venerdì 29 agosto 2008

In Europa si vola con Air One

GENOVA - A partire dal prossimo 18 settembre, data dell’esordio stagionale in Europa contro i lituani del Kaunas, la Sampdoria avrà un nuovo marchio sulle maglie: si scriverà Air One e si leggerà er-uan, giusto per non confondersi con la meteora blucerchiata Caracciolo. La maggiore compagnia aerea privata italiana e la società doriana hanno infatti formalizzato un accordo di sponsorizzazione per le gare di Coppa Uefa e Tim Cup della stagione sportiva 2008-09.

Con evidente soddisfazione per entrambe le parti, espressa in un comunicato stampa congiunto. “Air One - spiega Riccardo Toto, vicedirettore generale dell’azienda - è da sempre vicina al mondo dello sport che esprime passione e sana competizione, ed è per questo che ha costruito negli anni rapporti di collaborazione con squadre che interpretano con impegno e dedizione tali valori. La scelta di affiancare la Sampdoria in questa avventura europea conferma questa nostra strategia. Siamo convinti che questa partnership strategica sarà un motore di crescita a livello internazionale sia della Sampdoria che di Air One stessa”.

Felice del rapporto instaurato ufficialmente nei giorni scorsi a Roma pure l’amministratore delegato blucerchiato Beppe Marotta: “La ricerca di uno sponsor di maglia ha come imprescindibile parametro per la nostra società la credibilità, l’affidabilità e l’immagine del marchio prescelto. Air One risponde perfettamente a queste caratteristiche. Diamo dunque il benvenuto a questi nuovi compagni di viaggio”. Un viaggio che tutti coloro che hanno a cuore le sorti del Doria si augurano il più lungo possibile. Anche se in fondo Istanbul non è poi così lontana…

Federico Berlingheri
(il Giornale, 31 agosto 2008)

mercoledì 13 agosto 2008

Cassano illumina, la Sampdoria fa tris alla Carrarese

CARRARA (MS) - Un buon test, che serve a mettere fieno in cascina. Un buon test perché nelle gambe della Sampdoria ora c’è qualche minuto e un poco di fiato in più, perché la pimpante Carrarese di Aldo Firicano (Seconda Divisione della Lega Pro, la “vecchia” C2) s’è dimostrata avversaria tosta e perché Antonio Cassano è tornato in campo dopo un mese e mezzo abbondante tra vacanze e allenamenti. Nell’afosa calura del “Dei Marmi” - la temperatura percepita è di circa 40 gradi - e sotto lo sguardo interessato del c.t. della Nazionale Marcello Lippi, i ragazzi di Walter Mazzarri la spuntano per 3-1 (in gol Marilungo, Franceschini e Stankevičius), mentre Peter Pan delizia per un’ora buona il pubblico accorso in massa ai piedi delle Alpi Apuane: le movenze sono quelle di sempre, quelle giuste; peccato che i polmoni e la condizione fisica non lo assistano ancora appieno.

In campo - Gioca dunque Cassano, ad appoggiarlo in attacco è il baby Marilungo. Mazzarri deve infatti rinunciare a Bonazzoli (a casa, a Bogliasco, per precauzione) e Fornaroli (a casa, in Uruguay, per risolvere alcune pratiche burocratiche), oltre che al nuovo acquisto Jonathan Bottinelli, in tribuna col papà e la dirigenza blucerchiata. Non ci vorrà molto per vedere all’opera el blondo marcador argentino: forse esordirà già sabato pomeriggio al “Picco” di Spezia, contro il Siena. Oggi intanto in difesa agiscono Campagnaro, Lucchini e Rossini. La metà-campo risulta inedita col trio Delvecchio-Palombo-Poli a distruggere e creare; la coppia Padalino-Ziegler sfreccia sulle corsie laterali. Tra gli azzurri locali del genoanissimo patron Oppicelli e del neo-direttore della comunicazione Graziano Cesari, si riconosce il fratello maggiore del blucerchiato olimpico Dessena, Marco, portiere classe ’86.

