Una traversa in un pugno. No, non c'entra Celentano. C'entra Andrea Sottil, un duro, un tipo tosto, tutt'altro che da ventiquattromila baci: per lui arrivarono infatti "solo" sei giornate di squalifica, poi ridotte a cinque, e una multa salata. La parabola - è proprio il caso di dirlo - discendente del difensore di Venaria al Genoa si chiuse, sul prato verde, come peggio non avrebbe potuto. Si chiuse al “Garilli” di Piacenza, il 5 giugno 2005, ultima giornata di un campionato di B concluso poi nelle aule di tribunale: serviva una vittoria, al Grifo di Serse Cosmi, per spalancarsi le porte del Paradiso. Quel sabato sera, di contro, nella tana dei biancorossi lupi emiliani di Iachini, la vittoria non giunse, e tutto quello che nei mesi successivi ne seguì si tramutò in un vero e proprio Inferno.
Quel sabato sera, tra cartellini gialli e rossi, feroci polemiche e maxirisse, finì 2-2 (in gol Pepe, Stellone, Marco Rossi, Di Vicino), Sottil colpì una traversa e, a fine gara, nel parapiglia generale, il piacentino Masiello con un pugno in pieno volto, un cazzotto che gli costò sei giornate di squalifica e Genoa-Venezia, decisivo epilogo di stagione. Dopo 36 presenze totali ed una rete (segnata al Vicenza), il colpo del knock-out al connubio tra il Grifone e il rognoso centrale piemontese lo diede però la giustizia sportiva: il Vecchio Balordo, dalla A conquistata col 3-2 sul Venezia, finì nella svalutation della C1; Sottil sbarcò invece, in B, al Catania, dove riottenne la massima serie con dodici mesi di ritardo e oggi, a trentaquattro anni suonati, vive da riserva una delle peggiori annate della propria carriera. E intanto il tempo se ne va.
Federico Berlingheri
(Il Giornale, 3 febbraio 2008)
domenica 3 febbraio 2008
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