martedì 27 maggio 2008

Final-eight Primavera, Udinese e Chievo sulla strada rossoblucerchiata

Scongiurato il rischio-derby (possibile ora soltanto in finale), c’è una sfida Genova-Nordest sulla strada dello Scudetto Primavera. In un curioso confronto incrociato tra liguri e trivenete, nei quarti della final-eight teatina, Genoa e Sampdoria si ritroveranno a giocarsi l’accesso alle semifinali con i pari età di Udinese e ChievoVerona. A seguire il match inaugurale tra l’Ascoli e i campioni in carica dell’Inter (Ortona, ore 12), toccherà ai grifoncini di Luca Chiappino aprire le danze lunedì 2 giugno allo stadio “Aragona” di Vasto (ore 20) contro i bianconeri friulani di Rodolfo Vanoli, trionfatori nel girone B del campionato. È invece fissato per martedì 3 giugno (ore 12), sul green del “Comunale” di Ortona, il quarto di finale tra i blucerchiati di Fulvio Pea e i clivensi della coppia Lazzarin-Nicolato, che, nel doppio confronto degli ottavi, hanno liquidato la quotatissima Roma. A chiudere il tabellone, Juventus-Fiorentina, in programma martedì sera (ore 20) a Vasto.

Federico Berlingheri

venerdì 23 maggio 2008

Promossi & Bocciati della Sampdoria 2007-08

Cassano: Senza quel maledetto pomeriggio d’inizio marzo, sarebbe da 10 e lode, o addirittura da 11. Forse, però - anzi, di sicuro -, senza quel barlume di folle follia non sarebbe mai arrivato alla Sampdoria. Per questo, a Zena, ce lo vogliamo tenere stretto. Genio e schiettezza, classe e potenza, simpatia e sfrontatezza, imprevedibilità e teatralità: questo è Antonio Cassano da Barivecchia, il più forte calciatore italiano dei giorni nostri. Sì, avete capito bene: Peter Pan è il pallone, l’essenza dello sport protetto da Eupalla e il Doria sembra l’ambiente ideale per continuare a far sognare chi ama e chi s’appassiona ancora per questo splendido, sporco gioco del calcio. Voto 9,5

Bellucci: Tredici reti tra campionato e Coppa Uefa e un cuore blu, bianco, rosso e nero grande così. Bello, bello e impossibile. Voto 9 + (torna presto…)

Maggio: Al Doria è sempre Maggio. Migliaia di scatti, un sacco di assist e soprattutto nove centri, tra cui quel destro memorabile che ha fatto esplodere la Sud, nel derby del 17 febbraio 2008. Cantava Jovanotti: e a maggio il mondo è bello e invitante di colori. I suoi colori sono blucerchiati. E - si spera - lo saranno ancora per molto. Voto 9

Palombo: Chi l’avrebbe mai detto che, senza il dioscuro Volpi, Angelo avrebbe fatto faville? Ammettiamolo, quasi nessuno. E invece il numero 17 di Ferentino, fascia al braccio destro, playmaker e frangiflutti davanti al pacchetto arretrato, ha tessuto le fila dell’undici mazzarriano, proseguendo nel suo crescendo personale, un climax che dal Ferragosto 2002 non conosce soste. Voto 8,5

Accardi&Campagnaro: Coppia di difensori moderni, implacabili mastini al tempo stesso dotati di classe, tecnica e temperamento. In marcatura, il siculo Pietro e l’argentino Hugo paiono i truci avvoltoi a guardia del palazzotto di Don Rodrigo; con la sostanziale differenza che quelli erano stecchiti ed inchiodati mentre questi sono invece attivi e mobilissimi. Voto 8 +

Sammarco: Ragazzo serio, centrocampista assai completo. Va di spada o di fioretto con eguale nonchalance. E segna pure cinque gol. A via Turati, dove detengono la metà del cartellino, lo rivorrebbero rossonero. Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Flamini: Paolo, al Milan che ci vai a fare? Voto 8

