giovedì 27 marzo 2008

Antonini e Abate, due che "Monzon" bocciò

Nel calcio, la fiducia dell’ambiente e dell’allenatore in particolare costituiscono pilastri fondamentali su cui si poggia qualunque calciatore. Il sentirsi importante, l’essere tenuto in considerazione condizionano non solo le prestazioni, il rendimento di un’intera stagione, ma addirittura la carriera anche di grandi campioni. Figuriamoci come si rivelò difficile per due sbarbatelli come lo erano gli odierni empolesi Antonini e Abate sbarcare alla Sampdoria e non avere quasi mai una chance per mettersi in mostra. Merito - si fa per dire - di Walter Novellino, non proprio un avanguardista in tema di lanciare giovani.

Nato il 4 agosto dell’82, un Antonini non ancora ventunenne venne acquistato, nel giugno 2003, in compartecipazione dal Milan. Il longilineo e pimpante centrocampista esterno - destro o sinistro faceva, e fa ancora, poca differenza -, promessa di scuola rossonera e reduce da una discreta stagione cadetta nell’Ancona di Gigi Simoni, fu il primo acquisto ufficiale del Doria nuovamente in massima serie dopo quattro, lunghi anni d’assenza. Oltre al meneghino Luca, però, col passare dei giorni, quella campagna rafforzamenti fasciò di blucerchiato un quartetto di potenziali pari ruolo: Aimo Diana, Cristian Zenoni, Cristiano Doni e, a gennaio, Biagio Pagano andarono così a rimpinguare le corsie laterali di metà campo già coperte con Ciccio Pedone, Gile Zivkovic e Fabian Valtolina. Si capisce perché, a giochi fatti, le presenze racimolate dal pur duttile Antonini in campionato furono soltanto 3 (esordio a Perugia, la notte di Santa Lucia del 2003, nel rovesciata-day di Francesco Flachi), 4 invece (con un gol, un po’ fortunoso, segnato alla Pro Patria) quelle in Coppa Italia. Zero fiducia, poco campo, tanta panca: questo, in soldoni, il bilancio dell’ex numero 82 doriano, mandato in prestito a Modena (2004), Pescara (gennaio 2005), Arezzo (2005-06) e infine a Siena (2006-07), prima di essere rispedito, la scorsa estate, al mittente Milan, che, a sua volta, lo cedette all’Empoli.

Percorso simile, da Milanello a Monteboro (centro sportivo empolese), passando per Bogliasco, toccò anche ad Ignazio Abate, la più fugace meteora dell’epoca garroniana. Da prestito milanista, il figlio di Beniamino, ex portiere di Inter e Cagliari, raggiunse il ritiro dolomitico di Moena il 20 luglio del 2005. Classe 1986, quando s’aggregò alla truppa di Novellino, smaniosa di esordire in Coppa Uefa, non aveva ancora compiuto diciannove anni. Gel in testa, polo gialla indosso, neanche il tempo di presentarsi in conferenza stampa al “Benatti” che la bionda e rapida ala destra di Sant’Agata de’ Goti, provincia di Benevento, scese in campo contro i Monti Pallidi. Segnò due gol: nel 15-0 finale contarono ben poco. Le seguenti amichevoli agostane (a Lisbona con lo Sporting, in casa del Chiasso e del Legnano e al “Mugnaini” con la Sammargheritese) non entusiasmarono né convinsero Monzon. Troppo acerbo, il ragazzo, nonostante il curriculum parlasse già di presenze fisse nelle Nazionali giovanili e 32 gettoni (e due reti) in C1 con la maglia del Napoli. E così, il 31 agosto, giorno di chiusura del calciomercato estivo, allorché capitò l’occasione di riportare per la terza volta nel giro di tre anni Gasbarroni in blucerchiato, Beppe Marotta non ci pensò due volte: senza neanche il tempo di disputare un incontro ufficiale, al giovane Abate fu dato il via libera per Piacenza, biglietto di sola andata.

Federico Berlingheri
(Il Giornale, 27 marzo 2008)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi pomeriggio, nella partitella con i preti, uno come Abate ci sarebbe stato proprio bene. Invece avevamo solo Sammarco...
Ciao
S

Federico ha detto...

Tra gli altri, avrei visto bene anche Chiesa; male, molto male Pagano...
A presto (magari oggi pomeriggio a Bogliasco),
F.

Marco Perciabosco ha detto...

ciao fede. sto sentendo che garrone sta avendo problemi nella trattativa con il real per cassano. ma si parla di sei milioni come è possibile che il vs presidente non li voglia tirar fuori??cassano se gestito bene fra due anni ne potrebbe valere 20.. e pensare che sensi lo paghò oltre 50 miliardi..

Federico ha detto...

Ciao Marco,
in realtà penso che grossi problemi non ce ne siano. Credo che le volontà di entrambe le parti in causa, Sampdoria e Cassano, siano identiche e propense a proseguire il rapporto. Garrone ha capito che situazioni del genere non capitano spesso e non penso se lo lascerà sfuggire.
In questo momento si sta cercando di far abbassare le pretese economiche del Real (cifra fissata lo scorso agosto: circa 5,5 milioni di euro) per investire i soldi di un eventuale sconto nell'oneroso ingaggio di Antonio.
La trattativa si presenta ancora complessa (soprattutto proprio sul tema dell'ingaggio), ma ritengo che ci siano buone possibilità di assistere ad un lieto fine. Da parte mia, me lo auguro di tutto cuore.
A presto,
F.

Marco Perciabosco ha detto...

quello che penso io è che dopo essersi fatto sfuggire quaglia alle buste (dall'udinese non dal chelsea) se stecca anche stavolta, ne ha fatte due grosse in due anni..

Federico ha detto...

Errare è umano, perseverare diabolico: non penso che Garrone ricascherà in un errore simile.
Se non lo riscattasse, metterebbe in evidenza che alla Sampdoria più di tanto non si potrà mai fare; e così facendo, anche se non condivido - perché io sono uno di quelli che si abbonerebbero a prescindere da serie e calciatori -, potrebbe perdere una cospicua parte di abbonati.
Ciao,
F.

Marco Perciabosco ha detto...

concordo con te sul fatto dell'amore alla squadra a prescindere.. io sono abbonato dal 1994/95 e solo negli ultimi due anni ho visto qualche vittoria:) puoi ben capire di che squadra sono:)

Federico ha detto...

Sì, certo, avevo intuito comunque...
Be' per lo meno qualcosa hai visto vincere, i miei ricordi di bambino sono - ahimé - abbastanza lontani.
A presto,
F.