Si gioca - Il sole fa di rado capolino. L’afa e l’imprecisione dominano la prima frazione. Le gambe e le menti dei doriani non viaggiano di pari passo; vanno a mille invece quelle della Carrarese, squadra in palla, vivace, in grado di tenere spesso e volentieri il pallino del gioco. Campagnaro e Lucchini ballano dietro; Poli non si vede mai, Padalino è un po’ troppo approssimativo. E così il Dessena toscano può dormire sonni tranquilli. Gli azzurri, a differenza del Doria, provano l’affondo con maggior insistenza: divertono, a folate, ma divertono e mettono i brividi agli ospiti prima con Micchi (20’), poi con Sicignano (23’). Da una parte si cerca Cassano; dall’altra Concas (vedi sotto) e Vincenzi, il 7 e il 10 locali, i due meglio dotati in tema di tecnica. E alla mezz’ora proprio Vincenzi estrae dal cilindro l’1-0, grazie ad un destro al fulmicotone che supera Mirante, senza colpe nell’occasione. Sarà pure un’amichevole, ma sul prato verde e sugli spalti a maggioranza blucerchiata i padroni di casa fanno comunque festa. La festa carrarese dura poco perché Marilungo, al 34’, sfrutta una dormita della difesa azzurra, la taglia in due e batte l’estremo difensore. Parità e intervallo meno “pesante”. Il mister di San Vincenzo si fa sentire negli spogliatoi e cambia qualcosa. La Sampdoria cresce e fa pesare la sua superiorità a tutto tondo.

La chiave - Ci pensa Antonio da Barivecchia - poco prima di lasciare il posto a Sammarco e prendersi la solita razione di applausi - a mettere la freccia: scappa sulla sinistra, esegue uno slalom dei suoi tra le gambe avversarie e centra per Franceschini, sinistro, 1-2 e fase di stanca successiva. A spezzare la frenetica monotonia delle sostituzioni è poi Stankevičius. Il tris finale del lituano arriva al 74’ per mezzo di una splendida girata mancina dal limite dell’area.

La chicca - “E chi o l’è quello sette lì?”. La tribuna del “Dei Marmi” parla zeneize e si domanda chi sia, da dove venga, perché giochi in C2 quel morettino della Carrarese, con la maglia numero 7 sulla schiena, un tipetto capace di mandare in crisi Campagnaro e far ballare per più di un’ora un’intera retroguardia di Serie A. Sorpresa delle sorprese, quel guizzante esterno offensivo si chiama Fabio Concas. E beh, direte voi? Sentite un po’ qua: ha ventuno anni, viene da Cornigliano (ponente genovese), è cresciuto nelle giovanili blucerchiate ed è… sampdorianissimo. Riprenderlo subito? No, ci mancherebbe, resta pur sempre una singola partita e per di più da catalogare alla voce calcio d’agosto. Però, magari, un’occhiatina ogni tanto...

Top&Flop - Di Cassano s’è già parlato. Note liete arrivano da Gastaldello, Franceschini e Stankevičius. Deconcentrato e a corto di benzina Campagnaro, a sorpresa il peggiore; distratto Accardi; impalpabile Poli, in quel ruolo di mezzo-sinistro troppo avulso dalla manovra. Senza infamia né lode il resto della truppa.

Federico Berlingheri

Tabellino

Carrarese-Sampdoria 1-3

Marcatori: 31’ Vincenzi, 34’ Marilungo, 59’ Franceschini, 74’ Stankevičius

Carrarese (4-3-3): Dessena 6 (73’ Giarnera 6); Sicignano 6,5 (58’ Marchetti 5,5), Briotti 6, Del Nero 6 (73’ Triscia 6), Pennucci 6; Falivena 6,5 (68’ Sassarini 6), Rinaldi 6 (53’ Vaira 6), Concas 7,5 (68’ De Gubernatis 5,5); Vincenzi 7 (60’ Manzoni 6), Micchi 6 (53’ Spanu 5,5), Doretti 6 (58’ Bigazzi 5,5). All. Firicano 6,5

Sampdoria (3-5-2): Mirante 6 (46’ Fiorillo s.v.); Campagnaro 5 (54’ Accardi 5,5), Lucchini 5,5 (80’ Grieco s.v.), Rossini 5,5 (46’ Gastaldello 6,5); Padalino 5 (60’ Stankevičius 6,5), Delvecchio 5,5 (70’ Eramo 6), Palombo 6, Poli 5 (46’ Franceschini 6,5), Ziegler 5,5 (60’ Pieri 6); Cassano 7 (60’ Sammarco 6), Marilungo 6 (51’ Mustacchio 6). All. Mazzarri 6

