mercoledì 15 luglio 2009

Andrea Poli, l'amico ritrovato: «I nostri tifosi mi fanno sognare»

MOENA (TN) - Andrea Poli è tornato a casa. Un anno al Sassuolo, in cadetteria, l’ha temprato e fortificato, dentro e fuori, in campo e nella vita. Anche se resta un ’89, un umile diciannovenne avviato verso i venti (li compirà il 29 settembre), ora le sue chance, il regista di Vittorio Veneto, è pronto a giocarsele. Fino in fondo. In Val di Fassa, Poli sbarca poco prima del mezzogiorno. Polo blu, bermuda beige e sguardo riposato, segno che le due settimane di vacanza - una a casa, l’altra in Grecia - hanno fatto il loro dovere. Al “Benatti” di Moena, sono subito saluti e abbracci con tutti, tecnici e compagni nuovi e amici ritrovati, Cassano e Marilungo in primis. «Sono molto contento di essere tornato alla Sampdoria - attacca Andrea con la seria pacatezza di un veterano -. Arrivo in una squadra molto competitiva, consapevole di essere in un grande gruppo: non vedo l’ora di poter mettermi al lavoro e di mettermi a disposizione del mister e dei compagni».

Ne vieni da un’annata molto positiva in prestito al Sassuolo. Che stagione è stata la scorsa?
«È stata un’avventura importante in un campionato lungo e duro come quello di Serie B. Io ho dato tutto me stesso, ho cercato di imparare, fare esperienza e penso di aver raccolto qualche frutto».

Beh, 5 gol in 32 presenze, l’esordio in Under 21 e la convocazione per gli Europei sono già di per sé risultati eccellenti.
«Sì, certamente. Grazie al Sassuolo sono riuscito a mettermi in mostra anche per l’Under 21. Vestire la maglia azzurra è sempre qualcosa di speciale e l’esordio è stata un’emozione unica. Peccato per gli Europei: non sono mai sceso in campo e l’Italia è stata eliminata in semifinale con la Germania più per sfortuna che per merito degli avversari. Ma a me resta comunque l’orgoglio di aver fatto parte di un gruppo importante».

Ora il gruppo importante lo trovi al Doria e trovi pure un nuovo allenatore.
«Di mister Del Neri ho avuto modo di parlare coi compagni dell’Under che erano stati alle sue dipendenze. Me lo hanno descritto come un ottimo allenatore e un’ottima persona e il primo approccio è stato senz’altro positivo».

Il 4-4-2 del tecnico friulano può fare al caso di Andrea Poli?
«Direi di sì, sono un centrocampista centrale e quel modulo penso possa favorirmi».

Sei giovane ma hai già sulle spalle il peso di tante aspettative. Pensi che la pressione possa danneggiarti?
«Direi di no. Il mio obbiettivo è quello di lavorare il più possibile coi piedi ben piantati a terra. Credo poi che la pressione possa fare bene a un giovane, soprattutto per metterlo alla prova, stimolarlo a migliorare e a ottenere qualcosa di importante».

I tifosi ti hanno adottato come uno dei loro beniamini…
«Sono felice di questo. Ho avuto modo di conoscere i sostenitori blucerchiati due anni fa e devo di dire che non vedo l’ora di poter giocare per questa maglia. Qui c’è una tifoseria calorosa ed emozionante, capace di far sognare un calciatore».

(Sampdoria.it, 15 luglio 2009)

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