lunedì 13 luglio 2009

Luciano Zauri è convinto: «La Samp è allestita per far bene»

MOENA (TN) - Il matrimonio, alla fine, s’aveva da fare. Luciano Zauri e la Sampdoria: un’unione fresca come una rosa che sboccia. Ma che in realtà è frutto di un lungo corteggiamento. Protagonista è l’amministratore delegato Beppe Marotta, che il trentunenne terzino di Pescina l’aveva potuto apprezzare all’Atalanta e ha sempre tentato di riportarlo al proprio fianco, riuscendovi in questo inizio di stagione 2009/10. «Sapevo dell’interessamento da parte della società e del direttore Marotta ormai da alcuni anni - ha dichiarato Luciano ai media saliti a Moena -. Anche se in realtà sono stato davvero vicino alla Samp soltanto lo scorso gennaio. A Firenze ero poco utilizzato, avevo chiesto di essere ceduto ma non se ne fece nulla perché la Fiorentina era ancora impegnata in Europa e avevano bisogno di me».

Primi giorni di ritiro, prime impressioni?
«Ho avuto sensazioni positive, non è mai semplice inserirsi in un gruppo, cambiano i compagni, cambiano i metodi di lavoro; ma piano piano ci stiamo conoscendo e devo ammettere che sono molto contento».

Zauri jolly per antonomasia del calcio italiano. Un’etichetta che ti si addice?
«Diciamo che mi chiamano così sia per le mie caratteristiche sia per la mia disponibilità tattica. Non è il massimo però, per un calciatore, essere considerato un jolly: non avere un ruolo ben definito a volte può essere uno svantaggio».

Tu dove pensi di esprimerti meglio?
«Ho sempre giocato esterno difensivo, destro o sinistro non fa troppa differenza. Il mio ruolo è questo: sono un destro naturale, però sono stato spesso e volentieri utilizzato a sinistra, dove gioco senza alcun problema».

Nelle partitelle della prim’ora sei stato impiegato terzino destro. Com’è stato il primo contatto con Del Neri?
«Il mister lo conoscevo soltanto da avversario. Me ne hanno sempre parlato bene e in questi primi giorni di ritiro ho avuto la conferma delle belle parole spese dai suoi ex giocatori. È un lavoratore serio e un gran professionista».

Dopo un anno di assenza forzata, a Genova tornerai a giocare un derby…
«Di derby ne ho vissuti tanti, a Roma e un po’ di esperienza penso di averla. Sono gare particolari, un campionato a parte, che ognuno vive a modo proprio: da questo punto di vista parto sicuramente avvantaggiato…».

Parti avvantaggiato anche nel gruppo: Pazzini è tuo amico da parecchi anni.
«Giampaolo lo conosco dai tempi del settore giovanile dell’Atalanta. Poi siamo stati insieme per metà dello scorso campionato in viola. Abbiamo un ottimo rapporto e sono davvero contento di averlo ritrovato qui alla Samp».

Per uno che hai ritrovato, uno che si dice potresti ritrovare. Com’è Franco Semioli?
«Ho avuto modo di giocare con lui a Firenze. Il valore di Semioli non si discute: spero possa davvero arrivare, lui sarebbe entusiasta e ci darebbe una grossa mano».

E Antonio Cassano come lo hai trovato?
«Cassano l’ho incontrato tante volte, anche lui, come il mister, lo conoscevo da avversario. Arrivando qui sono rimasto sorpreso: è una persona diversa da come viene descritta. È un ragazzo positivo, che ride e fa gruppo. Nello spogliatoio e a tavola è sempre il primo a scherzare e ad avere la battuta pronta».

E in campo?
«In campo ha una classe indiscutibile. Credo che lui e Pazzini siano il nostro valore aggiunto e là davanti possano fare la differenza».

Dove può arrivare questa Sampdoria?
«La squadra era già forte di per sé, c’è un gruppo buono, che penso possa trovare la giusta collocazione nella parte sinistra della classifica. Poi, come sempre, la classifica la determinano gli episodi, ma la Samp è certamente allestita per far bene e regalare gioie ai nostri tifosi».

(Sampdoria.it, 13 luglio 2009)

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