venerdì 16 gennaio 2009

Tutti pazzi per Pazzini: alla Sampdoria è già Pazzo-mania

GENOVA - Tutti pazzi per Pazzini. Troppo scontato? Sì, ma è già così. Neanche il tempo di arrivare alla Sampdoria che Giampaolo Pazzini da Monsummano Terme, provincia di Pistoia, è già entrato nella hit parade degli affetti dei tifosi doriani, numerosissimi nell’accoglierlo festanti fuori lo Starhotel President di Brignole. Irrompe poco dopo le 12, il nuovo numero 10 blucerchiato (“M’ha quasi obbligato Cassano a prenderlo, ha detto che l’aveva tenuto per me”): gel in testa, maglioncino nero, camicia bianca a righe sottili. L’occhio è vispo, la gorgia toscana inconfondibile, l’emozione palpabile. La sciarpa blu-bianca-rossa-nera-bianca-blu è al collo proprio come in quella foto di quasi sei anni fa. Era di un suo cugino sampdorianissimo, che se n’era andato poco prima; sua zia gliel’aveva regalata e lui l’aveva indossata durante la festa del suo diciannovesimo compleanno. Il destino è anche questo.

“Sono rimasto colpito, non mi aspettavo niente del genere - ammette l’ex centravanti viola mentre, da fuori, giungono decine di Ohioioi ohioioioi, dai Pazzini segna per noi! -. Voglio ringraziare il presidente Garrone e il direttore Marotta, che hanno dimostrato di aver fiducia in me e di volermi a tutti i costi. La mia non è stata una scelta economica e non ho avuto dubbi a scegliere la Sampdoria. È una squadra importante e non vedo l’ora di cominciare”.

Cominciare - anzi, ricominciare - a segnare reti pesanti dopo gli ultimi tempi duri di Firenze (“Voglio tornare ad essere determinante”), con un Antonio Cassano in più affianco: “Di sicuro il fatto di giocare con Antonio ha pesato nella mia decisione. Le differenze tra lui e Mutu? Adrian può fare la punta, il secondo è più rifinitore. Per quanto mi riguarda, se Cassano fa tutto da solo e poi mi fa segnare a porta vuota, a me andrebbe benissimo”.

Andrebbe benissimo - eccome - anche a Beppe Marotta e Riccardo Garrone, che, prima delle parole del Pazzo, avevano fatto gli onori di casa. Accantonata per un attimo la deludente debacle capitolina, soddisfatti e raggianti si sono coccolati il nuovo acquisto, con 9 milioni di euro da versare in tre anni nelle casse della Fiorentina (e il prestito con diritto di riscatto per i viola di Emiliano Bonazzoli), il più oneroso da quando, insieme, siedono ai vertici della società blucerchiata.

“Si tratta di un investimento importantissimo per il presente e per il futuro - ha cominciato l’amministratore delegato doriano (che nel frattempo ha paventato la possibilità di una cessione temporanea per Fornaroli e Bottinelli, in procinto, quest’ultimo, di tornare al San Lorenzo) -; un tassello che inseriamo nel nostro progetto pluriennale. Pazzini è tra i migliori under 25 del panorama italiano e mondiale: sono felice di ritrovarlo oggi dopo averlo potuto conoscere ai tempi dell’Atalanta”.

Forse ancora più euforico, gli fa eco il presidente Garrone, che ha parole dolci per Cassano (“Se Kakà vale 100 milioni, lui ne vale poco di meno”) ed è entusiasta del nuovo pupillo, suo e dei suoi nipoti: “Abbiamo fatto un investimento della grandezza di quello di Cassano, il più importante durante i sette anni di gestione, mia e della mia famiglia. Proprio a Natale, durante la solita riunione, ai miei nipotini preparo una busta con dentro qualche euro. I tre sampdoriani mi hanno detto: Nonno, rinunciamo al regalo se ci prendi Pazzini. Io ho risposto: Parlatene anche con i vostri papà…”. Rinunciando alla strenna, ne avranno parlato di sicuro.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 16 gennaio 2009)

Nessun commento: