 13 aprile 2008, Reggio Calabria, sconfitta doriana e gravissimo infortunio alla spalla per il portierone di Gorgonzola frutto di uno scontro proprio con il centravanti pugliese. 11’ - dicevamo -, Luca esce basso senza paura e neutralizza la conclusione, esorcizzando in un solo colpo spettro di Amoruso e vantaggio torinista. Rivincita consumata. Voto 8 per la parata, 7 per la sicurezza

Di Loreto&Gastaldello: Guardinghi e autoritari, la Cosa ternana e il Clint Eastwood della Bassa Padovana dirigono con grinta e nervi saldi le rispettive retroguardie . Voto 7 per il primo, 6,5 per il secondo

Franceschini: Falce e martello in doppiopetto. Mediano di lotta e di governo, unisce temperamento ad un’invidiabile visione di gioco. Voto 6,5

Ogbonna: Un giovane baobab di corsa e potenza ma non solo. Il mancino di Angelo da Cassino è bello caldo e i suoi cross tesi dalla sinistra si rivelano con estrema puntualità gustosi inviti a nozze per le bocche da fuoco granata. Peccato per loro che oggi non sia giornata. Voto 6,5

Amoruso: Quando dai la palla a lui, è come metterla in cassaforte. Nick, malgrado l’impietosa carta di identità, il piede dinamitardo dimostra di averlo sempre. E pure la testa: il palo nella ripresa - insieme con la rete da x-files annullatagli da Chiocchi - grida ancora vendetta. Voto 6,5

La mimica di Mazzarri: I suoi non ingranano? E allora comincia lo show dell’area tecnica. Grida, il tarantolato tecnico di San Vincenzo, si sbraccia, impreca e saltella; ma il meglio di sé lo dà negli agitati movimenti a mani tese e parallele all’altezza del volto, stile “Non ci posso creeedere” di Aldo dei tempi d’oro. Uno spettacolo nello spettacolo. Voto 7,5

Stellone: Barone tutt’altro che rampante. Voto 5 +

Federico Berlingheri
(Goal.com, 2 novembre 2008)