Franceschini: Il Rambo della mediana. Capello lungo, espressione intensa e battagliera, scorza di chi ne ha viste e vissute tante: davanti a lui, l’eroico e palestrato Sylvester Stallone anni Ottanta - non quello odierno gonfio e imbolsito - avrebbe fatto la figura della femminuccia. Voto 8

Pieri: Per restare in tema bellico, la Guerra di Pieri è vinta pienamente. Macinando chilometri su quella fascia sinistra, la Cavalletta grossetana - gambe lunghe, testa lucida - riscatta alla grande un 2006-07 sottotono. Voto 8

Gastaldello: Partito in sordina, tra problemi alla schiena e risentimenti muscolari, il Clint Eastwood della Bassa Padovana ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista nella difesa doriana. Roccioso, gagliardo e carico al punto giusto, dai contrasti, esce sempre a testa alta e palla al piede. Da vero cowboy, duro ed efficace. Voto 7,5

Montella: Atterraggio e decollo carico di rimpianti e sentimento. Buon viaggio Vince! Voto 7 +

Volpi: C’era tutto un infinito di fortezza sicura, di volontà determinata e indomabile nella dedizione fissa e intrepida e pronta di quello sguardo. Coraggioso, indomito, ostinato, come il melvilliano Achab al cospetto di Moby Dick, il Capitano di una vita ha dovuto arrendersi alle scelte tecniche di Mazzarri, accomodandosi in panchina per buona parte del girone di ritorno. L’anno prossimo non ci sarà più; e si porterà con sé, ovunque sarà diretto, un pezzo di storia doriana. Ciao Sergio, resterai nei cuori della gente blucerchiata, ricordo giammai ingiallito o sbiadito: ma nella fantasia ho l’immagine sua, gli eroi son tutti giovani e belli... Voto 7 e in bocca al lupo!

Delvecchio: Danza meno, il Guerriero barlettano, rispetto allo scorso campionato. Ma quando lo fa (vedi in Samp-Napoli, vedi San Siro rossonera), riesce a catapultare alle stelle il livello di godimento di coloro che tengono alle sorti del Baciccia. Voto 7

Sala: Resuscitato dalla cura-Mazzarri, Lazzaro-Gigi disputa a trentaquattro anni suonati la miglior stagione in blucerchiato. Autoritario come non mai, guida la retroguardia con mestiere ed esperienza. Qualche disattenzione non pregiudica un’annata da ricordare. A fronte di una riduzione dell’oneroso ingaggio, meriterebbe la riconferma. Voto 7 -

Castellazzi&Mirante: Uno esce pochissimo, l’altro forse troppo. In tema di brividi, chi sono Hitchcock e Stephen King al loro confronto? Scherzi a parte, restano comunque due portieri affidabili. Voto 6,5

Lucchini: Il primo gol dell’anno in riva al Mar Nero, due rigori decisivi procurati (a Roma, sponda giallorossa, e a Firenze), tanti, troppi guai fisici. Voto 6 +

Bonazzoli: Non sarà l’implacabile e spietato bomber del 2005, ma offre, con impegno, il suo contributo. Emiliano è vivo e lotta insieme a noi. Voto 6

Kalu: Ottanta minuti e poco più. Voto 5/6

Bastrini: Ha la iella di naufragare col resto della truppa nelle debacle di Napoli (2-0) e di Marassi contro il Milan (0-5). L’ex ministro Fioroni lo avrebbe rimandato a settembre, la società opta per spedirlo al Modena. Il futuro resta dalla sua. Voto 5

Miglionico: Poker di apparizioni, showdown semi-disastroso. Voto 4,5

Zenoni&Ziegler: La doppia Z laterale non funziona. E finisce nel dimenticatoio. A destra, Cristian, professionista esemplare, palesa come a Genova abbia ormai fatto il suo tempo; sulla mancina, Reto, bionda promessa elvetica non mantenuta, dimostra di dovere ancora crescere, sotto tutti i punti di vista. Voto 4

