venerdì 23 gennaio 2009

Mirante si candida nell'emergenza. Accardi fuori almeno un mese

BOGLIASCO (GE) - Io sono vivo e sono qui. È stato un Antonio Mirante alla Claudio Baglioni quello che mercoledì sera ha consentito alla Sampdoria di rialzare la testa, battere l’Udinese nei quarti di Coppa Italia e qualificarsi con merito alla doppia semifinale contro l’Inter (le date non ancora confermate dalla Lega parlano di andata a Marassi il 4 marzo e ritorno a San Siro il 22 aprile). Rispolverato da Walter Mazzarri per l’occasione, toltosi di dosso la naftalina - non giocava dallo scorso 14 dicembre - e, soprattutto, quelle remore mentali che lo avevano accompagnato sino ad oggi nell’avventura doriana, il portiere stabiese ha vissuto ad Udine la sua prima vera serata di gloria in blucerchiato.

“Sono stato bravo e fortunato” - ha commentato a caldo, al solito timido e modesto, nella pancia del “Friuli” -, ma non solo: sveglio tra i pali e sicuro nelle uscite, il suo capolavoro lo ha firmato dagli undici metri, sfiorando il primo rigore di Di Natale, intuendo soltanto il secondo dell’omonimo capitano bianconero (la palla è scivolata sul palo esterno) e, una volta giunti alla lotteria conclusiva, annientando letteralmente le conclusioni di D’Agostino prima e Pepe poi. Ora, dopo l’exploit friulano, l’Antonio insoddisfatto della panchina e dato da tutti per partente si candida con prepotenza per una maglia da titolare. Già a partire dal posticipo di domenica sera, complice qualche incertezza di troppo di Luca Castellazzi nell’ultimo Doria-Palermo, non è detto che nella cornice del “Meazza” nerazzurro non possa consumarsi l’ennesimo avvicendamento tra i due estremi difensori. Mazzarri, insieme col preparatore dei portieri Papale, ci starà certamente facendo un pensierino.

Di pensierino il tecnico di San Vincenzo dovrà farne qualcuno in più sull’undici titolare da opporre all’Inter di Mourinho. Se dal punto di vista caratteriale la sfida di Udine ha fornito al mister doriano parecchie indicazioni positive (“Siamo riusciti a dare una risposta a chi sosteneva che i ragazzi a volte tirano indietro la gamba” sono state le sue parole), sul fronte degli effettivi c’è da registrare l’ennesimo guaio muscolare occorso ad un difensore. Al “Friuli”, Pietro Accardi è uscito malconcio dopo soli due minuti di gioco: per il mancino palermitano, aspettando gli accertamenti del caso, si sospetta una distrazione al polpaccio destro. In soldoni, per l’Inter non se ne parla e forse non se ne parlerà almeno per un mese e mezzo.

Out il lungodegente Campagnaro e lo squalificato Lucchini, in retroguardia restano i soli Gastaldello e Raggi, quest’ultimo protagonista l’altra sera di un esordio pulito e autoritario. In attesa di capire se e come intervenire nuovamente sul mercato (si fanno i nomi del torinista Pratali e del fiorentino Zauri), è probabile che Mazzarri faccia ricorso a soluzioni alternative. Difficile pensare che di fronte ad un centrocampo al tempo stesso tecnico e muscolare come quello nerazzurro, capitan Palombo - provato al centro della difesa nel finale con l’Udinese - possa nuovamente lasciare il suo posto ed arretrare di venti metri. Più plausibile quindi un pacchetto difensivo composto da Stankevicius, Raggi e Gastaldello, con Pieri più coperto che mai a formare una sorta di linea a quattro.

Con i rebus porta e difesa da sciogliere, in attacco si torna a sorridere. O quasi. Nella seduta mattutina di ieri, Bellucci ha ripreso ad allenarsi col gruppo dopo le tribune di domenica e mercoledì mentre Antonio Cassano ha lavorato a parte a causa del trauma cervicale rimediato dopo uno scontro col rosanero Bovo. Le sue condizioni cominciano a preoccupare: in caso di forfait di Peter Pan, a guidare l’assalto doriano alla Beneamata al fianco di un Pazzini in gran forma e fresco di primo centro blucerchiato, potrebbe esserci Delvecchio o proprio il ritrovato Bello.

Federico Berlingheri
(il Giornale, 23 gennaio 2009)

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