Arbitro: Tasso di La Spezia 5,5


(Goal.com, 13 agosto 2008)

domenica 10 agosto 2008

Il Doria perde 2-0 nel Far West di Lisbona

E continuano a chiamarle amichevoli… Il ritorno della Sampdoria all’“Estádio José Alvalade” di Lisbona, a tre anni di distanza dall’ultima sfida, di conviviale e benevolo ha ben poco. Finisce con un brutto 2-0 per i padroni di casa dello Sporting, poco male però. Quel che conta, per la banda di Walter Mazzarri, è altro: riportare a Genova la pellaccia sana e salva, senza infortuni contingenti e con novantatré minuti in più nelle gambe. Stiamo forse esagerando? Tutt’altro. I primi 45’ dei tesissimi Leões - di soprannome e di fatto - di Paulo Bento paiono una sorta di caccia all’uomo: gomiti alti, reazioni scomposte, entratacce e piedi a martello. La giacchetta nera Pedro Proença dialoga e gesticola e nulla più. A farne le spese, oltre agli “incassatori” Delvecchio, Gastaldello, Palombo, Pieri e Stankevičius, è Hugo Campagnaro - uno che a prenderle non ci sta -, espulso al primo intervento mascolino di marca blucerchiata. Doria già di per sé spuntato e inconcludente, ridotto in dieci e ad inseguire: ovvio che tutto si complica. Ma andiamo con ordine.

In campo - Orfano di Cassano, Fornaroli, Bellucci e Marilungo, il tecnico di San Vincenzo si ritrova con un parco attaccanti ridotto all’osso: Mustacchio e Bonazzoli­. Quest’ultimo, dopo un ritiro dolomitico da protagonista, è solo soletto, sostenuto là davanti da Delvecchio. Ad eccezione del lituano Stankevičius a calcare la fascia destra, la formazione è quella del sesto posto, la solita con Mirante tra i pali, Campagnaro, Gastaldello e Accardi in retroguardia; Sammarco, capitan Palombo e Franceschini in mediana e Pieri sulla mancina. Nel 4-2-3-1 dei padroni di casa spiccano invece l’ex Barça Rochemback, il vecchio volpone paulista Derlei, unica punta, e soprattutto il giovane veterano João Moutinho, padrone del centrocampo. Terzino sinistro gioca Leandro Grimi, pacco italico ex Milan e Siena.

Si gioca - ­E, di fronte a poco più di 18 mila spettatori, cominciano le botte lusitane. Il nervosismo - chissà perché - sale alle stelle, Mazzarri predica calma e quasi entra in campo per farsi sentire dal troppo permissivo direttore di gara. Pochi i lampi; le gambe imballate non permettono granché. I biancoverdi mantengono il possesso di palla ma non affondano mai; Pieri e Stanke viaggiano senza incidere. I tiri nello specchio della porta latitano (sarà una costante).

La chiave - Alla prima occasione, lo Sporting passa­. Per gentile concessione di Mirante. Siamo al 25’: la ripartenza del guineano Yannick è rapida e fulminea, la conclusione di Derlei tutt’altro che irresistibile, ma l’estremo difensore di Castellammare interviene maldestro, la sfera diventa più scivolosa di una saponetta e gli passa sotto le gambe. È l’1-0 che, con il rosso a Campagnaro in chiusura di primo tempo, compromette quasi tutto anche se il definitivo 2-0 di João Moutinho arriva solo nel finale (82’) e peraltro dagli undici metri (trattenuta di Gastaldello su Hélder Postiga).

La chicca - Nel clima da Far West, un duro come Hugo sa come farsi rispettare. Tra i cori dello spicchio di Sud trasferitosi in Portogallo (Ultras Tito, Hell’s Angels, Fieri Fossato presenti), si fa giustizia da solo, mandando il violento Rochemback al tappeto, ma lasciando i suoi in inferiorità numerica per un tempo. Mazzarri non pare gradire troppo e, a malincuore, trasforma Stankevičius in un jolly che, seppur non sempre lucido, sa rendersi utile e prezioso.

