mercoledì 12 marzo 2008

I 482 minuti blucerchiati di Terlizzi

Spietato in avanti, pasticcione dietro, litigioso fuori. Christian Terlizzi, terrore delle difese avversarie - ma anche dei propri compagni di squadra e dei propri tecnici... - è tornato. Dopo un anno di inattività genovese, è tornato al gol un girone fa, con la maglia del Catania, al “Sant'Elia” di Cagliari, proprio dove, un anno esatto or sono, disputò la sua penultima partita con la Sampdoria. Ottobre 2006, sconfitta blucerchiata di misura (1-0, rete di Conti) e cartellino giallo rimediato. Quasi un disastro. Se possibile, l'ultima - di quattro in campionato - fu ancora peggio: a Palermo, 2-0 rosanero senza appello e rosso per proteste poco prima del novantesimo. Era il 5 novembre.

Da quel momento, il lungagnone romano giunto l'estate precedente proprio dal capoluogo siciliano in campo non si vide più. Squalifica di due turni, lombosciatalgia, intervento chirurgico per ridurre un'ernia discale, lunghissima riabilitazione e finale ostracismo di mister Novellino bastano a comprendere il suo perenne accantonamento. In fin dei conti, però, andò bene così: fuori Terlizzi, si cominciarono ad apprezzare le virtù di Pietro Accardi, che finì per giocare, da centrale difensivo, la miglior stagione di sempre.

E pensare che tra i due neoacquisti ex palermitani la parte del prim'attore sarebbe spettata di diritto al più accreditato difensore-goleador, reduce da un avvio di 2005-06 da superstar grazie a quattro gol nelle prime quattro giornate. Almeno a sentire il Terlizzi-pensiero al raduno del 15 luglio all'Hotel Astor di Nervi... “Sono venuto per essere uno dei protagonisti di questa squadra - esordì aitante e spavaldo -. Le mie caratteristiche? Sono bravo di testa, ho un buon calcio e mi piace giocare la palla”. Della serie: Beckenbauer mi fa un baffo.

La realtà si rivelò ben diversa. Seppur convocato e titolare nell'assai sperimentale prima Italia donadoniana, il Terlizzi doriano finì per disattendere qualsivoglia aspettativa, totalizzando tra Serie A e Coppa Italia la miseria di 482 minuti in sei presenze complessive, e andando, di fatto, a rinverdire la tradizione della “clinica riabilitativa blucerchiata”, accogliente dimora per calciatori non proprio sanissimi, che ha visto transitare dalle proprie parti i vari Beppe Signori, Doni, Simone Inzaghi, Zamboni e Iuliano, gente che a Genova è passata quasi esclusivamente per svernare.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 13 marzo 2008)

Nessun commento: