venerdì 17 luglio 2009

Marotta e il mercato: «Mancano ancora alcuni tasselli»

MOENA (TN) - «Mancano ancora alcuni tasselli. Possiamo definirci un cantiere aperto». La metafora, in questi giorni di lavori in corso, calza a pennello. E Beppe Marotta, appena giunto a Moena, riesce ad esprimere il concetto. In pieno. La Sampdoria non è ancora al completo. Un concetto espresso a chiare lettere davanti a microfoni e taccuini, mentre fuori nuvole nere cominciano ad addensarsi e non lasciano presagire altro che pioggia. L’amministratore delegato, d’altronde, dalle acque non sempre limpide delle trattative sa come venirne fuori. Anche se, oggi come oggi, non pare affatto semplice. «Come vedete - chiarisce Marotta - i movimenti sono pochi. Si tratta di un mercato difficile, condizionato da una contrazione di carattere economico per la quale non mi sembra giusto ricorrere a spese folle. Dal canto nostro, agiamo con la consueta parsimonia, siamo attendisti ma questo non vuol dire che non vorremmo mettere a disposizione di Del Neri una squadra forte e competitiva per i nostri programmi».

Linee guida. Qualcosa - è fuor di dubbio - serve davvero a questo Doria. Un difensore forse? I nomi che si fanno sono quelli di Manfredini, Domizzi e Dainelli. Il direttore blucerchiato non chiude le porte a nessuno, ma nemmeno le spalanca. «Sono tre bravi giocatori - ammette senza dubbi -. Poi però di nominativi se ne fanno tanti e di occasioni ne possono nascere da un momento all’altro, magari in base a ciò che succede nelle altre squadre. È evidente che purtroppo noi non possiamo disporre di grandi cifre quindi agiremo con cautela. Voglio sottolineare però che quattro giocatori - Mannini, Zauri, Tissone e Rossi - sono arrivati con una logica economica molto valida. Continueremo a lavorare seguendo questa linea guida, soddisfatti di quello che abbiamo fatto finora».

L’esterno. Detto della retroguardia e delle strategie, un ruolo attualmente scoperto nello scacchiere del nuovo tecnico è quello dell’alter ego di Padalino, un’ala destra che - il refrain è questo - sappia volare. Marotta concorda: «Non nascondo che bisogna trovare un esterno di un certo spessore per valorizzare al massimo quella che è una filosofia tattica di Del Neri; una filosofia che si discosta da quella di Mazzarri. Le idee sono tante ma cozzano con la nostra rigidità economica. Di sicuro proveremo a scovare le opportunità che quotidianamente si possono presentare. Resta il fatto che l’esterno è una pedina importante e ne siamo perfettamente consapevoli».

Le cessioni. Detto dei possibili arrivi, siamo al capitolo cessioni sul quale l’a.d. varesino spiega le possibili evoluzioni: «Sul fronte delle partenze l’intoppo è rappresentato da Dessena. Daniele è un giocatore di valore ma che non coincide col discorso tattico di quest’anno. Stiamo cercando una collocazione adatta a lui, con l’obbiettivo di non svenderlo perché giovane, importante e vorremmo tutelarlo. Avevamo raggiunto un accordo col Parma e col Cagliari ma purtroppo non è andato in porto e questa situazione ci ha creato contraccolpi negativi. Quindi dobbiamo recuperare. Su Mirante invece non ci sono problemi. Sta per trasferirsi al Parma in prestito. Penso sia la scelta giusta in quanto in gialloblù potrà avere più spazio rispetto alla Sampdoria: siamo contenti per noi e per lui. Per il resto giocatori in soprannumero non ne abbiamo».

I sudamericani. «Non ne abbiamo - continua Marotta - eccezion fatta per i sudamericani Bottinelli e Fornaroli, per i quali esistono alcuni discorsi aperti in Argentina, dove hanno grandi estimatori. Bottinelli interessa al River Plate e al San Lorenzo, società dal quale lo abbiamo acquistato la scorsa estate. Entrambi i club sembrano propensi a investire dei soldi. Al momento sono impegnati in altre trattative ma comunque valuteremo se le loro offerte compatibili con una cessione a titolo definitivo. Fornaroli è giovane, lo abbiamo acquistato definitivamente a una cifra vantaggiosa. Noi non vorremo perderlo, vorremmo farlo maturare, è dell’87, e un prestito come per Mirante ci troverebbe contenti».

Stadio. Esaurito l’argomento-calciomercato, Beppe Marotta interviene sulla questione stadio. “Ferraris” o nuovo impianto? «Credo che il problema stadio - conclude il direttore - sia davanti gli occhi di tutti. Marassi rappresenta certamente un simbolo di emozioni e di storia, però è normale che questi valori da soli non bastano. Si devono considerare infatti aspetti come la sicurezza e l’ospitalità, ma soprattutto considerare che l’asset stadio comporta un notevole incremento di ricavi. Al fine di non rimanere staccati rispetto agli altri club, credo che la soluzione alternativa allo stadio di Marassi vada esaminata».

(Sampdoria.it, 17 luglio 2009)

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