mercoledì 25 giugno 2008

Da Calì a Gasbarroni, storie di ex incrociati

Da Calì a Gasbarroni, passando per Firmani, Scanziani, Montella e Borriello, aspettando Domizzi e magari pure Rubén Olivera. È una storia cominciata da più di un secolo, da quando il calcio era ancora football e affare quasi esclusivo per gli stranieri, quella dei passaggi - non necessariamente repentini - dal Genoa alla Sampdoria e viceversa. Ci pensò il baffuto siculo-svizzero Francesco Franz Calì ad inaugurare, agli albori del Novecento, la lunga serie di trasferimenti da una sponda all’altra del Bisagno: il primo capitano della Nazionale italiana nel 1901 era al Genoa, l’anno dopo, senza scatenare troppi clamori, giocava per l’Andrea Doria. Proprio dai biancoblù progenitori della Sampdoria ai rossoblù genoani, fece invece scalpore il trasferimento della coppia genovese Sardi-Santamaria, per il quale i due calciatori, accusati di professionismo, rischiarono la squalifica a vita e il Genoa la radiazione. Scongiurato tutto ciò, la vicenda poté continuare.

Nel ’46 nacque la Sampdoria; Giuseppe Baldini ne fu il primo storico bomber e il primo convocato in azzurro. Pensate come la presero i sostenitori blucerchiati quando nel 1950-51 Pinella cedette alle lusinghe del Genoa e tentò l’avventura in rossoblù: gli andò male e nel ’53 era già di ritorno. In tema di cambi di fazione cittadina, gli anni Cinquanta-Sessanta furono abbastanza prolifici: Ugo Amoretti, portiere del Genoa nel ’33-34, allenò la Samp per due giornate nel ’56-57; Edwing Tacchino freddo Firmani dal ’55 al ’58 segnò 52 reti in 83 partite in blucerchiato per divenire rossoblù nel ’61; gli allenatori Roberto Lerici e Paolo Tabanelli sedettero prima sulla panchina del Doria e poi su quella del Grifone.

I magnifici Settanta, nella Genova calcistica, non si rivelarono anni poi così entusiasmanti, anzi, e non lo furono neppure i salti della barricata: se ne annota soltanto uno e piuttosto indolore, quello di Giorgio Custer Garbarini, cuore genoano cresciuto nella Sampdoria (87 presenze totali), passato al Vecchio Balordo nel ’71. Per assistere ad una delle operazioni più chiacchierate, occorre invece attendere il 1986-87, allorché l’attempato capitano del rinato Doria di Paolo Mantovani, Sandro Scanziani, si tramutò repentinamente da idolo della Sud a “nemico”, trasferendosi in rossoblù a trentatré anni suonati. Più graduale e marginale fu l’approdo al Baciccia del mancino Ivano Bonetti, genoano a metà anni Ottanta, scudettato nella Sampdoro mantovaniana e cavallo di ritorno rossoblù nel ’98-99.

Ma il colpo più colpo di tutti lo realizzò Enrico Mantovani: mai, sotto la Lanterna, il clima da derby di mercato si scaldò tanto come nell’estate del 1996. All’epoca, Genoa e Empoli si contendevano alle buste il cartellino di Vincenzo Montella, centravanti partenopeo astro nascente del pallone italico; nell’incredulità generale la spuntarono i toscani. Chi c’era dietro lo si scoprì subito: con buona pace del furioso Aldo Spinelli e della Nord, l’Aeroplanino si colorò di blubiancorossonero e, beffa nella beffa, si ritrovò a saltellare al grido di “chi non salta è un genoano” nel bollente catino del Palasport. Percorso inverso compì Marco Carparelli, finalese cresciuto a pane e Doria, compagno proprio di Montella nel ’96-97, divenuto capitano tutto cuore e grinta del Grifone a ridosso del Terzo Millennio.

