martedì 14 luglio 2009

Chi è Marco Costantino, nuovo portierino blucerchiato

MOENA (TN) - Diciott'anni, un fisico da granatiere e la cordialità tipica di chi viena dalle sue parti. Quando Marco Costantino venne al mondo, la Sampdoria aveva appena compiuto il passo più importante verso lo Scudetto. Il 5 maggio 1991 i blucerchiati sbancarono la San Siro nerazzurra, tre giorni dopo, a Cento, provincia di Ferrara, questo giovane portierone appena arrivato dalla Spal faceva i conti con ostretici e infermeri. «Per me è un sogno essere qui - ammette felice nella palazzina del "Benatti" -. Fino a qualche settimana fa i compagni di oggi li vedevo soltanto alla tv».

Neanche il tempo di firmare per il Doria che subito sei dovuto partire per Moena.
«Sapevo dell'interesse della società già da qualche mese, anche perché con la Samp ho giocato il Torneo di Viareggio e il "Dossena". Però di venire in ritiro non me l'aspettavo, ci sono un po' rimasto perché è stato tutto molto veloce: giovedì scorso ho saputo della possibilità effettiva, venerdì ho firmato e fatto il primo allenamento e sabato sono partito».

Come è stato il salto in prima squadra?
«Il primo aspetto che mi ha impressionato è stata la serietà del gruppo. Con Soriano sono il più giovane della spedizione, ma l'impatto è stato molto positivo. Allenarsi poi con Castellazzi e Mirante è un'opportunità che devo sfruttare per cercare di imparare il più possibile da loro. Mi trovo molto bene sotto ogni punto di vista e non posso che essere contentissimo».

Il preparatore dei portieri Bistazzoni e i suoi metodi che impressione ti hanno fatto?
«Lo conoscevo già per averci lavorato nei mesi scorsi, quando allenava le giovanili. Anche con lui mi trovo bene e stiamo lavorando al meglio».

Tra qualche giorno arriverà anche Fiorillo, un altro portiere promettente.
«Anche Vincenzo l'ho conosciuto nella Primavera blucerchiata. È un bravo ragazzo, simpatico, saremo in camera insieme e avremo modo di conoscerci meglio».

Conoscendo meglio Marco Costantino, punto debole e punto di forza?
«Penso che un mio pregio siano le uscite alte; devo migliorare molto con i piedi e ovviamente migliorarmi in tutto, giorno dopo giorno».

Hai sempre fatto l'estremo difensore?
«No, ho cominciato in una squadra di quartiere e facevo l'attacante. Poi, avrò avuto 10 anni, in un torneo mancava un portiere. Ero il più alto di tutti e mi hanno sbattutto tra i pali».

E poi è arrivata la Spal.
«Ho fatto un provino e mi hanno preso. Lì ho fatto cinque anni in tutto, quattro nelle giovanili e uno in prima squadra in Serie C1».

Ora la Samp, in prestito con diritto di riscatto. Qual è il tuo obbiettivo?
«Lavorare bene, mettermi in mostra e farmi riscattare, con la speranza di rimanere a lungo in questa società».

(Sampdoria.it, 14 luglio 2009)

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