Quando ci si mette di mezzo il destino, meglio lasciar perdere. Evidentemente, scomodando don Lisander Manzoni, tra Antonio Nocerino e il Genoa, il matrimonio non s’aveva da fare. Fu nell’estate del 2004 che le strade dell’incontrista partenopeo e del Grifone s’intrecciarono per la prima volta. E non fu un incontro felice. La Juventus, che lo aveva scovato ancora dodicenne sui campetti in terra battuta del Napoletano, dopo averlo mandato in prestito annuale ad Avellino, lo cedette in comproprietà al presidente Preziosi. Mezzala arcigna e compatta, rognosa ma tecnica al tempo stesso, l’ingaggio della metà di Nocerino, diciannove anni compiuti ad aprile e habitué delle nazionali giovanili, fu salutato con grandi favori sia dalla critica sia dal tecnico Gigi De Canio. Peccato che però, il mister lucano, al termine di un stentato avvio di Coppa Italia, venne ben presto fatto fuori: neanche il tempo di cominciare il campionato cadetto e al suo posto andò a sedersi Serse Cosmi.
Con il sanguigno tecnico perugino, non fu amore a prima vista. Tutt’altro. L’esordio del baby-mediano giunse infatti soltanto alla nona giornata: il 23 ottobre 2004, Arezzo-Genoa finì 2-2, Antonio entrò a risultato già definito, al minuto 78’, sostituendo Ciccio Cozza. Oltre al fantasista calabro, in mezzo al campo, la concorrenza per Nocerino era assai nutrita e agguerrita. Capitan Tedesco, Lamouchi, Ezio Brevi, Rimoldi, ma non solo: anche gli esterni Zanini e Lazetic andavano, negli schemi cosmici, spesso ad accentrarsi e a sbarrare la strada del campo al giovane numero 32 campano. Si arrivò così alla sessione invernale del calciomercato. All’attivo, per Nocerino, la miseria di cinque apparizioni, tutte da subentrato, con - al massimo - una ventina di minuti ciascuna.
Meglio cambiare aria quindi, in prestito, nel retrocedente Catanzaro. Almeno, lì, il posto era assicurato. Così come, avrebbe dovuto esserlo, la stagione successiva, ancora a titolo temporaneo nel Crotone di Gian Piero Gasperini. Coi rossoblù ionici, Antonio giocò sì 15 partite, ma qualcosa, nei rapporti col tecnico grugliaschese, non funzionò. E, nel gennaio 2006, si consumò il divorzio e l’ennesimo trasferimento. Nocerino, ormai punto fisso dell’Under 21, finì cinque mesi a Messina. In riva allo Stretto, 11 apparizioni - con tanto di esordio in massima serie in quel di Marassi, nel 4-2 contro la Sampdoria - risvegliarono le attenzioni della Juve comproprietaria del suo cartellino, quelle di mezza Serie A e di mezza Serie B. Non quelle del Genoa, appena affidato per uno scherzo del destino proprio a Gian Piero Gasperini che, nell’estate di due anni fa, ne precluse, in via definitiva, il ritorno in rossoblù.
Federico Berlingheri
(Il Giornale, 9 marzo 2008)
domenica 9 marzo 2008
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