Caracciolo: Più che Airone, Alitalia: a picco… Voto 3

Fiorillo, Poli, Koman: Con una “prima” così ben assortita, difficile, se non impossibile, farsi largo per i giovani virgulti delle giovanili. Ci sarà tempo e modo per emergere, ora, però, sotto con la final-eight Primavera. S.V. ma con un luminoso avvenire davanti

Mazzarri: Tra le bandiere dai tanti colori / cerchiati di blu (Enrico Testa, sembra Parigi oggi), una stagione di poesia con il mister di San Vincenzo tra gli artefici principali. Ha poco di poetico, Walter, l’uomo che ha ridato un gioco la Sampdoria e l’ha ricondotta in Europa al primo colpo. È un tipo tosto, pragmatico, concreto, un po’ come quei suoi capelli scuri che sembrano scolpiti nella roccia da quanto immobili e imperturbabili. Walter è uno che non si lascia andare a sentimentalismi gratuiti. E lo si è capito fin dall’inizio. L’inizio, appunto, e la poesia principia. Felicità raggiunta, si cammina… e si suda sotto il fresco sole di Moena. Non mancano le difficoltà: gli infortuni, le prime scoppole e l’eliminazione dalla Uefa si rivelano in fondo Niente di grave perché, alla fin fine, Il risorgimento è completo. Si vince il derby (Luce d’inverno), e, grazie ad un girone di ritorno da urlo, Il sogno Champions League è lì ad un passo. Pazienza se è Uefa: Vento e bandiere. Ma la conferenza stampa bogliaschina e La tua parola così stenta e imprudente paiono rovinare tutto. Sui giornali e nelle tv, La bufera sulla sua permanenza genovese impazza. Poi, La quiete dopo la tempesta di questi ultimi giorni. E adesso, lasciando da parte Leopardi e Montale, per dirla con un più terragno Adriano Pappalardo: ricominciamooo! Voto 9

Marotta: Chi non s’infuriò lo scorso giugno per il mancato riscatto di Quagliarella scagli la prima pietra. Con quei sette milioni e poco più sborsati dall’Udinese, il buon Beppe è riuscito a costruire una squadra che, fino alla penultima giornata, s’è giocata un posto in Champions e, comunque, ha conquistato la Uefa per - pieni - meriti propri. In rapporto alle spese in sede di acquisti e al monte ingaggi, il sesto posto del Doria vale come un piccolo grande Scudetto. L’acquisto di Cassano, infine, è un capolavoro da autentico fuoriclasse della scrivania. Voto 9,5

La Sud e il resto del “Ferraris”: Tu solamente tu, non aver paura… Non sarai più sola… Doria, io t’amo… Emozione, brivido allo stato puro. Voto 10 e lode

Federico Berlingheri
(Goal.com, 29 maggio 2008)

martedì 20 maggio 2008

Cassano agli Europei. Per riscrivere la storia...

Pareva, dopo quel maledetto pomeriggio di inizio marzo, che si fosse giocato tutto. Invece se l’è meritata, sudata, guadagnata sul campo, deliziando per mesi i tifosi blucerchiati e non solo con la sua classe immensa, il suo genio, i suoi numeri e i suoi assist, i suoi gol. L’indiscrezione era nell’aria da giorni, ma da qualche minuto si è tramutata in realtà: Antonio Cassano entra nella lista dei 24 pre-convocati dal c.t. Roberto Donadoni in vista dell’Europeo austro-elvetico, riconquista la maglia della Nazionale italiana proprio nel momento più importante e si candida - con prepotenza - ad un ruolo da protagonista nel gruppo tricolore.

Anche senza l’outsider Maggio - non sono bastati 9 gol e migliaia di chilometri macinati - e capitan Palombo - che, comunque, non ha nulla da invidiare ai “rivali” azzurri Aquilani e Montolivo -, un po’ di Sampdoria si trasferirà quindi, a meno di clamorosi colpi di scena, nel ritiro azzurro di Baden, distretto della Bassa Austria. Sarà il Peter Pan di Barivecchia a rappresentarla e a tentare di imprimere una lieta sterzata al tormentato rapporto tra il Doria e le competizioni continentali ed intercontinentali riservate alle nazionali.

