domenica 16 marzo 2008

Papa Waigo, la McLaren bocciata

Fu buon profeta, lo scorso agosto, Gian Piero Gasperini. “Konko e Papa Waigo - affermò gongolando il mister di Grugliasco nel ventre del “Ferraris” - saranno le nostre McLaren”. Ammirando lo smagliante Abdoulay degli ultimi tempi, pare impossibile dargli torto. Sul ventiquattrenne senegalese di Saint-Lous, invece, il discorso cambia. Che N’Diayè stia andando come una lippa dubbi non ce ne sono; è piuttosto su quel “nostro” che la previsione del tecnico genoano, almeno in parte, decade. Decade perché, dallo scorso gennaio, Papa Waigo non fa più parte della scuderia rossoblù ma corre per quella viola di Cesare Prandelli. In riva all'Arno, corre e non solo: segna - due gol contro decisivi Livorno e Juventus -, fa segnare - un assist, per Osvaldo, fondamentale ai fini dello storico successo della Fiorentina sui bianconeri - e le sue danzanti esultanze gli hanno già ritagliato un amorevole cantuccio nei cuori della Curva Fiesole. Il tutto - occorre ricordarlo - in sole 4 partite e 191 minuti giocati.

Al Genoa, di contro, il bottino fu tutt’altro che esaltante. Eppure, quei cinque milioni di euro sborsati al Cesena dal presidente Preziosi - bruciando la concorrenza del Palermo - ed un precampionato a mille lasciavano ben sperare coloro che tengono alle sorti del Vecchio Balordo. Passo da antilope, falcata rapidissima, scatto e destro fulminanti: tre gol in nove giorni, contro il Torino nel “Trofeo Spagnolo” e contro Grosseto ed Ascoli in Coppa Italia, catapultarono il centravanti africano in vetta alla speciale hit-parade della Nord, ancor più di quel Marco Borriello che oggi tutti - giustamente - decantano. Fu un fuoco di paglia. Anche per via di una fastidiosissima appendicite, l’esordio in massima serie della freccia nera N’Diayè si rivelò quasi disastroso e l’apporto dei tifosi andò, col tempo, scemando.

Titolare con Milan, Catania e Torino - quest’ultima dopo l’intervento chirurgico e il lungo decorso postoperatorio -, panchinaro subentrato in altre sei occasioni, Papa Waigo collezionò sul prato verde la miseria di 354 giri d’orologio, senza segnare e senza mai andarci vicino, ma soprattutto senza convincere allenatore e dirigenza. Fu per questo che, neanche due mesi fa, a Villa Rostan optarono per una sua cessione in comproprietà: nello scambio alla pari con Vanden Borre, seppure la McLaren senegalese sia ora reduce dai box e, con tutta probabilità, guarderà dalla panchina la sfida da ex di questo pomeriggio al “Franchi”, sembra averci guadagnato solo la Fiorentina.

Federico Berlingheri
(Goal.com, 16 marzo 2008)

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