sabato 1 marzo 2008

Sereni e Corini nel Torino dei grandi ex

Pensi al Torino e pensi ai grandi ex. In primis Walter Novellino e il suo staff - Beppe Degradi, Ciccio Pedone, Rino Gandini, non Ferretto Ferretti fatto fuori, qualche mese fa, dalla dirigenza granata -, poi i recenti Aimo Diana e Marco Pisano - di cui, in queste pagine, s’è già trattato ai tempi di Palermo -, ma non solo. Anche Matteo Sereni ed Eugenio Corini, senza andare troppo a ritroso con la memoria, hanno vestito il blucerchiato, ed entrambi con alterne fortune.

Fu l’ala protettiva di Pierone Battara ad accogliere quel promettente portierino parmense, ma d’origine veneziana, all’ombra della Lanterna. Erano i primi anni ’90 e Sereni, classe 1975, poco più che un ragazzino. Ma la stoffa c’era già, la tecnica e il fisico pure: si intuiva che il guascone figlio di Giorgio - ex difensore di Venezia, Reggiana, Padova e Palermo ed allenatore del Parma e del Catanzaro - avrebbe potuto addirittura raccogliere la pesantissima eredità di un certo Gianluca Pagliuca.

Intanto, mentre il giovane ed estroverso Matteo sgobbava e si faceva le ossa - e che ossa! - sui campetti delle periferie genovesi nelle fila dei Giovanissimi doriani, dalla Juventus - nell’ambito dell’operazione che portò Luca Vialli in bianconero e il trio Serena-Bertarelli-Zanini in blucerchiato - sbarcò a Bogliasco pure il ventiduenne Eugenio Corini. Regista di sicuro avvenire, bresciano di Bagnolo Mella, l’ex punta di diamante delle giovanili delle rondinelle si ritrovò titolare nel centrocampo della verde e sperimentale prima Samp di Sven-Göran Eriksson. Via - come detto - Vialli, ma anche Boskov, Pari e Cerezo, Paolo Mantovani diede vita ad una semi-rivoluzione di ringiovanimento dei ranghi, che valse soltanto un ottavo posto finale e l’esclusione dall’Europa. In quel transitorio ’92-93, Corini giocò con discreta continuità, raccolse 26 presenze tra campionato e Coppa Italia, condite da 4 centri (due dei quali su rigore), ma, soprattutto a causa del non proprio idilliaco rapporto con capitan Mancini, non si conquistò la riconferma.

Nel ’93-94, finì quindi a Napoli; al diciottenne Sereni venne invece affidata la porta della Primavera blucerchiata, iniezione di fiducia che gli valse il cameo, tenuta fucsia e tirabaci in testa, nella foto ufficiale della “prima”, proprio al fianco di Pagliuca e David Platt. Zero, a fine anno, le apparizioni coi grandi, così come nella stagione successiva, allorché fu mandato in prestito al Crevalcore. Il ’95-96, però, tornato terzo portiere alle spalle di Zenga e Pagotto, riservò qualche piacevole sorpresa: il 10 settembre 1995, il numero 22 esordì in A senza subire reti allo “Zini” di Cremona e collezionò altri 3 gettoni. Promosso dodicesimo e riserva di Ferron, furono 6 quelli del ’96-97, prima di essere prestato in provincia, al Piacenza e poi all’Empoli.

I due campionati di massima serie (64 presenze totali) gli valsero così il ritorno alla casa madre, questa volta da titolare. Peccato che il rientrante Sereni, sfrontato e assai sicuro di sé, ritrovò il Doria appena retrocesso in cadetteria e, nonostante la solita esplosività dimostrata tra i pali, non riuscì a contribuire all’immediata risalita. Ventura prima e Cagni fallirono l’obbiettivo-promozione; in extremis, nell’estate del 2001, la società blucerchiata il fallimento lo evitò grazie alla cessione dello stesso Sereni all’Ipswich Town. Cessione giunta dopo 99 partite (85 in campionato, 14 in Coppa Italia) da sampdoriano, cessione che aprì un contenzioso economico con la famiglia Mantovani e una ferita - tuttora aperta - con la Gradinata Sud.

Federico Berlingheri
(Il Giornale, 2 marzo 2008)

2 commenti:

Marco Perciabosco ha detto...

sereni è davvero un portiere di grande affidabilità.. lotito è stato un pazzo a farlo partire.. e ora si ritrova con nonno ballotta e quel poveraccio di muslera!

Federico ha detto...

Concordo in pieno. Anche oggi a Marassi ha dimostrato di essere tra i migliori in Italia.
A presto,
F.