venerdì 10 luglio 2009

Esperto, duttile e affidabile: ecco Luciano Zauri

GENOVA - Erano anni, sette per la precisione, che l’amministratore delegato Beppe Marotta lo corteggiava e provava a riportarlo con sé. E agli albori del 2009/10, il direttore è riuscito nel suo intento: Luciano Zauri è un calciatore della Sampdoria. Finalmente, verrebbe da dire. Trentuno anni, 244 presenze in Serie A, 5 in Nazionale maggiore ed esperienza da vendere: il terzino di Pescina, destro o sinistro poco importa - la sostanza e il rendimento non cambiano -, dopo l’esperienza fiorentina è pronto a tuffarsi nel mare blucerchiato.

Gli anni di Bergamo. Dal paese marsicano, terra d’origine del cardinale Mazarino, Ignazio Silone e Domenico Morfeo, Luciano arriva a Bergamo, all’Atalanta, ancora ragazzino. Raggiunto il più florido settore giovanile degli anni 90, quello gestito con dedizione e competenza da Mino Favini, esordisce in A diciannovenne e, dopo una parentesi nel Chievo, torna alla base per restarci. Eclettico per vocazione, l’aquilano Zauri diviene uno dei terzini tricolore più affidabili e regolari e, con un umiltà - come nel suo stile -, si conquista la Nazionale, traguardo non da poco per un terzino dell’Atalanta. Le presenze azzurre si fermano a quota 5, anche se Trapattoni, Lippi e Donadoni lo convocano in 12 occasioni, dal 2001 al 2006.

Capitano. Nel frattempo, nell’estate del 2003, la retrocessione della Dea gli consente di giocarsi la carta Lazio. Sulla sponda biancoceleste del Tevere, Luciano si conferma un jolly vecchio stampo: agisce sulla fasce, in difesa o a centrocampo, e talvolta pure da centrale. Al primo anno laziale, con Roberto Mancini in panchina, assaggia la Champions League e vince la Coppa Italia 2004. Champions che, tre anni dopo, Zauri conquista e gioca con la fascia da capitano al braccio (ereditata in seguito all’addio di Oddo) prima che un infortunio e qualche dissapore con Delio Rossi gli suggeriscano di cambiare aria, in prestito, alla Fiorentina.

Firenze. Come diceva Ivan Graziani, Firenze non è servito a cambiarlo: anche in viola, dove ritrova Prandelli, il tecnico che lo aveva lanciato nella Primavera atalantina, Zauri si conferma preziosissimo tuttofare. Tra Serie A, Champions e Uefa disputa 28 incontri totali, segnando un gol, a Catania, che, prima di tornare alla Lazio e passare al Doria in prestito con diritto di opzione della compartecipazione, mette in cassaforte il quarto posto della Fiorentina.

(Sampdoria.it, 10 luglio 2009)

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