Con lo storico massaggiatore doriano Ezio Marchi a curare i muscoli genoani fino al 2001, e con l’ex numero 1 blucerchiato Guido Bistazzoni, il quale si ritrovò a preparare i portieri del Grifone prima di tornare nuovamente all’ovile, è proprio la cronaca recente a raccontare i cambi di casacca più insoliti e frequenti. Nel 2000-01 mister Gigi Cagni e Dario Marcolin si incontrarono insieme a Bogliasco dopo essere transitati dalle parti del “Pio” (nel ’98-99 il primo, nel ’94-95 il secondo); sorte opposta toccò a Nicola Zanini e Vittorio Tosto, fugaci meteore blucerchiate (a più riprese il fantasista vicentino, nel 1999-00 il terzino calabrese) e compari di rinascita nel Grifone 2004-05 targato Cosmi. Rinato - eccome! - dopo la cura-rossoblù, pure Marco Borriello, bocciato alla Samp da Novellino (2005-06) e implacabile goleador alla corte di Preziosi; quel Joker che, dopo aver rischiato di acquistare egli stesso il Doria nel 2001 e acquistati Giuseppe Greco e Igor Zaniolo (entrambi con un passato nelle giovanili blucerchiate), con gli ex sampdoriani sembra averci preso gusto: Gasbarroni, quasi certamente Domizzi e forse l’uruguagio Olivera sono pronti a rinverdire una tradizione che, nella Superba pallonara, dura ormai da più di cent’anni.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 25 giugno 2008)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

aggiungici mio nonno Salvatore R. (io mi chiamo Stefano Salvatore Nicolò in omaggio ai miei due nonni). genoano da sempre, era del 1905, quand'ero piccolo veniva con me e mio padre (suo figlio) a vedere il doria. ora penso che era più giovane di mio padre adesso e l'idea mi turba.
se n'è andato il 27 febbraio del 2001, avrebbe fatto 100 anni il 14 ottobre del 2005 (già, il 14 ottobre...), credo che il pezzo più bello che abbia mai scritto sia stato - te lo giuro - quello dal delle alpi per genoa-pizzighettone del 7 settembre 2005, mi avevano mandato su per il colore, non sapevo cosa fare ed ero anche un po' in imbarazzo in mezzo ai genoani in tribuna stampa, credevano che volessi prenderli in giro, poi mi sono venute le prime righe: "dal nostro inviato. torino - e questa, caro nonno ture, mio vecchio genoano che avresti fatto cent'anni fra un mese, questa come te la racconto?". cominciava così. al giornale credevo che mi avrebbero mangiato il naso. non dissero nulla. mio padre invece si commosse. e penso anche mio nonno, anche se ormai.
ciao
s

Federico ha detto...

Se non ti conoscessi, direi che l'inizio di quel pezzo è tipicamente breriano. Invece ti conosco e lo stile è il tuo; ormai, non mi stupisco più: malgrado un avo bicolore (scherzo!), sei un grande, Ste, davvero!
Tornando al mio di pezzo, mi è venuto in mente Sgrò, che era nella rosa del Genoa nei primi anni Novanta senza giocare mai. Dimenticanza indolore...
Ah, domani partirò per Vienna, vado a vedermi la finale. Peccato, non ci sia l'Italia: incontrarlo lì, Antonio, mi avrebbe fatto parecchio piacere.
A presto,
F.

Anonimo ha detto...

ma che bello, se ci riesci prima o poi procurati il dvd de "Il terzo uomo", se non l'hai già visto. E' uno dei film che più amo e la scena cardine è sulla ruota panoramica del Prater.
(comunque mio padre deviò ben presto dalla linea paterna né mio nonno ebbe mai a dire. piuttosto avrei rischiato seriamente di essere avviato al torinismo, ma questa è un'altra storia)

aspetto di leggere quel che scriverai sulla finale. sperando che ci arrivi la russia, per una riedizione semipacifica di stalingrado...
ciao
s

Federico ha detto...

Sì, l'ho già visto e apprezzato. Non posso dire di essere un suo fan vero e proprio, ma Orson Welles mi piace molto.
Anch'io spero di vedere la Russia in finale: anche se non penso di portare il pc, cercherò di scrivere qualcosa al mio ritorno.
Un abbraccio,
F.

Anonimo ha detto...

niente russia, peccato
ciao
s

Federico ha detto...

Eh già, peccato per la Russia.
Avrei tifato per loro nel composto marasma dell'Ernst-Happel-Stadion, invece sono stato spettatore imparziale. Bella esperienza comunque; tornando però in tema di Est, sbarco e vedo sbattuta in prima pagina l'eventualità di un arrivo di un certo Shevchenko...
La firma è la tua e questo mi rassicura. Sai se sia emerso qualcosa di nuovo in giornata?