giovedì 23 luglio 2009

Riscatto Tissone: «Con Del Neri per tornare ai miei livelli»

MOENA (TN) - Carlos Bello, Juan Calichio, José Osvaldo Curti, Juan Carlos Lorenzo, Mario Sabbatella, Humberto Jorge Rosa, Ernesto Tito Cucchiaroni, Luis Carniglia, Francisco Ramon Lojacono, Dante Mircoli, Juan Sebastian Veron, Angel Alejandro Matute Morales, Fernando Gaston Cordoba, Ariel Arnaldo Ortega, Hugo Armando Campagnaro, Jonathan Pablo Bottinelli. In totale fanno 16. Sono gli argentini che dal 1946 ad oggi hanno vestito la maglia della Sampdoria in partite ufficiali. In totale fanno 16 e rappresentano la colonia straniera più numerosa in quasi 63 anni di storia blucerchiata. E da ieri, questa colonia, può contare su di un nuovo membro, il diciassettesimo albiceleste-doriano: il suo nome è Fernando Damián Tissone, 23 anni domani e la sua patria nel cuore. «Io ovviamente mi sento argentino - dice il centrocampista ex Udinese col sole di Moena che gli sbatte su quei grandi occhi neri -, sono nato là, ci sono cresciuto e quella è la mia nazione. Ho origini italiane certo e non le rinnego, anzi, ne sono orgoglioso, senza contare che mi hanno consentito di venire a giocare in Italia senza problemi, visto che ho il doppio passaporto».

Che ti consentirebbe di essere convocato dal c.t. Lippi…
«Innanzitutto voglio a fare bene alla Sampdoria. E alla Nazionale non ci penso affatto. Poi ovvio, se arrivasse una chiamata dovrei valutarla e anche bene, si tratterebbe di una scelta molto importante, da non prendere alla leggera».

Le tue origini avrai modo di scoprirle in Liguria, a pochi chilometri da quella Quiliano da dove il tuo bisnonno emigrò in Argentina.
«Sì, lui era di quelle parti. Poi partì per il Sudamerica. Là nacquero mio nonno, mio padre e poi sono nato io. A Savona e Quiliano non sono mai stato. Ma non appena sarò a Genova e avrò un po’ di tempo libero ci farò un salto per vedere se magari riesco a trovare qualche parente».

Perché il Doria?
«Perché la squadra è forte, perché si tratta di una società seria e perché so che c'è una tifoseria veramente importante. Sono più che contento di essere arrivato in blucerchiato e mi piacerebbe fermarmi a lungo».

Che stagione ti aspetti? Senti voglia di rivincite nello spogliatoio?
«Secondo me la passata stagione i miei compagni non hanno fatto poi così male. Non dimentichiamoci che c’erano tre competizioni e sono arrivati in finale di Coppa Italia, perdendola soltanto ai rigori. Quest’anno, invece, abbiamo solo due fronti e possiamo fare di più; ma, viste le tante buone squadre che ci sono in giro, il nostro primo obbiettivo è quello di salvarci più in fretta possibile. Poi si vedrà».

Mediano tuttofare, con un buon piede e un’ottima visione di gioco. Che giocatore è Fernando Tissone?
«Penso di avere più qualità offensive che difensive, ma sono un centrocampista che sa riesce a fare piuttosto bene entrambe le fasi. Ho ricoperto tanti ruoli in carriera, sono stato impiegato spesso come esterno. Poi è stato Del Neri a trovarmi un ruolo fisso come centrale ed è un grande piacere per me tornare a lavorare con lui e col suo staff. Col mister mi sono sempre trovato alla grande, ho un rapporto speciale e voglio ripagare la sua fiducia. Mi auguro di far bene e di tornare ai livelli di Bergamo».

L’anno scorso a Udine la fortuna non ha girato dalla tua parte...
«Per la prima volta in carriera ho avuto infortuni e il caso ha voluto che li avessi tutti nella stessa stagione. Non è semplice dopo tre stiramenti conquistarti un posto in squadra. Ed è anche per questo che vengo qui con tanta voglia di riscatto».

(Sampdoria.it, 23 luglio 2009)

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