Tra rimpianti e delusioni, tra quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato, tra quelli che hanno fallito (Mancini agli Europei in Germania Ovest ’88, Vialli a Italia ’90) e quelli che hanno scaldato a malincuore panchine e tribune (Luca a Mexico ’86, Pagliuca, Vierchowod e ancora Bobby-gol ancora a Italia ’90), tra quelli che, clamorosamente, sono stati esclusi (Lombardo da Usa ’94, Montella da France ’98) e quelli che erano in procinto di cambiare casacca (Pagliuca negli States, Chiesa e Seedorf al britannico Euro ’96, Boghossian, Mihajlovic e Veron ai mondiali transalpini del ’98), la storia è questa: in fondo, ad uno come Cassano, basta poco per riscriverla. E ora, tocca solo a lui...

Federico Berlingheri
(Goal.com, 20 maggio 2008)

venerdì 16 maggio 2008

Un napoletano atipico: "Willy" Stendardo

Pensi ai calciatori meridionali e ti vengono in mente i soliti luoghi comuni: povertà, sacrifici, studio scarso, situazioni familiari ed economiche non delle più semplici. Concetti facili e abusati, questi, ricorrenti per lo più per i ragazzi campani, coloro che, originari di Napoli e dintorni, cresciuti a pane e pallone di cuoio, ripongono tutti i propri sogni nell’emergere, nel calcio, ad alti livelli. Non è questo, però, il caso di Guglielmo Willy Stendardo, difensore (panchinaro) della Juventus, l’eccezione che conferma la regola.

Figlio di un agente assicurativo laureato in sociologia e di un medico della Asl di Agropoli, maggiore di tre fratelli, Willy nasce e cresce - e quanto cresce! - al Vomero, collinare quartiere “bene” partenopeo. Mentre Diego Armando Maradona trascina i suoi nel gotha del calcio tricolore e non solo, Stendardo, classe 1981, comincia la sua trafila nel florido vivaio del Napoli dell’epoca. Dall’età di otto anni, da quando entra nel settore giovanile azzurro, per via della stazza già superiore alla media, viene piazzato al centro della difesa: nel gioco aereo non ce n’è per nessuno, di testa sono tutte sue. Napoletano atipico, pacato e riflessivo, Guglielmo si diletta a prendere a calci una sfera, ma la scuola non la dimentica: mentre frequenta il liceo scientifico, Vincenzo Montefusco, ex mister della Primavera chiamato - invano - a risollevare le sorti di Taglialatela e compagni, lo fa esordire in Serie A il 16 maggio ’98, a diciassette anni appena compiuti. Ultima di campionato, Napoli (già in B) e Bari fanno 2-2 e lì, con l’emozione di debuttare al “San Paolo”, il ragazzone campano di 190 centimetri chiude l’avventura azzurra per aprire quella blucerchiata.

Ingaggiato da Enrico Mantovani, si trasferisce a Genova, gioca 25 partite con la Primavera di Giovanni Re e l’anno dopo, con la Sampdoria retrocessa in B, gli si spalancano le porte della prima squadra. Parte la Coppa Italia e Giampiero Ventura gli dà subito fiducia: fisico da far paura, risoluto e autoritario, Willy, centrale nella retroguardia a tre disegnata dal mister di Cornigliano, fa vedere di che pasta è fatto; ma - troppo giovane e ancora grezzo - nel prosieguo di stagione giocherà pochino. Fallita l’immediata risalita e consumato l’avvicendamento in panchina - Gigi Cagni sostituisce Ventura -, il Doria gli dà ancora fiducia. Per Stendardo, iscrittosi nel frattempo alla facoltà di Giurisprudenza - a tutt’oggi gli mancano pochi esami alla laurea - e accaparratosi il numero 17 in barba alla scaramanzia, è l’annata migliore: saranno 19, a fine anno, le convincenti apparizioni da cerchiato di blu. Vent’anni, un luminoso avvenire sportivo e non, l’ambiente se lo coccola e i paragoni illustri cominciano a sprecarsi.

