Lampo di Volpi, poi il buio più totale. Dura soltanto 10 giri d’orologio la speranza doriana di tornare da Bergamo con in tasca il bottino pieno nonostante le pesanti assenze. Dall’11’ si scatena infatti un’Atalanta da applausi, intensa e travolgente, trascinata da un superbo Cristiano Doni, solito ex col dente avvelenato. Il capitano ne segna due, Floccari (in chiusura di primo tempo) e Capelli (in apertura di ripresa) uno a testa: alla fine è un 4-1 netto, mai in discussione, che proietta i nerazzurri in zona-Uefa e conferma la preoccupante idiosincrasia della Sampdoria per le gare lontano da Marassi.
Nei padroni di casa, ancora fuori Carrozzieri, Capelli si riprende il posto da centrale di difesa, Manfredini viene dirottato a sinistra in vece di Bellini; in linea mediana Guarente vince il ballottaggio con De Ascentis, mentre Langella, smaltita l’influenza, torna a sfrecciare sulla corsia mancina. Nel Doria, orfano di Accardi, Cassano e Bellucci, Mazzarri mischia - forse un po’ troppo - le carte: Zenoni viene schierato di nuovo titolare in campionato dopo quasi quattro mesi; a centrocampo rifiatano Palombo, Franceschini e Pieri, giocano Volpi, Sammarco e Ziegler; Maggio agisce da centrale e Delvecchio appoggia l’unica punta Bonazzoli.
Dopo due minuti, è subito gol: ci pensa proprio il rientrante capitan Volpi a portare in vantaggio i biancocerchiati con una botta terrificante dai 25 metri, botta di destro che sorprende Coppola. Esulta con rabbia, Sergio, sfogandosi sotto lo spicchio di Sud trasferitosi in quello che fu il “Brumana”. La risposta dell’Atalanta si fa attendere. Arriva all’improvviso, all’11’: Langella serve Doni, che decentrato sulla sinistra, entra in area e conclude ad incrociare, ma Castellazzi respinge senza affanni. Non può niente il portiere di Gorgonzola, un minuto dopo, sul colpo di testa dello stesso capitano bergamasco. Pregevole il cross mancino di Arrogu Tottu Langella, altrettanto l’incornata dell’ex Cristiano e 1-1 quasi immediato. La Samp subisce il pari e - per la serie le disgrazie non vengono mai da sole - perde subito Campagnaro per un presunto stiramento al polpaccio destro. Lo sostituisce l’uruguayano Miglionico all’esordio in trasferta, dopo la prima casalinga di tre giorni fa con l’Inter. Ora l’Atalanta prende coraggio e in mano le redini della gara. La supremazia territoriale bergamasca pare evidente e ancora Doni la legittima raddoppiando poco dopo la mezz’ora. Manfredini si ritrova solo soletto in area sugli sviluppi di un cross dalla destra di Ferreira Pinto, conclude, Castellazzi non trattiene e il trentaquattrenne numero 72, appostato nell’area piccola, approfittando della dormita delle retroguardia doriana e anticipando persino la coppia di compagni Floccari-Pellegrino, deposita a porta sguarnita il sorpasso e può così rialzare il mento. Imbambolati, senza capo né coda, gli ospiti paiono non esistere, subiscono in mezzo ma soprattutto sulle fasce: Langella a sinistra fa quello che vuole. Al 35’, Arrogu Tottu parte dalla sua metà campo, serve Doni sulla trequarti, palla che gli ritorna e - nonostante sia in fuorigioco - fa partire un traversone sul secondo palo per la zuccata dell’indisturbato Floccari. È il 3-1 per gli uomini di Del Neri, un risultato, vista la sconclusionata manovra mazzarriana, più che meritato. Risultato che potrebbe arrotondarsi al 42’ ma ancora Floccari non capitalizza un rimpallo favorevole.
La ripresa si apre con gli stessi effettivi in campo e lo stesso canovaccio: mediana genovese fantasma, Zenoni e Ziegler impotenti sulle corsie laterali, Ferreira Pinto e Langella rapidissimi e devastanti. Nessuna reazione d’orgoglio quindi. E al 52’, da un calcio di punizione mancino di Guarente, arriva il 4-1: lo segna Capelli, al secondo centro in massima serie, dimenticato nell’area piccola da una difesa disastrosa. Nonostante la debacle sembri assicurata, Mazzarri prova a scuotere i suoi: fuori - finalmente - uno obbrobrioso Ziegler, dentro Pieri. Anche Del Neri, poco dopo, ricorre al cambio, facendo rifiatare l'imprendibile Langella e inserendo Padoin. L’Atalanta decide di allentare la pressione e il Doria, che dovrebbe almeno tentare di avvicinarsi all’area di Coppola, si adegua mestamente ai ritmi blandi. D'ora in avanti, degne di nota divengono soltanto le sostituzioni: Kalu per uno spaesato Maggio, De Ascentis per l’euclideo Guarente, Paolucci per un sontuoso Doni, che si prende la meritata standing-ovation, sacrosanto epilogo di una prestazione da incorniciare.
Federico Berlingheri
Tabellino
Atalanta-Sampdoria 4-1
Reti: 2’ Volpi, 13’ e 31’ Doni, 35’ Floccari, 52’ Capelli
Atalanta (4-4-1-1): Coppola 6; Rivalta 6, Capelli 7, Pellegrino 6,5, Manfredini 6,5; Ferreira Pinto 7,5, Tissone 7, Guarente 7 (76’ De Ascentis s.v.), Langella 7,5 (57’ Padoin 6); Doni 8 (80’ Paolucci s.v.); Floccari 7,5. All. Del Neri 7,5
Sampdoria (3-5-1-1): Castellazzi 5,5; Campagnaro s.v. (17’ Miglionico 4,5), Gastaldello 4,5, Lucchini 4,5; Zenoni 4, Maggio 5 (73’ Kalu 5,5), Volpi 5, Sammarco 5, Ziegler 4 (53’ Pieri 5,5); Delvecchio 5,5; Bonazzoli 5. All. Mazzarri 5
Arbitro: Ciampi di Roma 5,5
Ammoniti: Ziegler, Rivalta, Zenoni, Gastaldello
(Goal.com, 27 febbraio 2008)
mercoledì 27 febbraio 2008
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