Top&Flop - Buona dunque la prova da uomo-ovunque del biondo lituano (che rimesse laterali!), discreta quella del solito Palombo versione-frangiflutti. Mirante (papera imperdonabile) è da rivedere così come la concentrazione del pacchetto difensivo. Bonazzoli lotta, sembra tirato a lucido ma là davanti è troppo solo e tira una sola volta. Nella girandola di cambi, i giovani virgulti (Fiorillo, Poli e Mustacchio su tutti) dimostrano già il muso buono; gli inserimenti elvetici di Padalino e Ziegler portano ossigeno e vivacizzano la manovra.

Federico Berlingheri

Tabellino

Sporting-Sampdoria 2-0

Marcatori: 25’ Derlei, 82’ João Moutinho (rig.)

Sporting (4-2-3-1): Rui Patrício s.v. (46’ Tiago 6); Abel 5,5 (46’ Pereirinha 6), Tonel 6, Anderson Polga 6,5, Grimi 6,5 (69’ Ronny 6); Rochemback 5,5 (46’ Miguel Veloso 6,5), João Moutinho 6,5 (83’ Adrien s.v.); Romagnoli 5,5 (46’ Caneira 6), Izmailov 6,5, Yannick 5,5 (69’ Rodrigo Tiuí 6); Derlei 6 (46’ Hélder Postiga 6). All. Paulo Bento 6

Sampdoria (3-5-1-1): Mirante 4 (66’ Fiorillo 6,5); Campagnaro 5, Gastaldello 5,5 (85’ Rossini s.v.), Accardi 5; Stankevičius 6,5, Sammarco 5,5 (66’ Lucchini 6), Palombo 6 (76’ Poli 6), Franceschini 5,5 (60’ Ziegler 6), Pieri 5,5 (89’ Bianco s.v.); Delvecchio 5,5 (55’ Padalino 6); Bonazzoli 5,5 (82’ Mustacchio 6,5). All. Mazzarri 6

Arbitro: Pedro Proença 4

Ammoniti: Abel, Gastaldello, Ronny

Espulsi: Campagnaro al 45’

(Goal.com, 10 agosto 2008)

sabato 9 agosto 2008

Dalla Cina con amore

Tra Giochi olimpici, boom economico e diritti umani, mai come in questo periodo la Cina è sulla bocca di tutti. Anche laggiù, nel lontano est asiatico, oltre a quello dell’azzurrino Daniele Dessena, dei velisti Edoardo Bianchi, Piero e Gianfranco Sibello e di Ratko Rudic, tecnico della Croazia campione del mondo di pallanuoto, vive un altro po’ di blucerchiato. La storia di tre ragazzi cinesi che tifano Sampdoria non è proprio delle più recenti, ma mi pare questo il momento giusto per rinfrescarla, anche perché - lo ammetto - fa sempre un immenso piacere.

Ruud, Lhy, Sampan. Nickname come tanti di ragazzi come tanti, che amano discutere, dire la loro, dibattere online dei propri interessi, circa le proprie passioni. Ruud, Lhy, Sampan. Amanti del pallone, giovani tifosi come tanti, la loro passione si chiama Sampdoria. Uniche due particolarità: hanno gli occhi a mandorla e vivono a più di 8 mila chilometri da Genova, a Qingdao, nella penisola di Shandong, 7.311.200 anime nell’est della Repubblica Popolare Cinese. Sono loro i padri fondatori del primo sito web cinese interamente dedicato alla squadra blucerchiata, http://www.sampdoria.cn/, sito creato tre anni fa e costantemente in crescita di click, che attualmente conta più di 1200 membri registrati.

“Dapprima - svela Sampan, il più dimestichevole del trio con la lingua inglese - i contatti furono soltanto una manciata. Il sito non era granché e dipendeva da un altro portale, faceva parte di un circuito. Poi, però, Ruud e Lhy hanno dedicato il loro grande entusiasmo e la loro passione per la Samp al fine di creare un sito indipendente. Era il 2004. E anche grazie all’aiuto economico di alcuni fedeli tifosi, la nuova homepage è stata attivata il 28 maggio di quell’anno ed i contatti, da ogni zona della Cina, hanno iniziato ad aumentare”. Fino ad arrivare ad oggi, ai già citati 1200 membri registrati. “Sono sicuramente un bel traguardo - ammette Sampan senza nascondere un pizzico di orgoglio - la Samp è molto popolare dalle nostre parti, ma come cifre ed influenza non possiamo certo competere con i grandi club mondiali come Real, Manchester United, Milan, Juve o Inter, fin troppo abituati a vincere. Questo, però, non ci importa”. Giusto, ci mancherebbe. Distinguersi dagli altri, il boskoviano noi siamo noi y loro sono loro, è questo lo spirito che unisce migliaia di sampdoriani in tutto il mondo. E anche quelli cinesi.