Nel 2001-02, però, ancora in Serie B, il perpetuo crescendo del buon Guglielmo s’arresta bruscamente. Cagni - il quale lo aveva provato centravanti negli istanti finali dello sciagurato 1-1 casalingo col Cosenza - viene esonerato dopo quattro giornate; lo sostituisce Gianfranco Bellotto e per Willy verranno tempi duri (8 presenze in quell’anno travagliato). Le difficoltà non finiranno poi nel 2002-03, con Walter Novellino timoniere. Monzon gli concede soltanto 3 gettoni in Coppa Italia, prima di lasciarlo partire a gennaio, dopo 47 presenze totali (33 in B, 14 in Coppa Italia), alla Salernitana, rampa di lancio di una carriera ancora incompiuta e, forse, al di sotto delle reali potenzialità.

Federico Berlingheri
(Il Giornale, 16 maggio 2008)

mercoledì 14 maggio 2008

Samp-Reggina in vista. Pea striglia i "negligenti" e ammette: "Sono fiducioso"

GENOVA - Dentro o fuori. Novanta minuti di quelli che scottano, di quelli che valgono tanto, addirittura un’intera stagione. Ore 14 di sabato pomeriggio, ad una manciata di chilometri da Marassi e da Sampdoria-Juve dei “grandi”, la Primavera blucerchiata è chiamata alla vittoria per accedere alla final-eight di Chieti, Ortona e Vasto ed alimentare così il proprio, ricorrente sogno-Scudetto. Sabato pomeriggio alla “Sciorba”, i ragazzi di Fulvio Pea devono ribaltare il 2-1 subìto a Reggio Calabria nell’andata degli ottavi, un risultato che in casa Samp brucia ancora, eccome se brucia: “Brucia soprattutto per come è maturato - ammette rammaricato il tecnico doriano -. Abbiamo disputato un’ottima partita e, meritatamente, siamo passati in vantaggio con Poli. Eravamo padroni del campo. Per come abbiamo giocato per 67 minuti, lo 0-1 ci stava addirittura stretto, poi ci siamo fatti male da soli”.

Che cosa è successo?
“Abbiamo quasi regalato il rigore alla Reggina. E da lì ci siamo sciolti, abbiamo lasciati troppi spazi e loro, ottima squadra, ci hanno puniti allo scadere”.

Qualche attenuante ci può stare? Viste soprattutto le numerose assenze…
“Non mi piace parlare di chi non c’era; bisogna ammettere che ci mancavano giocatori importanti. Ma non è questo il punto. Sono dispiaciuto perché, come già accaduto quest’anno in alcune occasioni, ho visto troppa negligenza”.

Non è la prima volta che tocca questo tasto, era già capitato la settimana scorsa, dopo la sconfitta di Cagliari.
“Proprio così, perché purtroppo, questa, è una caratteristica negativa di alcuni dei miei ragazzi: giocano bene, si vedono e si sentono superiori, diventano leziosi e alla fine si perde”.

E si rischia di mettere a repentaglio un’annata sino a qui fantastica…
“Sì, è vero, arrivati a questo punto sarebbe un vero peccato uscire di scena. Ora ci aspetta il ritorno e pensiamo a quello. È tutto da decidere, ma io sono fiducioso”.

Pensa di recuperare qualcuno in vista di sabato?
“Di certo non Koman, che è ancora impegnato con la nazionale ungherese, e nemmeno Signori, che deve scontare un altro turno di squalifica. Dovrebbe rientrare Lanzoni in difesa; ma sotto questo aspetto non ho particolari preoccupazioni: la società ha messo a mia disposizione una rosa molto ampia e non mi posso certo lamentare”.

