Scarpi, De Rosa, Ale Lucarelli, Leon, Borriello. Una squadra, questa, che a calcio a cinque farebbe sfracelli; una squadra, questa, composta da soli genoani i quali, in un passato più o meno lontano, hanno indossato la maglia amaranto della Reggina. Se, come visto, da una parte la schiera di ex è particolarmente nutrita, anche dall’altra non si scherza: Ciccio Cozza, Maurizio Lanzaro, Andrea Campagnolo e Ayodele Stephen Makinwa torneranno a Marassi dopo essere transitati, senza troppe fortune, in rossoblù. Se del primo, Cozza, si è già parlato all’andata e del secondo, Lanzaro - altro fugace migrante di un Genoa 2005-06 mai visto in gare ufficiali -, c’è ben poco da dire, per gli ultimi due va spesa qualche parola in più.
Poche - ad onor del vero - per il portiere, vicentino di Rosà, acquistato dal Grifone di Scerni nell’estate del 2000. Dopo due anni da terzo alla Roma, alle spalle di Konsel e Chimenti prima, di Antonioli e Lupatelli poi, Campagnolo, arrivò, secondo i piani di mister Bolchi, per fare il dodicesimo dell’esperto Fabrizio Lorieri. Così fu. E, malgrado l’esonero di Maciste intorno ai primi d’ottobre, i suoi successori, le coppie Carboni-Magni e Scoglio-Onofri, non mutarono le scelte tra i pali. Ci pensò invece Edy Reja, subentrato nella stagione successiva allo stesso Professore e all’ex capitano ’70-80, a ribaltare le gerarchie in porta; ma solo per quattro settimane. L’odierno reggino Andrea esordì in rossoblù il 3 febbraio 2002 (sconfitta a Como per 2-1), sotto la Nord la domenica successiva (Genoa-Siena 1-1), e, dopo essere rimasto imbattuto nelle trasferta di Messina (0-0), disputò la quarta e ultima partita col Grifo il 24 febbraio. Genoa-Ternana finì con un pesante 0-2 e lì, stante pure il ritorno di Onofri al timone della squadra, si concluse la breve parentesi genoana di Campagnolo, ceduto a fine anno al Vicenza.
Nello scorcio di campionato 2004-05, al giovane nigeriano Makinwa, venne data invece qualche occasione in più. Le sue fiches, l’attaccante di Lagos, se le giocò nel migliore dei modi. Era dal 2001 che il presidente Preziosi l’aveva inserito nella propria orbita, acquistandolo in comproprietà dalla Reggiana (che lo aveva portato in Italia non ancora maggiorenne). Ma l’ancor tenera età e la scarsa esperienza fecero di Makinwa una sorta di pacco postale: a Como nel 2001-02, spedito di nuovo a Reggio Emilia nel 2003-04, tornato in riva al Lario nel 2003-04 e mandato a Modena nel gennaio 2004. Al termine dell’esperienza emiliana, il Joker, divenuto nel frattempo proprietario del Genoa, lo volle fortemente aggregare alla corte di De Canio. Fatto fuori il tecnico lucano al termine di una Coppa Italia semi-disastrosa - in cui il numero 26 andò comunque a segno contro l’Empoli -, Serse Cosmi, nonostante avesse a disposizione un parco punte di altissimo lignaggio - il Principe Milito, il Barone Stellone e Nicola Caccia -, puntò forte su quel gioiellino d’ebano classe '83. Lo schierò sì titolare in sole 5 circostanze sulle 18 complessive, ma fu ugualmente ripagato: 6 reti - due delle quali decisive contro Treviso e Arezzo -, una rapidità incredibile e un fisico invidiabile. Makinwa impressionò - positivamente - tutti, pubblico e addetti ai lavori. Si capisce pertanto perché il tecnico perugino, nel gennaio 2005, si oppose in maniera categorica ad una sua cessione - in comproprietà - all’Atalanta, cessione che, ufficializzata, minò irreversibilmente i già difficili rapporti tra lo stesso Cosmi e il presidente Preziosi e separò, in via definitiva, le strade del Grifone e del mai più decisivo talento nigeriano, passato poi al Palermo, alla Lazio e, due mesi or sono, proprio alla Reggina.
Federico Berlingheri
(Il Giornale, 30 marzo 2008)
domenica 30 marzo 2008
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