Ma come nasce l’amore per il Doria nel lontano est asiatico? “Nasce certamente alla fine degli anni Ottanta quando la CCTV, il principale canale sportivo cinese, iniziò a trasmettere partite del campionato italiano. Nel 1990, la domenica pomeriggio, partì inoltre una fortunatissima trasmissione interamente dedicata alla Serie A e proprio in quella stagione la Sampdoria vinse lo Scudetto. Non solo Gullit, Maradona e Baggio, in Cina cominciarono a conoscere, apprezzare ed amare Vialli, Mancini e Lombardo. Penso che tutto si possa ricondurre a quella strepitosa annata. Ma non solo: a partire dal 1993-94, la CCTV trasmise in diretta, ogni domenica sera, una partita del campionato italiano e anche in quella stagione la Sampdoria di Gullit e Platt fece nuovamente benissimo”.

E a proposito di quella stagione Ruud (che di vero nome fa Zhang Ning), designer e amministratore del sito, innamorato proprio del Tulipano Nero dalla testata di dread, ha un aneddoto curioso: “Era il 31 ottobre ’93, avevo undici anni. Alla tv davano Sampdoria-Milan e mio fratello mi disse: 'Il Milan è un dreamteam e batterà la Samp in un batter d'occhio'. I rossoneri fecero subito due reti, portandosi sullo 0-2, ma i blucerchiati rimontarono e passarono in vantaggio con un gran gol di Ruud Gullit. Da quel giorno divenni sampdoriano”.

Passioni nate quindi quando la Sampdoria - oltretutto prima squadra italiana, nel ’94, ad effettuare una tournée nella patria di Mao - era grande, vincente e ricca di fuoriclasse; passioni non venute meno negli anni bui e tristi della Serie B, anzi, rinvigoritesi per molti durante quelle quattro stagioni di cadetteria. “Anche per la mancanza di visibilità - conclude Sampan - qualche tifoso lo abbiamo perso, indubbiamente, ma molti fan blucerchiati sono rimasti affezionati a quel marinaio emblema della Sampdoria e della nostra fede. Lo dimostrano i contatti e gli iscritti al nostro sito: la Samp è qualcosa di più di una semplice squadra, è uno stile di vita. E nonostante i momenti difficili, le amarezze e le delusioni degli ultimi tempi, quei colori, quell'unica bellissima maglia, quel nome affascinante, quell’atmosfera e quei sostenitori fantastici dello Stadio Ferraris non si possono certo abbandonare”. Anche a più di 8 mila chilometri di distanza, se questo non è amore...

Federico Berlingheri
(il Giornale, 29 settembre 2006)

Sestrese, la terza squadra zeneize che sogna la Serie C

GENOVA - Il sogno, anche se sottaciuto, è uno soltanto e si chiama Seconda Divisione della Lega Pro. Di che sport stiamo parlando? Calcio e di che cosa sennò? La categoria in questione è infatti quella che fino a qualche mese fa era comunemente conosciuta come Serie C2 e tramutata appunto in Seconda Divisione per fermo volere del plenipotenziario di Lega Mario Macalli. Il perché? “La denominazione Serie C - parole sue - era troppo declassificante”. Mah. Giochi parole e disquisizioni semantiche a parte, per la Fratellanza Sportiva Sestrese 1919, terza società pedatoria genovese che attualmente milita nel girone A della Serie D, l’aspirazione a medio-lungo termine è quella di consolidarsi e puntare in alto. La scorsa stagione, partita con l’obiettivo di salvarsi senza troppe apprensioni, il treno play-off è sfuggito per un nonnulla; quest’anno lo storico sodalizio del presidente Carlo Viglietti, in sella dal maggio del 2003, farà di tutto per migliorarsi e - perché no? - magari tentare di riportare, dopo quasi sessant’anni, Sestri Ponente tra i professionisti.