E Fiorillo? Non vi farebbe comodo averlo dalla vostra?
“Certo che farebbe comodo. Questo, però, è un discorso che non mi riguarda, spetta alla società decidere. Se pensano che possa essere utile alla prima squadra, per noi nessun problema: giocherà Di Gennaro”.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 15 maggio 2008)

domenica 11 maggio 2008

Promossi & Bocciati di Palermo-Sampdoria

La punizione di Cassano: Ci sono momenti che passano più lenti di una moviola: un tocco leggero e la palla va, è come una foglia che vola e va dove vuoi tu. E sale libera, nell’aria limpida, e dopo ricade giù. Proprio dove vuoi tu. Pare proprio il caso di rispolverare il vecchio tributo a Roberto Mancini inciso diciassette anni fa dai fratelli De Scalzi per descrivere, con poesia, il gol - a dir poco magnifico - di Antonio Cassano da Barivecchia. Una pennellata di rara bellezza, quella partita dal destro del Peter Pan doriano, a metà strada tra la nitore di Monet e la leggerezza di Renoir. Insomma: un capolavoro da vero artista del pallone. Voto 10

Cassano: Non gioca una delle sue migliori partite. Contrariamente a quanto visto venerdì a Bogliasco (scherzi, burle e gavettoni), nel primo tempo non sembra sereno e sbaglia qualche appoggio di troppo. Un po’ come l’animaletto del sottosuolo protagonista de La tana di Kafka, crea e insieme disfa, inventa e poi vanifica tutto. Ma, da grande campione qual è, riesce a mutare il corso delle cose per mezzo di una sola giocata. E peccato se non sarà Nazionale: Anto’, il tuo azzurro è blu...cerchiato. Voto 7

Maggio: Al Doria è sempre Maggio. Cantava Jovanotti: e a maggio il mondo è bello e invitante di colori. Il blu, il bianco, il rosso, il nero, il bianco, il blu di quella maglia numero sette che vola in cielo, trafigge Agliardi e va a segnare l’ottavo centro in questa pazza Serie A. Voto 7

Amauri: Avrebbe voluto salutare la “sua” Palermo con un gol o almeno con una vittoria. Peccato, non c’è riuscito. Con la fascia di capitano al braccio sinistro, nella sua giornata, lo avrebbe meritato. Lo avrebbe meritato per quello che, in questi due campionati, il centravanti paulista ha mostrato in rosanero: 57 presenze totali (tra A, Uefa e Coppa Italia) condite da 23 gol, ma non solo. Classe, tecnica, potenza, generosità, dedizione e un grave infortunio che gli tarpò le ali nel magic moment della vita. Milan o Juventus lo aspettano a braccia aperte, il “Renzo Barbera” lo saluta con affetto. Buona fortuna, domani va da sé. Buona fortuna a te. Voto 6,5

Palombo: Caro Donadoni, sei proprio sicuro che un tipo come Angelo non possa farti comodo? Voto 6,5

Jankovic: Incide zero, ma almeno ci prova. Voto 6,5

Bellucci: Si è visto subito che l’infortunio avrebbe potuto essere serio. Non se ne conosce la precisa entità, si parla però di lesione al tendine d’Achille della gamba destra. Comunque sia: forza Bello, torna più forte di prima! Voto 6 ma un enorme in bocca al lupo

Miccoli: Si muove tanto, combina poco. Il palo colpito a giochi già quasi fatti è l’emblema di una stagione no. Voto 5 +

Simplicio: In una mediana di onesti faticatori, dovrebbe fornire qualità. Ecco, dovrebbe… Voto 4,5

Il Palermo e i bimbi in campo: Senza nerbo, né gioco, né idee: la graditissima passerella di pargoli prima del fischio d’avvio è certamente la cosa migliore fatta vedere oggi - ma non solo - dalla banda di Colantuono. Voto 4 alla squadra, 9 all’iniziativa

