Prima i tifosi sampdoriani e Walter Novellino, poi la piazza rossoblù ed Enrico Preziosi in prima persona. Prima vivacchiando per un’intera stagione - la scorsa - in blucerchiato, poi nicchiando ai limiti della sopportazione su un possibile trasferimento alla corte di Gian Piero Gasperini e mandando su tutte le furie il numero uno del Grifone. Insomma: Rubén Ariel Da Rosa Olivera, sotto la Lanterna, è riuscito a scontentare un po’ tutti.
Fino a qualche settimana fa, il fantasista - o esterno? - uruguayano con un recente passato al Doria, panchinaro cronico nella Juventus da ieri in prestito al Peñarol, sembrava infatti in predicato di essere ceduto al Genoa nell’ambito dell’affaire-Criscito e passare così, nel giro di qualche mese, da una parte all’altra della barricata. A Villa Rostan, d’altronde, davano già tutto per fatto e scontato: per il Pollo, a dispetto del soprannome e dell’età tutt’altro che un bollito - l’anagrafe, ma forse solo quella, pare ancora dalla sua: è dell’83 -, si prevedeva già una possibile rinascita; in quel di Pegli si auspicava di rigenerarlo e di ripetere con lui un’operazione in stile-Borriello, bocciato ex doriano esploso letteralmente al cospetto della Gradinata Nord. Invece, per ragioni ancora poco chiare - si mormora di non ben definiti “giochi sporchi” da parte del procuratore connazionale del calciatore, quel Paco Casal che ha preferito accasarlo in patria -, non se n’è fatto nulla.
E forse - ai genoani - è andata bene così. Del resto, le 20 presenze in campionato più le 5 in Coppa Italia, per un totale di 1099 minuti giocati - male - con la maglia del Doria numero 8 non lasciavano presagire nulla di buono. Anzi. Anarchia mentale e tattica pressoché totale, lanci e passaggi a dir poco sconclusionati, tiri in porta - si fa per dire - velleitari e dissennati, ma soprattutto svogliate, indolenti trotterellate per il campo: dalle medie voto dei tabellini il calvo centrocampista di Montevideo risultò come uno dei peggiori - se non addirittura il peggiore - tra i nuovi acquisti della Serie A 2006-07, talmente flop dei flop che su di lui e sulle sue “gesta” blucerchiate si sarebbe potuto scrivere un manuale. Il titolo? Beh: “Come passare in pochi mesi da papabile uomo in più, in grado di elevare il tasso tecnico di una squadra a vera e propria palla al piede”. E, a proposito di piedi, auguriamoci che Rubén Ariel Da Rosa Olivera detto Pollo, a Genova, non ne metta manco più uno.
Federico Berlingheri
(Il Giornale, 18 gennaio 2008)
venerdì 18 gennaio 2008
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