Già, i professionisti. Si perdono nei meandri della memoria, da queste parti, i tempi delle eliminatorie della Serie A dei primi anni Venti, del portiere verdestellato Costa in Nazionale nel ’24, del biennio nella Serie B postbellica del ’45-46 e ’46-47, dell’ultima Serie C del ’50-51. Memoria sempre e comunque viva nei fedelissimi sostenitori sestresi d’antica data; sostenitori che, insieme con quelli più giovani, la società vorrebbe sempre più numerosi sugli spalti del “Giuseppe Piccardo” di Borzoli. “La speranza è quella - spiega il direttore generale Riccardo Ruggiero -. Abbiamo confermato le tariffe degli abbonamenti dello scorso campionato (110 euro l’intero, 95 il ridotto) al fine di aumentare il numero dei nostri già tanti spettatori. Augurandoci di rimanere nel girone A, sarà una stagione bella ed avvincente, forse ci sarà pure lo Spezia protagonista: proprio per questo continueremo a chiedere l’anticipo delle gare casalinghe al sabato pomeriggio, anche per evitare la spiacevole concomitanza con Genoa e Sampdoria”.

Rossoblù e blucerchiati d’altronde, dall’alto del loro blasone e dei loro successi, hanno sempre attirato pubblico e offuscato la povera, terza “cugina” zeneize, ahilei, perennemente in balia di acque irrequiete, tra (pochi) alti, (tanti) bassi ed un sacco di vicissitudini societarie - le più eclatanti quelle vissute a cavallo del nuovo Millennio con Claudio Gazzo in cabina di regia. Vicissitudini - finalmente - cessate con gli arrivi dello stesso Viglietti alla presidenza e di Giuseppe Beppe Maisano - una vera istituzione nel club - in panchina; un tandem che, nel 2006-07, permise ai verdestellati di dominare l’Eccellenza ligure e conquistare l’agognata quinta serie.

Oggi, dopo un campionato d’assestamento con vista sui quartieri alti della graduatoria, la nuova Sestrese è pronta a ripartire. Un ciclo è finito: non ci sarà un pezzo da novanta come Roberto Balboni, per tutti il Principe, il capitano (326 partite e 87 reti in verdestellato), ritiratosi a quarantaquattro anni suonati e passato ad allenare la Juniores; mancherà quel tocco esotico portato dal clan degli argentini, tra cui quel Sebastián Grazzini (20 gol in 54 apparizioni sestresi) tornato in patria per giocare in massima serie nel Newell's Old Boys. La squadra, però, grazie all’abilità del diesse Aldo Panico, è stata comunque rinforzata e al tempo stesso ringiovanita. “Abbiamo confermato il blocco dei giovani - spiega lo stesso Panico - e sul mercato abbiamo agito facendo acquisti mirati e di prospettiva”.

Qualche nome? Eccolo: il portiere aretuseo Cantone (’89); il cavallo di ritorno Glauda (’80), difensore centrale savonese; il terzino ex giovanili del Doria Garrasi (’85); il centrocampista biellese Cammarosano (’85); il fantasista siculo Maranzano (’85) e l’attaccante torinese ex Rivoli Alessi (’82). “Sono ragazzi giovani è vero - continua il diggì Ruggiero -, ma tutti hanno esperienze importanti in Serie C e si vanno ad aggiungere ad un gruppo già plasmato. Faranno parte del nostro progetto triennale, un progetto che ci permette di programmare il futuro, ampliando il settore giovanile e le nostre strutture, e che permetterà loro di crescere con noi”.

Intanto, dopo il ritiro alessandrino tra Cabella e Cantalupo Ligure, Romeo e compagni, tornati ad allenarsi sul campo in erba sintetica di Borzoli, disputeranno questo pomeriggio alle 17 la prima amichevole stagionale: al “Piccardo” scenderà il Castellazzo (Eccellenza piemontese).

Federico Berlingheri
(il Giornale, 9 agosto 2008)

venerdì 8 agosto 2008

Ricordi lusitani

Mancherà Antonio Cassano, mancheranno Fornaroli, Marilungo, Castellazzi, Bellucci e il quasi neoacquisto Bottinelli. Non ci saranno né il clima né l’attesa dei grandi match di Coppa ma, domani sera (calcio d’inizio alle 21,15; le 22,15 italiane), l’atmosfera del “José Alvalade” sarà comunque di quelli importanti. A tre anni dall’amichevole celebrativa del centenario dello Sporting di Lisbona (il 4 agosto 2005 finì 2-1 per i biancoverdi: autogol di Castellini, pari di Borriello, definitivo vantaggio di Liedson su rigore) e dal primo turno di Coppa Uefa pareggiato 1-1 contro il Vitória di Setúbal (il beniniano Tchomogo rispose a Francesco Flachi, il 15 settembre 2005, all’“Estádio do Bonfim”), la Sampdoria torna a giocare in Portogallo proprio contro i Leões della capitale e lo fa per la quinta volta nella sua storia.