Il record blucerchiato di vittorie esterne: Era già capitato nel 1948-49, nell’anno di grazia ’90-91, nell’esaltante ’93-94 e nel beffardo 2004-05. Vincendo nella città di Santa Rosalia, il Doria di Mazzarri dice addio alla Champions in via definitiva ma coglie il settimo successo lontano da Marassi, eguagliando il proprio record storico. A pensare a quanti punti buttati al vento nel girone d’andata, verrebbe da mangiarsi, oltre le mani, anche i piedi… Voto 8

Federico Berlingheri
(Goal.com, 11 maggio 2008)

Poli non basta, Primavera sconfitta a Reggio

Fare la conta di chi mancava piacevole non lo è mai. Nella sconfitta per 2-1 patita dalla Sampdoria Primavera a Reggio Calabria, però, le attenuanti blucerchiate legate alle assenze sono parecchie. Fiorillo (che è impegnato con la prima squadra), Lanzoni (acciaccato in panchina), Signori (squalificato per due turni), Koman (con la nazionale Under 19 ungherese) rappresentano pedine imprescindibili nello scacchiere disegnato da Fulvio Pea: regalarle in un sol colpo ad una formazione tosta come la Reggina dell’ex di turno Roberto Breda, in una sfida cruciale come l’andata degli ottavi di finale del campionato di categoria, giocata peraltro sul difficile terreno del “Sant’Agata”, può costarti caro. 2-1, infatti, dicevamo.

A fronte del poker di illustri indisponibili, il calvo mister di Casalpusterlengo manda fra i pali il fuoriquota Di Gennaro; il pacchetto difensivo è composto da Calzolaio, Rossini e Sembroni; sulle fasce agiscono al solito Eramo e Bianco; Poli tesse le fila in cabina di regia supportato dall’insolito capitan Cucciniello, mentre Gulan e Marilungo supportano a loro volta l’unica punta Scappini. Sotto le nubi calabresi, la contesa si accende al minuto 24 quando Andrea Poli trasforma un calcio di rigore concesso dal fischietto palermitano Fatta. Per il geometrico gioiellino di Vittorio Veneto è il quarto centro in campionato, ma l’illusione doriana animata dal suo gol dura soltanto fino al 62’. Per un fallo di Di Gennaro (ammonito nell’occasione) sul coloured Adejo, Fatta assegna infatti un altro penalty, questa volta agli amaranto, i quali dagli undici metri non sbagliano e pareggiano i conti col capitano Nicolas Viola.

E, purtroppo per il Doria, non finisce qui perché, a 120 secondi dal triplice fischio finale, i padroni di casa segnano il sorpasso grazie a Iannazzo - ancora con la complicità di Di Gennaro -, completando la rimonta per il pesantissimo 2-1 conclusivo. Un risultato, questo, che nel retour match di sabato prossimo alla “Sciorba” obbliga i ragazzi di Pea alla vittoria. Nulla, in vista della final-eight abruzzese di Chieti, Ortona e Vasto (in programma dal 2 all’8 giugno 2008), è ancora compromesso.

Federico Berlingheri
(Il Giornale, 11 maggio 2008)

sabato 10 maggio 2008

Il ritorno di Behrami, eroe dei due mondi

Diciotto anni e un mese. Quando Valon Behrami, kosovaro di etnia albanese, sbarcò a Genova aveva pressappoco quell’età. Correva la stagione 2003-04 e quel giovane esterno destro ingellato e ossigenato che veniva dal Lugano fece subito parlare di sé: grande facilità di corsa, fisico asciutto ma potente, buona tecnica e temperamento da vendere, il tutto ad onta di un passaporto che dicesse 1985. Malgrado tali premesse, con la maglia del Genoa addosso, Behrami giocò la miseria di 24 partite prima di passare in prestito al Verona e di finire alla Lazio, dapprima in comproprietà e poi a titolo definitivo. Domani, dopo più di un mese di assenza per l’ennesimo infortunio patito in questi anni, il rientro in campo del laterale laziale in campionato coinciderà proprio con un suo ritorno a Marassi. Per l’occasione, la sua storia - non solo genoana - vale la pena di essere raccontata.

