venerdì 30 gennaio 2009

Linea verde rossoblù: El Sharaawi il più giovane di sempre

GENOVA - Tra i grandi non avrà ancora dimostrato nulla, ma negli annali del Grifone è già entrato di diritto. Stephan El Sharaawi, nato a Savona il 27 ottobre 1992 da papà egiziano e mamma savonese, è infatti il più giovane calciatore ad aver vestito in Serie A, dall’avvento del girone unico, la casacca rossoblù. Aveva sedici anni, un mese e 24 giorni quando lo scorso 21 dicembre, al “Bentegodi” di Verona, prese il posto del serbo Jankovic al minuto 84 di Chievo-Genoa: beh, in quel quarto d’ora scarso a sua disposizione, con una personalità e una sfrontatezza fuori dal comune, la talentuosa ala dal numero 31 mise lo zampino nel successo conclusivo della banda di Gasperini firmato allo scadere da Olivera.

Sino a questo momento resta quello veronese l’unico cammeo di Stephan - pilastro delle rappresentative giovanili azzurre - in prima squadra, bottino mica da ridere per uno che aveva esordito in panchina soltanto una settimana prima con l’Atalanta e vi si è poi accomodato nelle successive sfide con Torino, Lecce e Catania.

Proprio al match prenatalizio col Chievo, caratterizzato per il Vecchio Balordo da squalifiche, infortuni e acciacchi vari e da una rosa perciò ridotta all’osso, risalgono anche le sin qui isolate capatine con Rossi e compagni di un tris di virgulti della Primavera di Luca Chiappino e dal quasi certo domani rossoblù: Andrea Signorini, Isaac Cofie e Dejan Lazarevic.

Con quel cognome che porta con orgoglio, quella stazza, quell’aspetto e quelle movenze che ricordano da matti papà Luca, Andrea, centrale difensivo classe ’90, non ha bisogno di presentazioni. Qualcuna in più servirebbe per il duo da spot Ringo Cofie-Lazarevic. Il primo, nato ad Accra, capitale del Ghana, il 5 aprile del 1991 è un mediano d’ebano, ha temperamento da vendere e muscoli d’acciaio. Il secondo è un biondissimo sloveno di Lubiana, centrocampista offensivo - o all’occorrenza seconda punta - minuto e imprendibile, occhi di ghiaccio e piede caldo.

Piede caldo pareva averlo pure il sestrese Matteo Perelli, tanto da convincere il mister di Grugliasco a convocarlo e mandarlo in panchina in Genoa-Napoli, sesta di A del 5 ottobre 2008. Punta classe ’89 reduce da una stagione alla Pro Belvedere di Vercelli, l’ingenuo Matteo risultò positivo al metabolita della cannabis (tetraidrocannabinolo) proprio in seguito al controllo antidoping di quella partita in cui prese contatto con Marassi. Partita che rimane la prima e l’ultima: quel peccato di gioventù gli costò caro visto che la società decise di metterlo, con effetto immediato, fuori rosa.

A differenza degli altri già menzionati, gli unici pivellini a figurare nella rosa dei big sul sito internet ufficiale del Grifone sono Eugenio Lamanna e Matteo D’Alessandro. Lariano dell’89, malgrado due apparizioni come dodicesimo di Rubinho (Lecce fuori e Catania in casa), Lamanna è di fatto il numero 1 rossoblù. D’Alessandro, terzino destro di Sondrio e pilastro della Primavera, porta invece il numero 27: per lui grande attenzione da parte di Gasperini e un Genoa-Siena da spettatore molto ravvicinato.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 30 gennaio 2009)

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