Ad aprire le trasferte in terra lusitana fu l’andata degli ottavi di finale di Coppa delle Coppe 1985-86. Gli uomini di Bersellini, freschi trionfatori in Coppa Italia, affrontarono al “da Luz” di Lisbona i padroni di casa del titolato Benfica. Era il 23 ottobre ’85, finì 2-0: Diamantino e Rui Aguas resero vana la rete di Pino Lorenzo nel ritorno marassino di due settimane dopo e addio -solo momentaneo - al cammino internazionale.

Andò meglio, invece, contro il Porto di Bobby Robson, a distanza di quasi dieci anni, nei quarti di finale della stessa competizione. Grazie ad uno splendido destro al volo di capitan Roberto Mancini, il Doria rossocerchiato espugnò il “Das Antas” di Oporto ristabilendo in parità le sorti-qualificazione che parevano compromesse in seguito allo 0-1 genovese firmato dal russo Yuran. Quel giovedì 16 marzo ’95, i supplementari non bastarono per dirimere la questione. Ci vollero i rigori: i doriani (Mihajlovic, Jugovic, Maspero, Salsano e Lombardo) segnarono tutti, mentre Zenga respinse il penalty di Latapy, portando i suoi in semifinale e suggellando così una delle grandi notti europea di Sampdoria; notti che in Gradinata Sud e dintorni non vedono l’ora di poter rivivere.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 8 agosto 2008)

giovedì 7 agosto 2008

La Samp ritorna al passato: i calzettoni saranno a strisce bianche e blu

GENOVA - Lo si era già intuito nel corso delle prime due amichevoli stagionali contro Monti Pallidi e Bolzano, ora è giunta la conferma ufficiale: la Sampdoria tornerà ad indossare i calzettoni a strisce orizzontali bianche e blu. Anche se dalla Torre B di Piazza Borgo Pila 39 non confermano né smentiscono, a comprovarlo è una circolare della Lega Calcio riguardante i colori delle divise da gioco delle società professionistiche.

Se la maglia (blu fasciata di bianco con striscia rossonera e stemma di Genova al centro) e i calzoncini (bianchi), sempre griffati Kappa, resteranno pressoché invariati rispetto alle ultime stagioni - anche quella bianca da trasferta, contrariamente a fantasiosi rumors telematici, non subirà stravolgimenti -, per quel che riguarda invece gli stinchi, le caviglie e i polpacci degli atleti blucerchiati si tratta, più che di una novità, di un romantico ritorno all’antico. Il modello di calzettone a strisce orizzontali fu infatti scelto già a partire dall’agosto del 1946, anno della fusione tra Andrea Doria e Sampierdarenese, e accompagnò la giovane Sampdoria per circa tre decenni, per poi essere abbandonato a metà degli anni Settanta in favore di tinte unite, talvolta bianche, talvolta blu.

Ci pensò il presidente Enrico Mantovani, nella stagione ’97-98, a riportare in auge le calze a strisce, ma la precoce eliminazione in Coppa Uefa e la retrocessione in B dell’anno successivo (’98-99) contribuirono all’affrettato accantonamento del nostalgico revival. Allora si pensò che non fossero troppo fortunate. Un pregiudizio, questo, esorcizzato nella scorsa, splendida annata Primavera: i due traguardi, Scudetto e Tim Cup, conquistati dai ragazzi di Pea sono giunti proprio con tanto di calzettoni bianchi e blu ai piedi. E da quest’anno - dopo l’isolato esperimento di Sampdoria-Peñarol nel match celebrativo dei sessant’anni blucerchiati - gli stessi campeggeranno nuovamente pure nella divisa casalinga della prima squadra. In ricordo di un calcio che non c’è più e alla faccia della scaramanzia.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 7 agosto 2008)