Kosovka Mitrovika, oggi capoluogo dell’omonimo distretto della neonata - e autoproclamata - Repubblica autonoma del Kosovo, lo vide nascere mentre ancora faceva parte della Federazione jugoslava. Dopo la morte di Tito, sul finire degli anni Ottanta, le prime persecuzioni nei confronti degli abitanti di quella regione, per la maggior parte albanesi, ad opera del presidente serbo Milosevic indussero Ragip Behrami ad emigrare in Svizzera in cerca di un lavoro e di un futuro certo. Nel 1990, Stabio, piccolo comune elvetico del Canton Ticino, accolse Ragip, la moglie Halime la sua signora e i loro bimbi Valentina e Valon, tre anni in meno della sorella. L’ambientamento non si rivelò dei migliori se si pensa che ci volle quasi un lustro prima di poter ottenere un permesso di dimora. Nel frattempo, il piccolo Valon, antesignano di Forrest Gump, correva, correva e ancora correva. Faceva atletica, era un mezzofondista in erba. Ma il richiamo del pallone superò di gran lunga quello delle piste ovali. I primi calci nello Stabio, poi il passaggio al Chiasso e quello al Lugano con l’esordio nella Challenge League svizzera: la carriera di Behrami era in progressiva ascesa tanto da suscitare l’interesse di grandi club europei tra cui Inter e Liverpool.

Nell’estate del 2003, con il supporto dell’Udinese, se lo accaparrò invece il Genoa, dove i tecnici Donadoni e De Canio gli diedero la congrua fiducia in rapporto alla tenera età. Passato - come detto - al Verona di Ficcadenti per fare gavetta, Valon esplose letteralmente; il presidente Preziosi, però, ritrovatosi in C, fu costretto a non poter puntare su di lui e lo cedette alla Lazio. Da quel sacrificio rossoblù, per il kosovaro-albanese elvetico d’adozione, un po’ ala e un po’ terzino, una sequela impressionante di infortuni ma anche qualche - enorme - soddisfazione: il gol alla Turchia che regalò la fase finale di Germania 2006 alla “sua” Svizzera e l’assai recente gioia maturata nei minuti di recupero dell’ultimo derby della Capitale, aperto - ahilui - da una sua sciagurata topica e chiuso da una sua memorabile rete sotto la Nord. Gratificazioni, queste, che, guai fisici permettendo, per Behrami eroe dei due mondi - rossocrociato e biancoceleste - non resteranno isolate.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 11 maggio 2008)

giovedì 8 maggio 2008

La Uefa è certa, la Samp riabbraccia l'Europa

GENOVA - Per la quinta volta nella sua storia la Sampdoria giocherà in Coppa Uefa. Le qualificazioni di Inter e Roma - già sicure della Champions League - alla finale di Coppa Italia hanno infatti permesso ai blucerchiati di Walter Mazzarri di conquistare con certezza matematica un posto in Europa nonostante due giornate di campionato ancora da disputare.

Senza attendere i risultati delle sfide con Palermo e Juventus, si torna quindi a viaggiare per il Vecchio Continente col lieto sottofondo del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier. Una gioia meritata, questa, per tutte le componenti dell’ambiente sampdoriano; dalla società ai tifosi, dallo staff tecnico ai calciatori, il giusto coronamento di una stagione per molti aspetti memorabile.

Ora, per Palombo e compagni, l’auspicio in chiave-Uefa resta uno soltanto: già a partire dalla settantesima partita del Doria nelle coppe europee, occorrerà invertire la sfortunata rotta internazionale degli ultimi tempi, esorcizzando così una competizione che, nelle edizioni ’62-63, ’97-98, 2005-06 e 2007-08, si è interrotta bruscamente ai primi turni.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 9 maggio 2008)